CAPITOLO 5

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Gabriel e la ragazza, finalmente, si scollano e si alzano. Finalmente la vedo e la riconosco. E questo mi fa arrabbiare. La collera prende il posto del dolore. Col cavolo che gli piacciono le ragazze semplici! La conosco, quella ragazza, è famosa per essere una delle ragazze più facili, stupide e materialiste. Si chiama Angelica e, in diciassette anni d'età, ha avuto lo stesso numero di ragazzi per anno. Indossa un vestitino nero, aderentissimo e cortissimo, che potrei metterlo a confronto con tutte le magliette più corte che ho e, posso giurare, sarebbero tutte più lunghe; sandali neri con il tacco talmente generoso che le regala quindici centimetri in più d'altezza. Non riesce a camminare, non so se per i tacchi o per l'effetto di tutti i drink alcolici che, sicuramente, si è bevuta, così si deve appiccicare alla sua nuova fiamma, per non capitolare a terra. Vengono verso di noi e vanno a ballare. Ballano davanti a me. Davanti a me! Ballano in modo sensuale, come se fossero una coppia che sta insieme da anni, invece che da dieci minuti, segnati soltanto da sbaciucchiamenti. La scena che ho davanti agli occhi mi fa abbastanza schifo e, allora, me ne vado per non vedere. Cerco di allontanarmi il più possibile dalla pista da ballo e dalla musica e così, vado a sedermi da sola sulla stessa panchina sulla quale erano seduti Gabriel e Angelica e inizio a pensare: forse è meglio così, in fondo, avevo già deciso di dimenticarlo e sapere che lui sta con un'altra renderà le cose molto più facili. Anche se fa un male insopportabile, anche se si sente un gran vuoto dentro perché una parte di me se n'è appena andata, anche se si fa fatica a respirare, bisogna andare avanti.
"Che non si muore per amore è una gran bella verità".

Le mie amiche mi raggiungono e si siedono con me, so che vorrebbero andare a ballare ma non lo fanno per cercare di consolarmi. Iniziano a insultare lui e a insultare lei, mentre io inizio a insultare me.
<<Maledetta me che mi sono lasciata scappare un ragazzo del genere!>>

Non riesco più a trattenermi e scoppio a piangere. Singhiozzo rumorosamente, perché devo cercare di eliminare tutta quella disperazione che mi pesa sullo stomaco. Devo cercare di colmare il vuoto che si è formato dentro di me e allora singhiozzo forte perché mi sembra di poter allontanare il dolore. Se non muoio stasera, non morirò mai più. Le lacrime scendono calde sulle mie guance, viaggiano sul mio viso e finiscono sulle mie labbra. Anche loro hanno una fine. Proprio come noi. Non mi vede nessuno, perché sono tutti impegnati a bere, a ballare o a provarci con qualche ragazza o ragazzo. 

Ma Gabriel se ne accorge. Lui che non si accorge mai di niente, ha dovuto accorgersi proprio di questo. Prende Angelica per mano (altra pugnalata nel mio petto) e viene verso di me camminando lentamente, guardandomi in modo bizzarro, come fa sempre quando, a scuola, non capisce qualcosa. Si ferma davanti a me e, inginocchiandosi, mi alza il volto con due dita. Lo guardo negli occhi e scoppio. Non posso più trattenermi e vomito un fiume di parole che, in un momento normale, non avrei mai pensato di dire. 

Mi alzo in piedi e mi rivolgo ad Angelica.
<<Cerca di passare più tempo possibile con Lui. Non lasciartelo sfuggire, è un ragazzo d'oro. Non farlo soffrire, non se lo merita anche se Lui ha trovato tutti i modi possibili per ferire me. Non abbandonarlo, non fare il mio stesso errore, se lo farai, lui ne soffrirà e cambierà. Non permetterglielo. Coccolalo, ne ha bisogno: è un ragazzo che si sente spesso solo. Dagli tutta la tenerezza, l'amore, l'affetto che io ho saputo dargli solo da lontano. Tienitelo stretto, legati a Lui e butta le chiavi. E siate felici.>>
Angelica mi guarda confusa e senza parole, così mi volto e mi rivolgo direttamente a Lui.

