Mancavano diciassette minuti al suono della campanella. Il vecchio Jimmy era spericolato alla guida, ma sapeva il fatto suo. Mi sedevo sempre al centro. Né troppo davanti, per non essere preso in giro dai secchioni, nè troppo in fondo, per non esser pestato dai casinisti. Ma oggi stava per cambiare tutto.
Poco prima di svoltare in direzione della scuola, si fermò a una casa dove non ci eravamo mai fermati prima. Una casa bianca con colonne di marmo, e una piccola famigliola composta da padre, madre e figlia. C'era ancora il cartello dell'agenzia immobiliare, con tanto di etichetta con su scritto "Venduta". Nuovi arrivati, penso. Jimmy aprì le porte, per far salire la nuova arrivata. Una volta saliti tutti e tre i gradini, la ragazza si mostrò in tutta la sua interezza. Alta, ben vestita, curata. Ma nessuno la stava guardando. Tutti, ma proprio tutti, erano intenti a maneggiare con i loro ExPhone. Quei maledetti aggeggi rovinano la vita, dannazione! Sono l'unico che non armeggia con quei cosi!? Più si avvicinava, più ne vedevo i dettagli. Stavo pensando seriamente di aver preso un colpo di fulmine. Lei si accorse che la stavo guardando, e mi sorrise. Si avvicinò e mi chiese: "È libero? Posso sedermi?". Le feci cenno di sì. Non riuscivo a spiccicare una parola.
"Io mi chiamo Jeena. Jeena Heartshield".
"Io...s-sono... A-Albert S-Strauss... p-piacere".
"È un bel nome".
Mi stavo già facendo i miei castelli in aria, quando qualcosa di atroce si formò nella mia testa. Mi girai di scatto, solo per vedere tutti quanti che registravano la scena. "Bastardi! Cosa volete?"
"Cosa vogliamo? Rovinare la tua esistenza, verme!" urlò uno dei ragazzi, seguito dalle risate di scherno.
Sentii una mano sulla spalla. Era Jeena, dispiaciuta per l'inconveniente. Guardando nei suoi occhi, vidi il suo colore, azzurro, così acceso da sembrare lo stesso colore delle ali della farfalla Morpho. Ma non potevo dire una cosa del genere al primo approccio. "Dimmi una cosa, Albert. Visto che sono nuova, e l'anno è iniziato da poco, potresti aiutarmi per l'iscrizione?".
"Va bene, n-non ci sono problemi". Inutile, alla vista di una bella ragazza comincio a balbettare come un idiota. Jimmy, suonando tre volte il clacson, ci avvisò che avevamo raggiunto la scuola. Ora di scendere. Presi la mia cartella e scesi al volo, sperando di evitare le risate e gli scherzi di quei bambocci. Fortunatamente, erano tornati a messaggiare con quei dannati telefoni. Vedevo con la coda dell'occhio che Jeena mi seguiva. Senza pensarci troppo, mi diressi verso la segreteria. Davanti alla porta, mi girai e le dissi: "Ecco qua. Scusa devo correre in classe!"
"Grazie Albert. Ci vediamo, allora".
Accelerai il passo, e appena svoltato l'angolo rimuginai su questa storia. Com'era possibile che una ragazza, per giunta così bella, mi rivolgesse la parola?
Evitai velocemente i bulli, anche perché erano gia impegnati di prima mattina nei loro pestaggi e imprecazioni. Classe 3-K. Presi posto al mio banco, al centro, di fianco alla finestra. Entrarono quasi tutti i miei compagni. A un minuto dalla lezione, entrarono due collaboratori, portando un banco e una sedia. Un nuovo studente, pensai... Sentivo i miei compagni, dicendo che era un ragazzo palestrato, mentre altri dicevano che era figlio di circensi. Altri ancora dicevano che fosse una ragazza brutta, grassa e piena di brufoli, cominciando a dire che fosse arrivata la mia nuova ragazza. Feci una smorfia, quindi tornai sul libro. La prima ora era di storia, quindi misi via Biologia. Una volta entrata la professoressa, tutti si alzarono in piedi. Poco prima di cominciare la lezione, disse: "Oggi nella nostra classe, accoglieremo una nuova studentessa. Viene dal Milwaukee. Entra pure".
La porta si aprì lentamente, fino a far scorgere chi fosse. Io non ci potevo credere... "Vorresti presentarti?" Chiese la professoressa. La sentii respirare, per poi dire: "Ciao a tutti, io sono Jeena Heartshield, vengo dal Milwaukee, e da oggi sarò la vostra nuova compagna di classe". Partì un forte applauso, segno di accettazione da parte della classe. Non feci caso che il banco, portato pochi minuti prima, lo avevano sistemato al mio fianco. "Ci sono problemi se ti metti vicino ad Albert Strauss, Jeena?" chiese la prof, rimettendosi gli occhiali. "No, nessun problema, anzi...". Mi girai verso i ragazzi, ridendo per la loro reazione di rabbia e frustrazione. La lezione stava per cominciare.
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D.S.P. (Progetto sospeso)
Science FictionCosa potrebbe succedere se un ragazzo, che prova avversione per il mondo digitale, fosse costretto ad avvalersene, per risolvere il mistero delle numerose scomparse dal suo paese e del mondo? Amici, parenti... Persino suo fratello, sua sorella, i su...