21 - Passaggio successivo

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Mi risvegliai un paio d'ore dopo. Come vi raccontai, Riccardo, a metà tra lo stupore e la paura di aver rischiato la pelle, registrò la scena in cui mi trasformai in un super guerriero digitale con un quantitativo di forza tale da rispedire un raggio della morte al mittente di tale oscura missiva. Resta il fatto che la mia visuale era già rovinata. Vedevo nel mio campo visivo le macchie rosse del virus. Certo, non erano invasive, ma fastidiose. Vedere queste macchie che mi ostacolavano non era piacevole, ma non avevamo scelta. Un piccolo pin era visibile nel menù. Sapevo che se un piccolo segnale rimane statico, significava che era attiva una notifica.

Anche se ero steso nuovamente in un giaciglio di fortuna, premetti davanti a me, facendo uscire il menù. Sulla schermata missione c'era un pallino rosso. Come lo premetti, vidi la scritta dorata recante la dicitura: "Passaggio al piano intermedio di Yggdrasil attivato".

In quel momento, girando la testa vidi Jeena, con in mano il suo coltello, che dormiva vicino a me, seduta a terra con la schiena appoggiata all'albero. Poi vidi Demetra, che appena si avvicinò, guardò in cagnesco la ragazza. Cosa poteva avere Demetra nei confronti di Jeena? Non mi interessò più di tanto. Fatto stava che quella trasformazione mi aveva assorbito talmente tanta energia da lasciarmi senza forze. Appena mi alzai da terra, in Demetra vidi una luce nei suoi occhi mai vista prima. Come se...provasse ammirazione per me... Ma dai, che sto dicendo? Certo, situazioni strane non ne erano mancate da quando avevo messo piede nel gioco, ma tutto era possibile.

Riccardo si avvicinò a me, e senza chiedere come stavo, mi piazzò il video delle mie eroiche azioni in faccia. Guardai, solo per il piacere di levarmi dai piedi Riccardo. In ogni caso, misi attenzione sulla scena. Poi notai qualcosa di strano. Non avevo ancora le forze sufficienti per concentrarmi, così premetti il video e lo salvai nell'archivio, unica opzione del menù non ancora utilizzata.

Scelsi dall'inventario una delle fiale di quell'indiano strampalato. Già sentivo nella bocca e nel naso il sapore e l'odore di quella schifezza, eppure, avrei dovuto resistere alla sensazione di rigetto se volevo tornare fuori, all'aria aperta. Tappai il naso e trangugiai il contenuto. Faceva più schifo dell'ultima volta. Piuttosto che pozione delle fortitudine dovevano chiamarla pozione del puzzo di fogna.

Mi alzai dal giaciglio, diedi una scrollata leggera a Jeena e chiamai la squadra. Dissi loro che era giunto il momento di passare al prossimo piano di Yggdrasil.

"Ciccio, credi di potercela fare?" mi chiese Gerald. Aveva ripreso a usare l'espressione "Ciccio" con chi gli stava attorno.

"Ti proibisco categoricamente di rientrare in quella modalità!" mi disse Jeena. Si comportava da sorella maggiore. Avrei preferito avere lei come sorella, ma alla fine, non credo che Annie avesse mai accettato un simile trattamento. È pur sempre figlia dei miei genitori.
"Ragazzo mio, ho sempre saputo che eri speciale, e me ne hai dato conferma con quel salvataggio" mi disse il signor Baxter con una punta di orgoglio, come se stesse dicendo al team che mi aveva visto nascere.

"Heeey frateèè, ti voglio vedere di nuovo spettacolare e pronto a spaccare la testa a chi ci ostacolaaa!" disse Riccardo, fuori di testa come suo solito.

In quanto a Demetra, non disse nulla. Anzi, si girò dalla parte opposta. E aveva il broncio. Cattivo segno. In quel frangente, una luce verdastra, appena dietro alcuni alberi, segnava l'apertura del passaggio al prossimo piano dell'albero di Yggdrasil. Ci incamminammo, tenendoci sempre all'erta. Non sapevamo, almeno per il momento, che cosa ci aspettava. Alla fine, dopo poco più di cinque minuti di camminata, la luce verdastra immergeva uno strano macchinario, probabilmente emerso dal terreno. Appena fummo a portata del marchingegno, sentimmo delle urla profonde. Exhuma. Ed erano diverse centinaia. Avvertii che gli esseri poco o per niente umani puntavano alla macchina. Che volessero anche loro uscire da lì, e quindi cooperavano tra loro per lo scopo comune?

Mi tramutai in un Fierolupo. Avvertivo il senso che ci fosse qualcuno di mia conoscenza. E non mi sbagliai. Mio padre era lì, e lo riconobbi per l'orologio al polso sinistro, quello con la corona d'oro. Fu un regalo che scelsi per l'anniversario di matrimonio dei miei genitori.

Sembrava la scena di un film dove gli eroi, gli eletti, erano appena cinque o sei, mentre affrontano orde e orde di nemici senza numero.

Il signor Baxter, come se fosse in preda all'eccitazione, si buttò bella mischia come suo solito. Si chiuse a riccio e attaccò la folla. Avvertii che qualcosa era diverso in quel gruppo, e ringhiai, facendo capire al gruppo di tenersi lontano dal gruppo di Exhuma. Il signor Baxter non fece a tempo di sentire l'imminente pericolo. Gli Exhuma, come se avessero imparato, attaccarono tutti assieme, circondandolo e sommergendolo, come se fossero una fiumana di uomini.

Alla dispersione, l'orrore. Il signor Baxter era diventato un Exhuma come loro. Non ci potevo credere. Ero esterrefatto per una cosa del genere. No, non era più un maledetto videogioco ma uno orrendo incubo. Cominciò a fare la stessa cosa che faceva contro di loro, ovvero chiudersi a riccio e caricarci con violenza, e il bagaglio della schiena fece fuoco, rimanendo sospeso a mezz'aria. Non potevo accettare questa situazione. Il suo logo, in quel momento, sparì dal nostro Team. Era ormai perduto? Non lo so, ma dovetti sperare che non fosse realmente così... Demetra, scioccata per questo cambio repentino di scena, estrasse una biglia, poco più grande di una palla da baseball, e strappando la sicura capii che era una granata, anche se ignoravo gli effetti che avrebbe avuto. "Ora li faccio saltare in aria!" urlò Demetra.

Non avevamo scelta. Ormai era da considerarsi perduto. Tim Baxter era diventato uno zombie digitale, un Exhuma.
La buttò verso il centro del gruppo, e tutti gli altri si spostarono verso il fascio verde che li avrebbe portati al livello successivo dell'albero. Restai solo e gli Exhuma, che mi guardarono, come se non fossero minacciosi.

Tentarono di saltarmi addosso, ma l'Exhuma che corrispondeva a mio padre John li colpiva, uno dopo l'altro. Mi resi conto che, anche se erano diventati dei mostri, la loro memoria, la loro umanità, non era sparita del tutto. Mi feci coraggio, e prima di entrare nella luce, ormai prossima a spegnersi, lanciai un ululato, tanto forte, in modo che si potesse sentire.

Atraversato il passaggio, rimasi allibito. Tutto era nero, ma non in senso di assenza di luce. Tutto ciò che era attorno a noi era nero, come le rocce. Un cartello, rovinato e spezzato, giaceva poco più avanti. Ed esso recitava:

Livello secondo: benvenuti a voi, guerrieri. Questo è il mondo cenere.

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora