CAPITOLO 25

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Come se avessi una molla sotto il mio corpo, scatto a sedere sul letto. Spalanco gli occhi incredula. No. Magari ho letto male. No, ho letto male, ho letto male di sicuro. 

Riprendo il telefono per leggere meglio il nome che c'è scritto sul mio display ma il nome è quello. Gabriel. Gabriel. GABRIEL. Cosa fa? Cosa vuole? Ma non ha capito che mi deve lasciare in pace? 

Il cuore inizia a battere all'impazzata e mi manca l'aria. 

Scendo dal letto quasi correndo e vado in bagno. Mi guardo allo specchio e noto che ho il viso inondato di lacrime. No. No. No. Mi ero promessa di non piangere più per lui. No. Smettila Astrid, smettila, ti prego. Ma non ci riesco. 

Apro l'acqua per coprire i miei singhiozzi e mi lavo la faccia per cancellare le tracce del mio dolore. Ma non funziona. Esco dal bagno in tutta fretta, cercando di trattenermi per non svegliare le mie compagne di stanza, apro la porta e mi catapulto fuori dalla camera, nel corridoio. 

Fortunatamente c'è solo una camera vicino alla nostra ed è quella di Aiden ma so che lui non c'è, quindi posso dar sfogo a tutte le mie emozioni. E piango. Piango tanto, anche se credevo di non aver più lacrime da spendere per Lui. E singhiozzo. Singhiozzo per esternare tutto ciò che provo, perché sono stanca di tenermi sempre tutto dentro. Mi appoggio alla parete, mi accascio per terra e nascondo il viso tra le mani, appoggiando le braccia alle ginocchia. Ma perché a me?

<<Astrid!>>
Alzo lo sguardo e trovo Aiden sulla soglia della camera, con indosso un paio dipantaloni del pigiama e una canottiera bianca. Corre ad accucciarsi vicino a mee mi abbraccia affettuosamente. Io piango ancora più forte e lui mi accarezzadolcemente i capelli.
<<Ehi, ehi, cosa succede?>>
Io cerco di spiegargli tutto, ma mi manca il respiro e inizio di nuovo asinghiozzare. Aiden mi prende il viso tra le mani e mi guarda negli occhi.Capisce che c'è qualcosa che non va. Capisce che c'è qualcosa che mi turba.
<<Astrid, stai calma. Respira.>>

Io provo a respirare normalmente, ma non ce la faccio ed è come se una morsainvisibile mi schiacciasse i polmoni e non mi lasciasse respirare. Allora Aidenmi prende per mano e inizia a camminare. Vorrei chiedere dove mi sta portando,ma decido di stare zitta, perché so che, tanto, non riuscirei a emettereneanche un suono. Camminiamo per tutto il corridoio, fino alla terrazza.Usciamo. L'aria del mattino mi entra nei polmoni, spezzando, almeno per unsecondo, la morsa che me li schiacciava. Faccio dei respiri brevi e regolari eriesco a calmarmi leggermente. Aiden mi porta vicino a uno sdraio e mi fa sedere.

<<Aspettami qui, torno subito.>>
"No, non te ne andare. Ho bisogno di te".Mi dà un bacio sui capelli e se ne va.
Mi guardo intorno e noto che è quasi l'alba. Ma quanto sono stata fuori apiangere? L'aria fresca mi solletica ilcorpo e, visto che indosso un paio di pantaloncini e una canottiera, inizio adavere freddo e i brividi mi corrono lungo tutta la pelle. 

Mi siedo a gambe ebraccia incrociate sulla sdraio, cercando di combattere il freddo. Dopo untempo che mi sembra eterno, Aiden ritorna con in mano una coperta, un bicchiered'acqua fresca e il mio cellulare.

Mi copre amorevolmente con la coperta e mi fa bere l'acqua, poi mi porge iltelefono.
<<L'ho trovato davanti alla porta della tua camera e ho pensato chemagari fosse tuo.>>
Io annuisco, mentre guardo il mare. Aiden si siede vicino a me e mi passa unbraccio intorno alle spalle, così io posso accoccolarmi accanto a lui.
<<Allora, mi vuoi raccontare ciò che è successo?>>
Io scuoto la testa. Non posso. Non ce la faccio.
<<Allora provo a indovinare: hai litigato con le tue amiche?>>
Scuoto la testa.
<<Mmmm ... hai fatto un brutto sogno?>>
No.
<<Non credo che tu pianga per me, quindi ... >>
No. No e no.
<<Dai, non posso aiutarti se non mi dici che cosa ti è successo.>>
Gli passo il telefono e abbasso lo sguardo. Lui lo prende e lo sblocca.

<<Gabriel?>>
Mormora e io annuisco.
<<E' per questo messaggio che piangi?>>
Annuisco di nuovo.
<<Ma Astrid, non l'hai ancora letto ... >>
Io deglutisco e mi copro il volto.
<<Non lo vuoi leggere?>>
Scuoto la testa. No. Non voglio saperne nulla.
<<Sicura?>>
Annuisco.

<<Lo posso leggere io?>>
Annuisco.
<<Sei di poche parole stasera eh?>>
Annuisco di nuovo, ma sorridendo leggermente. Aiden apre il messaggio e lolegge in silenzio, poi scoppia a ridere e mi guarda. Ma cosa ride?
<<Ma tu sei rimasta sconvolta sul serio per questo messaggio?>>
Annuisco e nascondo di nuovo il viso nelle mani. Lui mi scosta i capelli dalvolto e sorride.
<<Vuoi sapere cosa c'è scritto?>>
No, non lo voglio sapere.
<<Giuro che non è niente.>>
<<Okay.>>
Mormoro in un filo di voce ed è la prima parola che dico da ore.

<< "Ciao.">>
Io lo guardo aspettando che Aiden continui a leggere il messaggio, ma non vaavanti e mi guarda sorridendo.
<<Tutto qui?>>
<<Tutto qui.>>
Mi ha scritto solo un ciao? Ho pianto tutte le lacrime che avevo in corpo perun semplice ciao? Ma che cosa ha nel cervello? Ma non gli è passato per lamente che io avrei potuto stare da schifo a causa del suo messaggio? E' unegoista. E' cattivo. E' senza cuore. Non è più il mio Gabriel. Maledetto. 

<<Ti va di raccontarmi cosa è successo con questo cretino?>>
Annuisco. Sì. Per la prima volta in assoluto, parlerò di Gabriel. Da dovepotrei iniziare?

"Ti piace dirmi cose per le quali soffrirò.

[... ]E tu mi spezzi il cuore, tanto sai che resterò ad ascoltare te per tutti i giorni che per te vivrò."

Mia Martini – Lacrime di marzo

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