CAPITOLO 3

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<<Io ti amo, ti ho sempre amata.>>
Gabriel mi prende un braccio e mi guarda negli occhi. Mi perdo nel suo sguardo color cioccolato e non riesco a spiccicare parola. Sono pietrificata dall'emozione e dalla sorpresa.
<<Astrid, mi hai capito? Io ti amo!>>
Distolgo lo sguardo dal suo perché so che, altrimenti, potrebbe rimanere per sempre in quella posizione a urlare che mi ama e io non muoverei neanche un muscolo. Mi ha sempre fatto questo effetto, il suo sguardo: mi paralizza e mi fa diventare di cera.
<<E allora perché non mi hai mai detto niente?>>
Lui allenta leggermente la presa dal mio braccio e, con due dita, mi alza il mento, in modo da inchiodarmi nuovamente con lo sguardo.
<<Avevo paura del giudizio delle nostre compagne di classe, avevo paura che mi considerassero uno sprovveduto sentimentale se avessi confidato a qualcuno questo sentimento, ma io ti amo, io ti amo sul serio!>>
Cerco di resistere al suo fascino e al fascino delle sue parole. Non posso cadere tra le sue braccia proprio adesso che ho deciso di farla finita, non posso ritornare sui miei passi, ho fatto una promessa e, questa volta, intendo mantenerla, così strappo il braccio dal velluto delle sue mani.

<<Perché dovrei crederti? Non mi hai mai dimostrato niente!>>
Un lampo di dolore attraversa i suoi occhi e si appoggia contro il muro di casa mia. So che è venuto fin qua solo per me ma non posso cedere, devo essere forte, anche se il cuore cerca di uscire dal mio petto per posarsi tra le sue mani forti che, in qualsiasi momento, potrebbero schiacciarlo e ferirlo, come hanno fatto durante gli ultimi due anni, così chiudo il cuore palpitante nella sua gabbia e butto la chiave.

<<Astrid ... come posso fare per dimostrarti ciò che provo? Sono venuto fino a casa tua. Ti ho dichiarato il mio amore. Non l'ho mai fatto con nessuna, perché tu sei la persona più bella, importante e dolce che io abbia mai conosciuto e sei la prima della quale mi sono innamorato.>>
Io non rispondo. Avrei così tante cose da dirgli, con tutte le lettere che gli ho scritto e che non gli ho mai dato e adesso non riesco a trovare nulla per rispondergli. Così lui mi strattona per capire se sono ancora presente.
<<Mi hai capito? Io ti amo!>>
Io lo guardo di nuovo e cerco di leggere i suoi occhi per capire se sta dicendo la verità o se mi sta prendendo in giro con l'ennesimo scherzo di cattivo gusto. Prende la mia mano e la bacia teneramente. Cerco di sottrarla ma non ci riesco: lei vuole stare lì, sa che quello è il suo posto e io, in fondo, non la voglio togliere.
<<Gabriel, non posso. Io ho fatto una promessa.>>
<<Astrid, ti prego, non ho mai desiderato nulla come desidero te da due anni e come ti desidero in questo momento. Proviamoci. Rompi quella stupida, dannatissima promessa. Io sono qui, non c'è bisogno di fare niente di drastico.>>

Cerco nuovamente di allontanarmi da Lui ma il mio corpo non mi ubbidisce e rimane con lui.<<No, non funzionerebbe, siamo troppo diversi. Io sogno un amore da favola, cerco il principe azzurro, e tu non potresti darmi ciò di cui ho bisogno. Tu non sei il principe, tu sei il pirata che ha rubato il mio cuore senza permesso.>>
Mento.
Gabriel ride e la sua risata fa urlare il cuore.
<<No Gabriel.>>
Vedo la sofferenza nei suoi occhi, la stessa sofferenza che ho visto nei miei per due anni. Mi lascia la mano e questa cade inerme al mio fianco. Lui si accascia nel mio prato, in ginocchio. Mi mordo le labbra. Non gli posso resistere. Ma devo. No. Sì. Devo stargli lontana. Ma lo amo troppo. Devo dimenticarlo. Ma ho aspettato questo momento per così tanto tempo. Mi spiace ragione, hai perso, anche questa volta. Mi abbasso e mi inginocchio in modo da avere il mio viso quasi a diretto contatto con il suo. 

<<Non mi fare soffrire, non lo merito.>>
Lui mi guarda negli occhi e vedo amore. E tenerezza. E dolcezza. E fedeltà. Mentre il dolore se ne va compiaciuto.
<<Non lo farei mai.>>
Libero il cuore. Gabriel si avvicina piano, piano, riesco a sentire quel suo profumo che mi ha sempre fatto impazzire, sfiora le mie labbra ... 

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