47 - Anthony

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..."Mezzo miliardo di punti vita?!" esclamai.

E spostando lo sguardo verso l'alto, sorridendo, Angelica disse: "Sì, ma non l'affronterai da solo...".

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"Angelica, di cosa stai parlando?" chiesi a voce abbastanza alta, rimarcando con molta precisione il suo nome.

Come se mi fossi rivolto in modo scortese e privo di tatto, Angelica si girò verso di me, e con tono pacato ma fermo disse: "Loro. Sono qui...".

Continuando a non comprendere di chi stesse parlando, si pose al mio stesso livello, smettendo di fluttuare in aria. Quindi prese la mia faccia, all'altezza del mento, e spostò la mia visuale verso l'alto. Vidi cinque luci volteggiare sopra la mia testa, a circa un centinaio di metri d'altezza, e pochi istanti dopo aver visto le luci, se ne aggiunse una sesta.

Scesero come se si fossero date convegno, e appena toccarono terra, presero forma di gente a me familiare. Spalacai gli occhi alla vista di chi rappresentavano quelle luci.

"C-Che accidente sta succedendo? Non vi eravate disconnessi?" chiesi stupito, non potendo togliere lo sguardo dai loro visi.

"Sì, ma per farla breve, dobbiamo collaborare ancora una volta per vincere questo schifo di gioco" rispose Gerald, con il suo tipico volto marmoreo, freddo e capace di non mostrare alcuna reazione.

"Esatto. Poi, finita questa storia, ti prenderò a calci nel sedere per esserti preso la libertà di mandarci via senza permesso" rispose aspramente Demetra, mentre il suo nervosismo la tradiva, anche a causa del suo continuo giocherellare con le mani.

"Wagliò, ma te lo ricordi quando andavamo a scuola insieme, e ti avevo difeso dalle mani di Strudel e la sua compagnia?" disse ammiccante Riccardo, mentre mi faceva l'occhiolino. A quel ricordo, cominciai a ridere come non facevo da tempo. Poi continuò dicendo: "Rudolph farà una brutta fine, e non è diverso da Strudel". Capii che Riccardo era sempre stato dalla mia parte, e Rudolph era la versione adulta di un bullo di scuola.

Jeena non proferì alcuna parola. Anzi, il suo volto era triste... Come il primo giorno, quando i miei compagni di scuola mi avevano preso in giro sull'autobus.

"E così, Rudolph si è rifugiato in quel coso?" disse Lionel, mentre annuiva, pensieroso scrutava il paesaggio, come se avesse familiarità con quel luogo.

"Ragazzi, ascoltatemi" cominciò a parlare Lionel.
"Questo è il livello finale. Quando lo programmammo dieci anni fa, doveva essere un boss finale abbastanza forte da mettere in difficoltà i migliori giocatori. In sostanza, è un boss diviso in 12 sezioni...".

Al sentire il numero rimasi impressionato. Significava che bisognava distruggere ogni singola sezione per vincere? Supponevo anche una cosa, anche se non ero certo di questo; a mio parere, anche Nick avrebbe faticato a vincere. A parità di calcolo, mezzo miliardo di punti vita, divisa nelle sue dodici sezioni significava 41 milioni e mezzo di punti vita per sezione. Mi sembrava un'impresa titanica, considerando che ero da solo.

Fisicamente, ero da solo. Ma accanto a me c'erano i ragazzi che mi avevano accompagnato.

"Albert...Albert... Ma mi stai ascoltando?"

Rinsavito, mi resi conto che avevo ripreso a sognare ad occhi aperti. Scusandomi con Lionel, riprese a parlare, dicendo: "Il problema non è il boss in sé... Ma dalla sua guardia. Sconfiggi la guardia, e potrai danneggiare Abyssos".

"Quale guardia?" chiesi.

"Quella che è succeduta da quell'esercito" rispose Gerald, puntando il dito alle mie spalle. Girandomi, vidi un esercito senza fine di tutte le creature incontrate finora. Stavano correndo verso di me. E io non potevo perdere altro tempo con quelle oscenità.

Come mi mossi, gli altri, sotto forma di spirito, si ritramutarono in quelle sfere di luce, e iniziarono a seguirmi a distanza ravvicinata. Ora ero sicuro che il gioco, dalla modalità open world era passata in modalità sparatutto. Adesso era diventato un gioco a scorrimento orizzontale. Stesi una mano, e senza prestarvi attenzione, scaricai un raggio di pura energia che disintegrò tutte le unità presenti sul mio percorso. Iniziarono ad arrivare altre creature.

Titani, ciclopi, licantropi, manticore, Neochimere... Stavolta vidi che le luci si posero fra me e le creature, e in pochi istanti le dissolsero. Stentavo a crederci, ma non potevo fermarmi. Sentivo che il tempo stava per scadere. Le sette luci continuavano a vorticare sopra la mia testa, come una sorta di aureola digitale. Non mi reputavo la santità in persona, ma sapevo di esser diventato, anche se forzatamente, il bene, l'eroe, il salvatore.

Arrivai fino in fondo, dove sembrava sorgesse il centro di Yggdrasil, vidi una misteriosa fenditura, e appena a pochi passi, c'era quello che sembrava un piede artigliato. Spostai lo sguardo in alto, ed era come se fosse una montagna, talmente alta da avere le cima coperta dalle nuvole d'alta quota. Tornai a guardare la fenditura dell'albero, e notai che la luce di uno dei miei accompagnatori si infilò al suo interno, seguita dalle altre. Stavo per infilarmi al suo interno, quando un lieve fischio e il suono di un oggetto che fende l'aria si stava avvicinando a gran velocità.

Potevo aspettarmi di tutto, giusto?

Una grossa ascia, persino più grande di quella che aveva maneggiato il Bicentauro, si conficcò nel terreno a pochi passi, dissolvendosi subito dopo in un denso fumo.

Girandomi, lo vidi. Alibi.

"Quindi tu sei la guardia di Abyssos?"

"Non sei stupido come credevo" rispose biecamente Alibi, mentre si teneva un fianco. Sentii la voce di Lionel dirmi in un orecchio: "È provato dallo scontro precedente...".

"Come scontro precedente? Io non l'ho mai affrontato, l'ho solo incontrato prima di affrontare Nick..." risposi, cercando anche di ricordare con precisione chirurgica il mio percorso.

"Quel maledetto..." rispose Alibi.

"Prova a chiamarlo Anthony" disse con sprezzo Lionel. Anche se temevo cosa sarebbe potuto accadere, decisi che l'avrei fatto, ma a tempo debito.

"Tu, sei quello stolto di Albert, il bamboccio che andava tenuto in vita per testarlo su Zero..." disse Alibi, con un sorriso da malato. La sua armatura, coperta di crepe e di rotture in vari punti, era segnata. Forse non avrebbe resistito ancora per molto.

"E tu sei quel maledetto che ci monitorava costantemente. Ma qual'è il tuo vero nome? Alibi? Emanuel? Avanti, Anthony, rispondimi!"

Il suo sguardo cambiò radicalmente, e da canzonatorio divenne furente. Creò una nuova spada, completamente bianca, salvo per l'elsa di colore ramato e con una pietra circolare incastrata all'altezza del manico di colore giallo. Era sottile, ma aveva diversi punti seghettati. Temevo di aver risvegliato il mostro che spesso ognuno di noi fatica a tenere sigillato...

D.S.P. (Progetto sospeso)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora