D.S.P. (Progetto sospeso)

35 - Affetti o amicizia?

Questa serie di 'incidenti' dovevano finire. Prima il mesto ricordo di Gerald, e ora i genitori di Jeena erano stati trasformati nel boss dell'ottava casa. Acid, senza tradire alcunché di emozione, richiamò il suo Async, e passando numerose volte fra i coniugi Heartshield, li dissolse in pochi istanti. Jeena si chiuse nel silenzio e tenne il capo chinato. Scese un silenzio glaciale, rotto solo dal rumore della porta d'oro che si stava aprendo. Una voce, molto flebile, continuava a darci degli imbroglioni. Ma ora vidi una scena, degna di esser definita, da amore paterno.

Jeena era lacrime, e i suoi singhiozzi taciuti non potevano essere confusi. Acid si chinò verso di lei, gli mise una mano sulla spalla e disse: "Hai ragione a sentirti così male. Hai tutto il nostro appoggio. Te lo giuro sul mio onore, e su quello di tutte le vite rapite e imprigionate in questo luogo, che ne usciremo vivi, e tu potrai riabbracciare la tua famiglia, così come voi tutti". Lei contraccambiò con un abbraccio; in quell'attimo, mi sembrò che anche Acid fosse in astinenza da gesti d'affetto.

Jeena sentiva di esser diventata parte di un tutt'uno con la squadra. Non era piu un'unione forzata, dettata dalle regole di un gioco sadico, violento, crudele e spietato, sentiva che ora quella era la sua nuova, grande famiglia allargata.

Essendo tutti rinvigoriti da questa scena memorabile, lo squadrone ripresa la sua marcia con rinnovata convinzione. Appena superata la porta d'oro, il ponte che si presentava a noi ci lasciò interdetti.

Il ponte sembrava di colore scuro, quasi tendente al nero. Ricordava la roccia lavica, quando questa uscendo fuori dal vulcano, si raffredda.

La nona casa sembrava molto più distante rispetto alle altre viste fino ad ora, senza contare il salto dimensionale che Acid aveva compiuto. Il ponte non era nella sua forma originale, anzi non sembrava neanche un ponte, questo perché sembrava un percorso a forma di esse. Nuove creature ci stavano dinanzi ed erano decisamente orrende... sembrava di dover affrontare sfide immani e senza fine. C'erano centauri, come quelli della mitologia greca, armati di grosse asce a manico lungo, due leopardi a due teste, centinaia di Exhuma in avanzato stato di decadimento, per non parlare della controparte dell'Evocageli, chiamato banalmente Evocafiamme.

Veloci come se stessimo perdendo l'autobus di Jimmy partimmo alla riscossa, alla conquista del ponte, sbaragliando tutti quelli che di ponevano sulla nostra strada. Riccardo iniziò a maneggiare con un bazooka, sparando a ripetizione sulle truppe di Exhuma e facendoli saltare per aria mentre altri, per l'impatto, cadevano giù dal ponte. Numerosi nomi in disconnessione, che mi fecero preoccupare sempre di più che fra questi ci fosse anche quell'imbecille di mio fratello. I leopardi, per quanto fossero un aborto di creazione, erano particolari da vedere, ma non in quel frangente. Jeena, rinnovata nella convinzione e nello spirito, stava combattendo per un domani fuori di lì, all'aria aperta e alla vita vera, quella che non apparteneva a quella scia di pixel e dati.

Io invece venni sorpreso quando abbassai la guardia. Un Evocafiamme era comparso dietro di me, e aveva iniziato a imprigionarmi in un anello di fuoco, che si stringeva sempre di più. Sentii urlare Demetra: "Alby! Giù la testa!"

Vidi una falciata veloce, e in pochi attimi il cerchio di fuoco si estinse, mentre la testa del mostro era stata eliminata, per poi dissolversi con il resto del corpo. Un altro Evocafiamme era comparso alle spalle di Demetra, e in quel frangente sparai due colpi alla figura, più alta rispetto a Demetra, all'altezza della spalla. Acid non usava armi, ma solo la sua fidata spada, sottile e sanguigna. Falciava nemici come se lo facesse da sempre. In poco più di venti minuti, riuscimmo a raggiungere l'ingresso della nona casa. Temevo alla sola idea di chi sarebbe stato il nostro avversario, visto che era l'ultima casa prima di quella in cui Zero aspettava che qualcuno lo affrontasse...