CAPITOLO 15

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Seduto sul letto di Monica e Ginevra, c'è Aiden che mi guarda con gli occhi spalancati e arrossisce.
<<Cosa ... ?>>
Inizio a dire, ma sono senza parole. Mi rendo conto che sono praticamente nuda di fronte a lui, perché il mio corpo è avvolto solo da una salvietta che mi arriva appena al ginocchio. Il cuore inizia a palpitare e mille scene terribili mi passano nella mente.

Con la mano dietro la schiena cerco di aprire la porta del bagno per infilarmici dentro all'occorrenza. Ma la mia mano è ancora bagnata e la maniglia continua a scivolarmi via. Il mio occhio cade dall'altra parte della stanza, dove accampa il mio accappatoio. Sono una stupida: perché non l'ho portato con me in doccia? La mia parte lucida e razionale risponde: perché eri sicura di essere sola e quindi non ti saresti fatta problemi a uscire dalla doccia tutta svestita e successivamente attraversare la stanza per infilarti l'accappatoio. 

Aiden si alza dal letto e si avvicina a me di un solo, minuscolo passo, sembra più spaventato di me.
<<Eri tu?>>
Io lo guardo in modo diffidente, cercando, il più possibile, di coprire le parti nude del mio corpo. Mi schiaccio contro la porta del bagno e cerco la maniglia, pronta a spingere e ad entrare, ma Aiden capisce la mia paura e si affretta ad allontanarsi.

<<No, non avere paura.>>
Alza la mano sinistra e si appoggia la destra sul cuore.
<<Te lo giuro, sono una brava persona.>>
Mi sorride e riesco finalmente a deglutire un poco.
<< Ma eri tu a cantare?>>
Io annuisco, i suoi occhi si illuminano e un po' della mia paura si scioglie.
<<Eri tu per davvero?>>
<<Sì. Canto sempre sotto la doccia. Mi spiace tu abbia dovuto ascoltarmi ma non pensavo ci fossero spettatori al mio concerto.>>
Lui ride e io rido con lui cercando di rallentare leggermente i battuti del mio cuore.

<<Stai scherzando? Sei stupenda ... >>
Io arrossisco più del dovuto, più di quanto già non sia e mi copro il viso con una mano. Lui pensa a ciò che ha appena detto e, come se stesse ascoltando un disco registrato con incisa la sua frase, la ripete sottovoce e si accorge che le sue parole potrebbero essere intese diversamente da ciò che lui pensava, quindi riformula il suo pensiero, balbettando leggermente.
<<Ci- cioè, vo- vo-volevo dire che s- s-sei bravissima.>>
<<Oh sì, la mia doccia è pazza di me.>>

Sorride in modo dolce, poi si volta e prende l'accappatoio che è vicino alla porta e me lo porge.
<<Grazie. Ma come mai sei qui? Ti serve qualcosa?>>
Aiden mi guarda leggermente imbarazzato e, mentre cerca di darmi una risposta senza sembrare un maniaco, io mi volto e cerco di infilarmi l'accappatoio senza far cadere la salvietta.
<<Scusami, non era mia intenzione farmi beccare nella tua stanza mentre eri sotto la doccia, ma stavo passando qui vicino e ho sentito qualcuno cantare. Ho provato a bussare, nessuno mi ha riposto e, visto che la porta era aperta, sono entrato e mi sono seduto ad ascoltarti. Mi dispiace tanto, non volevo farti spaventare.>>
<<Lo sapevo, avrei dovuto abbassare la voce.>>
Per una volta che riesco a fregarmene del giudizio degli altri, esco e mi ritrovo questo ragazzo ad ascoltarmi.

<<No no, assolutamente no, altrimenti non ti avrei mai ascoltato e non avremmo mai parlato.>>
Non so cosa rispondere. In queste situazioni non so mai cosa dire ed è per questo che invidio così tanto i protagonisti dei libri, poiché loro riescono sempre, ogni singola volta, a trovare una parola perfetta, una battuta divertente, una frase pungente da dire, mentre io sono davanti a un bel ragazzo che mi riempie di complimenti e l'unica cosa che so dire è:

<< Ora dovrei cambiarmi.>>
Astrid, sei un'idiota.
<<Sì sì, fai pure.>>
Ma non si muove. Resta fermo immobile a guardarmi. Io dondolo avanti e indietro sui piedi, aspettando che lui si alzi e mi lasci da sola, in modo da essere libera di tirarmi due ceffoni per la mia innata stupidità e per cambiarmi.
Ma lui è una statua.

<<Nel senso che mi cambio da sola.>>
Aiden apre la bocca come per parlare, ma poi ci ripensa e si alza dal letto.

