CAPITOLO 24

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<<Ragazze, andiamo in un bar? Ne ho visto uno l'altra sera con musica bassa ma bella, così facciamo contente sia me che Astrid. Okay?>>
Propone Lara con la voce colma di speranza. Io in questo momento potrei anche cadere da un precipizio, se me lo proponessero, quindi annuisco e lascio decidere loro. Tanto so che non mi divertirò. Ho questo senso d'angoscia dentro che mi attanaglia lo stomaco e penso che potrei vomitare da un momento all'altro. Non mi sento affatto bene. 

"E' questo l'effetto che fa l'amore! Non ti ricordi?" Zitto cuore! Stai zitto! Caccio questo pensiero e seguo le mie amiche che, nel frattempo, hanno deciso di accogliere la proposta di Lara. Almeno così non avrà il muso.

Il bar è in centro e si chiama "Roger Rabbit", sembra un locale tranquillo, poco illuminato e poco incasinato. Non ci sono persone in piedi che ballano ubriache, ma sono tutti seduti ai rispettivi tavoli o, al massimo, alle sedie del bancone. La musica è bassa e ci permette di parlare normalmente. Appena entriamo, ci accoglie una cameriera con i pattini a rotelle, due orecchie e una coda da coniglio.
<<Benvenute al Roger Rabbit. Vi accompagno a un tavolo?>>
Lara sembra raggiante e sembra aver ritrovato, finalmente, la perduta felicità. Meno male, perché non avrei potuto sopportare un minuto di più il suo muso lungo.
<<Sì, per favore.>>
<<Certo. Io sono Alessandra, seguitemi.>>
Seguiamo la coniglietta mentre pattina con disinvoltura tra un tavolo e l'altro e ci accompagna in fondo al locale ad un tavolo rotondo con quattro sedie.
<<Eccovi qui. Arriverò tra poco per le vostre ordinazioni. I menù sono sul tavolo.>>
<<Grazie.>>
Diciamo in coro. Ci sediamo e iniziamo a guardarci intorno. Questo locale mi piace, devo dire che Lara, questa volta, ha avuto buon gusto.
<<Soddisfatta Astrid?>>
Mi domanda Lara mentre mi guarda nella penombra. Io annuisco e prendo il menù che sta di fronte a me. 

<<Ragazze, alcolici o analcolici?>>
Chiede Ginevra.
<<Analcolici penso.>>
Propone Monica.
<<Alcolici.>>
Diciamo Lara ed io in coro. Lei mi guarda sorpresa.

<<Astrid, mi sorprendi! Tu che non hai mai preso neanche un goccio d'alcol, vuoi bere? Oh Signore, mi stupisci ogni giorno di più!>>
Io scrollo le spalle. È inutile che mi aduli, tanto non ti dirò mai il motivo vero per cui voglio un alcolico.
<<Perché no? Sono maggiorenne. Sono in vacanza. Quindi anche se mi bevo un drink leggero non muore nessuno.>>
<<Così mi piaci, Astrid!>>
Mi batte il cinque e ride. 

Alessandra ritorna, sempre pattinando, con un block notes in una mano e una biro dietro l'orecchio.
<<Bene ragazze, cosa facciamo?>>
<<Per me un mojito. >>
Ordina Lara.
<<Una coca cola per me.>>
Ordina Ginevra che non ha mai toccato nulla che non fosse più alcolico della coca cola.
<<Per me ... un coca Malibù.>>
Ordina Monica.
E io? Cosa potrei ordinare?
<<Un sex on the beach per favore.>>
<<Perfetto. Arrivo subito con le vostre bibite.>>

Passiamo una bella serata, nonostante tutto, tra risate, parole sussurrate, sguardi e pensieri filosofici (soprattutto da parte mia). Ci divertiamo e, per qualche ora, riesco a non pensare ad Aiden, anche se, un angolino del mio cervello e del mio cuore, si chiedono continuamente cosa stia facendo e dove sia.

<<Ragazze, sono le 23.30. Andiamo in hotel? Sono stanca.>>
Monica sta sbadigliando e sarebbe capace di stendersi sul tavolo e addormentarsi qui. Ginevra la segue sbadigliando.
<<Io sono d'accordo con Monica.>>
<<Idem!>>
Solo Lara non è tanto dell'idea di tornare in hotel perché so che lei vorrebbe divertirsi tutta notte, ma siamo umane e siamo stanche quindi la trasciniamo fuori a forza e ci dirigiamo verso l'hotel. Tengo a braccetto da una parte Monica e dall'altra Ginevra, mentre Lara saltella di fronte a noi. Ma a quella ragazza non si scaricano le batterie?

In hotel vediamo Gemma alla sua scrivania mentre parla al telefono.
<<Aiden, dove sei? Ti decidi a tornare in hotel? Ma come no? Scusa e dove saresti ora? Ah. E quindi? No, questo non lo accetto, torna subito qui che domani devi lavorare. Non mi interessa se non sono tua madre, ti ordino ti tornare subito qui altrimenti ti licenzio. Hai capito? LICENZIO!>>
Butta giù il telefono e si massaggia le tempie con le dita affusolate. Appena ci vede, ci sorride.
<<Buonanotte ragazze.>>
<<Buonanotte anche a lei.>>

Aiden non è ancora tornato. Ma dove sarà? Sono preoccupata. Guardo Monica e Ginevra per chiedere un muto consiglio ma loro sono troppo assonnate e credo non abbiano capito niente. Bene. Le trascino a stento in ascensore e, in camera, le butto sul letto.

<<Dai belle addormentate, mettetevi il pigiama e andate a letto. Forza!>>
Loro strusciano sotto il cuscino, prendono il pigiama e, con gli occhi chiusi, si svestono, si vestono e finiscono sotto le coperte, russando.
Lara le segue a ruota e, dieci minuti dopo, si addormenta profondamente.

Io sono l'ultima. Sono sempre l'ultima ad addormentarmi perché quello non è il mio letto, quello non è il mio cuscino e faccio sempre fatica a dormire quando sono lontana da casa. Mi infilo sotto le fresche lenzuola e cerco di prendere sonno, ma non riesco e non è colpa del cuscino o del materasso. E' Aiden. E' il suo pensiero. Dove sarà? In un lampo decido cosa fare, così prendo il telefono e in tre secondi scrivo il messaggio che gli invio.


"Dove sei? Non fare cavolate. Ritorna in hotel, ti
prego. Gemma è molto preoccupata per te.
E lo sono anche io."

Metto la vibrazione altelefono e lo appoggio sul petto così lo sento appena mi risponderà.
Passano dieci minuti e ancora non ho riposta da Aiden.
Passano venti minuti e ancora niente.
Trenta.
Quaranta.
Un'ora.
Che cacchio. Dove sei? 

Inizio ad avere sonno. E' l'una di notte, ma non possodormire perché devo assolutamente aspettare una sua risposta. Chiudo gli occhiper un attimo per farli riposare e mi risveglio di soprassalto perché iltelefono vibra. Oddio, un messaggio. Sblocco il telefono sicura di vedere,finalmente, una risposta di Aiden ma, invece, leggo un altro nome: Gabriel.

"Ci sono treni che non ripassano, e poi ci sei tu."

Luciano Ligabue

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