La Promessa

CAPITOLO 26

<<Gabriel è il mio compagno di classe. Sono innamorata di lui da più di due anni. Ci siamo conosciuti all'età di quattordici anni. Inizialmente non è successo nulla, ci parlavamo normalmente, come due compagni di classe, eravamo amici, semplici amici. 

Io ero innamorata di un altro ragazzo dalle elementari, Lorenzo, ma il nostro nome in codice per definirlo era Sole, perché per me, Lorenzo, era il Sole. 

Monica, la mia amica, si era presa una cotta per Gabriel fin dal primo momento in cui l'aveva visto. Lei gli andava dietro sul serio, ci provava spudoratamente con lui, gli mandava messaggi, gli chiedeva come stava e tutte queste cose, ma lui non era interessato a lei, anche se lei non lo capiva proprio. 

Poi, in seconda liceo, è cambiato tutto. Il 22 febbraio, la mia migliore amica dell'epoca, Greta, ha fatto una delle cose più spaventose, più brutte, più crudeli che una persona possa fare alla sua migliore amica: mi ha tradita. Ha rivelato il mio segreto, il mio amore segreto per Lorenzo, quell'amore che io stavo tenendo nascosto da ben sei anni, al suo migliore amico, Mattia. 

Mattia, Lorenzo ed io eravamo in classe insieme alle medie, quindi tu puoi capire come io mi sia sentita quando quella persona mi ha confessato che cosa aveva fatto. Me lo ricordo come se fosse ieri: stavamo camminando insieme per andare a prendere il pullman, quando lei, ridendo, mi ha confessato che aveva detto a Mattia che io ero ancora innamorata di Lorenzo. In quel momento mi è crollato il mondo sotto i piedi ed ho avuto la mia prima, vera delusione d'amore.

Mi sono resa conto che non avrei più avuto una migliore amica. Mi sono resa conto che non avrei più dovuto amare il Sole. Mi sono resa conto che il mio cuore stava piangendo. Mi sentivo morire. In tre secondi avevo perso due delle persone più importanti della mia vita. E non ho saputo trattenermi e sono scoppiata a piangere esattamente dov'ero. Non mi interessava se mi stavano guardando tutti, curiosi di sapere per quale motivo io mi stessi sciogliendo in lacrime. E a Greta non ha detto nulla. E Greta non mi ha detto nulla. Mi vedeva stare male eppure non ha aperto bocca se non per dire: sei esagerata. Esagerata. Io? Io che avevo fatto tutto per lei. Io che avrei rubato la luna se solo me l'avesse chiesto. Io che mi era fidata ciecamente. Io che avevo messo la mia vita e i miei sentimenti nelle sue mani. E lei li aveva lanciati al vento. Da quel giorno io non riuscii più a fidarmi di lei. E quel 22 febbraio ho perso il mio primo amore e la mia migliore amica. 

So che tu potrai pensare che ciò che ha fatto Greta non è stato niente, ma in quel momento, nella mia mente di adolescente sedicenne, il suo tradimento era paragonabile al tradimento di Giuda.

Tre giorni dopo, il 25 febbraio, la mia professoressa di scienze umane mi ha cambiato posto e sono finita vicino a Gabriel. E fu l'inizio dell'inferno. 

Lui capiva, in qualche modo, che c'era qualcosa che non andava. Percepiva a pelle che non stavo bene, che stavo soffrendo e faceva di tutto per consolarmi e per farmi parlare. Io non volevo più fidarmi di nessuno, ma nel mio cuore, sentivo che, con lui, potevo parlare di tutto. E lo feci. Gli raccontai di tutta la mia storia con Sole, il mio primo amore iniziato all'età di nove anni e continuato fino a sedici. 

Gli raccontai di Greta, di quello che mi aveva fatto. Gli raccontai anche di un'altra mia amica, Eleonora, che aveva litigato con me perché non poteva sopportare Greta. Gli raccontai tutto e lui mi ascoltò in silenzio. Serio. Pendeva dalle mie labbra e non osava interrompermi per paura che io potessi bloccarmi di nuovo e non parlare più. Terminato il mio lungo racconto, lui ha provato a consolarmi, dicendomi di stare tranquilla, che tutto si sarebbe risolto, di non essere più triste, perché non serve essere fidanzata per essere felice. E io, con lui, con le sue parole, con i suoi modi gentili, con la sua amicizia, con le sue carezze, con le sue attenzioni, iniziai a ricucirmi un poco.