La porta si apre ed entra Monica, ignara di cosa sta per vedere. Ha ancora gli occhiali da sole indosso e il capello sulla testa. Non si è nemmeno preoccupata di vestirsi: ha solamente un pareo a coprirle il bacino e qualche centimetro di gamba. 

Sbarra gli occhi, vedendo me in salvietta e accappatoio e Aiden in camera vicino al letto. Abbassa gli occhiali da sole sul naso, ci scruta attentamente e fa un sorriso malizioso.

<<Mi sono persa qualcosa?>>
Mi ammicca, ma io mi batto una mano sulla fronte perché so già che cosa ha pensato e che questa sera mi tartasserà di domande riguardo alla mezz'ora in cui sono stata sola in camera. O, nella sua mente perversa, da sola in camera con Aiden.

<<No Monica, è tutto okay.>>
La guardo fisso, pregandola di stare zitta e di non fare nessuna battutina, poi guardo il cameriere dritto negli occhi e lui decide di andare.
<<Sì. Grazie di tutto Astrid, ci vediamo.>>
Mi sorride un'ultima volta facendomi l'occhiolino.
<<Ciao Aiden.>>
Gli rispondo mentre rido.
<<Grazie di che, Aiden?>>
Sento Monica che gli sussurra mentre le passa accanto per uscire dalla camera.

Aiden si gira verso di me, mi guarda di nuovo, sorride e decider di stare al gioco della mia amica.
<<Se vuoi, domani sera faremo ciò che abbiamo fatto lei ed io.>>
Le fa l'occhiolino, uno sguardo sexy e se ne va, lasciando la mia amica a bocca aperta.
La porta si chiude alle sue spalle.

<<Oh mio Dio, Astrid!>>
Si sta facendo aria con il cappello, mentre è appoggiata alla porta. Poi butta gli occhiali da sole sul mio letto, mi tira per un braccio, mi butta sul suo letto e si mette davanti a me, a gambe incrociate, desiderosa di una risposta.

Io sospiro guardando il soffitto e cercando le parole adatte a spiegarle che non è successo ciò che lei pensa sia successo.
<<Monica, non abbiamo fatto niente! Ma lo sai con chi stai parlando, vero?>>
<<Sì, la tua storia dell'aspettare il matrimonio per essere sicura di aver trovato l'uomo della tua vita e bla, bla, bla ... questa è storia vecchia. Magari hai deciso di cambiare da quando
Gabriel ...>>
Io la guardo di sottecchi. Ma per chi mi ha preso? Mica sono una facile io, anzi! E lei lo sa! E non sarà certo un bell'imbusto a farmi cambiare idea. 
<<No, Monica, ho sempre le mie idee antiche. Adesso ti spiego cos'è successo così ti calmi e non ti fai venire un infarto: stavo facendo la doccia, stavo cantando e, quando ho aperto la porta del bagno, lui era qui che mi guardava.>>
Sorrido al pensiero.
<<Sei arrossita.>>
Io mi strofino le mani sul viso.
<<Ma ti pare? E' il sole.>>
Monica annuisce ma solo perché così sa che io starò zitta.
<<Ah ah, ok Astrid, è stato il sole.>>
Risponde con un tono di voce che non convince nemmeno lei.
<<Comunque, lui ti ha fatto i complimenti per come canti, giusto?>>
Chiede sorridendo.

Io annuisco e abbasso lo sguardo verso i miei piedi nudi e ancora coperti di goccioline d'acqua.

<<E allora lo vedi che sei brava? Dovresti farti sentire più spesso dalle persone, te l'ho sempre detto.>>
Dice cercando il mio sguardo.

Non rispondo e alzo solamente le spalle. Non credo che a Monica serva una mia spiegazione perché mi conosce da anni e, ormai, sa quanto io mi blocchi al solo pensiero di cantare davati a un pubblico di sconosciuti. Le persone davanti alle quali ho cantato, si possono contare su una mano: Monica ed Aiden e le persone davanti alle quali ho cantato di mia spontanea volontà, sono ancora meno: Monica. 

Lei sospirae si alza dal letto.
<<Io vado a fare la doccia. Tu non andartene in giro a cantare e far cadere ai tuoi piedi altri ragazzi, né.>>
Le tiro il cuscino, scherzando.
<<Cretina.>>
Moni mi fa la linguaccia ed entra in bagno chiudendosi la porta alle spalle, prima che io possa dire o fare qualcosa per ribattere alla sua smorfia.

Quando sento l'acqua della doccia scorrere, mi sdraio sul letto ripensando all'incontro appena fatto. Sento caldo e mi appoggio le mani sul viso e sugli occhi. Il sorriso arriva automaticamente e il cuore si sveglia dal suo letargo. Chiede cibo, ma non verrà nutrito. 

"Tu mi fai cantare"

Articolo 31

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