<<E Tu, ormai appartieni totalmente ad un'altra. Lei, che in una serata ha saputo ottenere ciò che io, in due anni, non ho mai avuto, dopo una serie di buchi nell'acqua. Amala. Non farla soffrire come hai fatto con me, anche se involontariamente. Portala a ballare ... >>
Ricomincio a piangere e, per qualche secondo, non riesco più a parlare. Una morsa invisibile mi stringe le viscere e provo una sorta di dolore fisico.
<< ... Guardala negli occhi senza parlare. Baciala su ogni parte del corpo. Falla sentire bella, falla sentire amata. Vuoi lei? La vuoi davvero? Non trattarla come un capriccio. Non abbandonarla all'angolo della strada. Tienila stretta e abbracciala.>>
Gabriel allunga una mano per accarezzarmi ma io mi scosto, mentre nuove lacrime mi solcano il viso.
<<No, io sto bene. Starò bene. Come è successo altre volte.>>
Gli occhi di Gabriel sono dilatati dallo stupore.

<<Tu mi ami?>>
Boccheggia.
<<Oh stai zitto!>>
Urlo voltando lo sguardo. Gabriel non si vuole arrendere, mi prende il braccio e mi fa girare verso di lui e io sono troppo debole per rifiutarmi.
<<Sei innamorata di me Astrid? Dimmelo!>>
<<Ma Santo Cielo Gabriel! Hai avuto due anni di tempo per capirlo e ci arrivi adesso? Non hai mai notato gli sguardi che ti lanciavo? Non hai mai guardato i miei occhi mentre ti guardavo? Mio Dio, Gabriel, quando mi eri accanto il mio cuore batteva così forte che mi stupisco che tu non l'abbia mai sentito!>>
Lo spingo via da me e Lui mi lascia fare.
<< Ma ora non importa più. Hai trovato un'altra e sei felice ... è questo che conta, no? Non pensare a me, non dovrebbe essere difficile, visto che non l'hai mai fatto.>>.

Guardo Angelica con determinazione: "Tu farai quello che ti ho chiesto." Angelica riprende la mano di Gabriel e annuisce verso di me, per farmi capire che lo farà e io, in risposta, le sussurro un grazie. 

Monica mi prende per mano e ci avviamo vero l'uscita.

<<Astrid, aspetta! Non puoi lasciarmi così, dobbiamo parlare!>>
Urla Gabriel alle mie spalle. Non gli rispondo, non ci riuscirei. Ho un nodo in gola che, se dovesse sciogliersi, potrebbe farmi dire ciò che ho paura di dire e, per stasera, ho già detto abbastanza, quindi sto zitta e non mi volto: se lo guardassi ora, potrei non riuscire a lasciarlo andare. 

<<Astrid! Girati e guardami negli occhi! Vieni qui!>>
Ordina lui. Ma io non posso obbedire.
Addio Gabriel.

Appena fuori dal cancello mi guardo indietro un'ultima volta e noto che Gabriel mi sta ancora guardando intensamente mentre cerca di fare un passo per raggiungermi, ma Angelica lo ferma, gli prende il viso tra le mani e lo bacia teneramente, come avrei sempre voluto fare io. Mi si mozza il respiro e mi piego in due, tenendomi le mani sullo stomaco. Non potendo sopportare di più, mi volto e vedo che di fianco a me, seduta per terra e con un bicchiere di Coca Malibù in mano, si trova una ragazza che piange sommessamente. Mi guarda. La guardo. Ci guardiamo. Abbiamo entrambe il viso rigato di lacrime e gli occhi tristi e forse, chi lo sa, piangiamo anche per lo stesso motivo. Forse anche a lei è appena stato spezzato il cuore. Forse anche a lei è appena stato rubato l'amore. Io le faccio un sorriso di incoraggiamento e lei alza il bicchiere in mia salute e manda giù un altro sorso. Bere per dimenticare. Non funzionerà, ma non glielo faccio notare.

Questa serata che doveva essere la mia ultima possibilità di essere felice con il ragazzo che amo, è diventata la prima possibilità di un'altra ragazza di trovare l'amore.
Queste sono le ultime lacrime che io verserò per Gabriel.
Io lo amo, e tanto, ma non mi piace più.


 "E se ritorni nella mente basta pensare che non ci sei, che sto soffrendo inutilmente perché so, io lo so, io so che non tornerai"

Lucio Battisti-Io vivrò senza te

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