CAPITOLO 40

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E' difficile ignorare chi non vorremmo ignorare. Pensare "può fare quello che vuole, tanto non mi importa" quando, invece, è la cosa che ci sta più a cuore. Io mi sento così: ho interrotto tutte le comunicazioni con Gabriel, buttato giù i ponti, eliminato lui dalla mia vita, ma non riesco a smettere di pensarlo. 

Vorrei che lui cogliesse ogni mio singolo movimento, ogni mio sorriso, ogni mia espressione. Ma non lo fa. E questo l'ho voluto io. E non posso pentirmi di una cosa che ho voluto. Lui mi sta lasciando, finalmente, andare. Il problema è che io non voglio farlo. Non so cosa mi succede. Certo, so di stare con Aiden. So che Gabriel sta con Angelica. Ma io non so più cosa voglio.

E' passato un mese esatto dall'ultimo dialogo che ho avuto con Gabriel e ancora adesso, di notte, lo rivivo. Il mio compagno di classe ed io, da quel giorno, non ci siamo più parlati. Ed è meglio così, da un lato, perché c'è Aiden e io non voglio mentirgli più di quanto già non faccia. Ma dall'altro, sapere che lui c'è e che non mi parla, mi corrode. Forse ho ancora bisogno di Gabriel. Forse non sono ancora pronta a lasciarmelo completamente alle spalle. Non so cosa fare. Sono confusa. 

Il dialogo tra di noi non c'è, ma i nostri sguardi non riescono a stare lontani. Si toccano. Si avvinghiano. Diventano una cosa sola. Ed è lo stesso per i nostri due cuori. Nessuno lo vede, ma noi lo percepiamo. Io lo percepisco. E so che anche lui lo percepisce. Cosa dovremmo fare?

Aiden non sa nulla. Aiden non lo deve sapere. Non glielo dirò perché non c'è nulla da dire. Non voglio farlo preoccupare per una cosa che finirà presto. Devo solo abituarmi alla sua presenza-assenza.

<<Astrid, cosa ti sta succedendo?>>
Monica è preoccupata per me perché dice che mi vede strana.
<<Non lo so Moni, non lo so. Ho una confusione in testa che non finisce più.>>
<<Ma perché?>>
<<Per Gabriel.>>
Sussurro quasi per paura che lui possa comparire vicino a me appena io pronuncio il suo nome.

<<Di nuovo?>>
Annuisco mortificata.
<<Ma che cosa è successo?>>
<<Niente, non ci parliamo dai primi giorni di scuola, però quello che mi ha detto ... o meglio, quello che non mi ha detto, continua a ronzarmi in testa. Vorrei sapere tanto se lui si è pentito di essersi messo con Angelica e voglio sapere perché era così dispiaciuto quando ha scoperto che sono fidanzata.>>
Mi butto sul letto e cerco di soffocarmi con il cuscino. Non mi piace non avere risposte alle domande che mi tormentano.

<<Astrid io te l'avevo detto di lasciarlo perdere, santo cielo. Ma perché non mi ascolti mai?>>
<<Monica non sgridarmi che sono già abbastanza in crisi per conto mio.>>
La mia amica mi abbraccia e mi toglie il cuscino dal viso.
<<Perché non glielo chiedi?>>
<<Cosa?>>
<<Se si è pentito di essersi lasciato con Angelica e perché era così triste quando ha saputo di te ed Aiden.>>
<<Lo sai perché non glielo chiedo? Perché ho paura di ricascarci di nuovo. Lo sai tu e lo so io che effetto mi fa Gabriel. Non posso chiederglielo direttamente.>>
Monica si morde il labbro, pensierosa.
<<Astrid, l'unica cosa che posso consigliarti di fare è questa. È quella più logica.>>
Già, ma i sentimenti non sono logica.

<<Astrid, per me tu non cogli i segnali.>>
Siamo a casa di Ginevra a mangiare, con Monica, Dafne, Andrea e Aurora e sto raccontando loro tutta la storia tra me e Gabriel e tra me ed Aiden.
Andrea e Dafne ci stanno esponendo la loro teoria.
<<Anche per me, Astrid.>>
Continua Dafne.

<<Ma che segnali dovrei cogliere, scusate?>>
Le mie due amiche sbuffano e alzano gli occhi al cielo.
<<Oh ma sei cieca? È evidente, dai!>>
Mormora Andrea.
<<Ma cosa è evidente?>>
Non riesco a capire cosa vogliono dirmi.
<<Tu e lui!>>
Esclamano in coro.
Aurora alza la mano.
<<Anche io sono d'accordo con loro.>>
Le fulmino tutte e tre con lo sguardo.

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