CAPITOLO 36

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Vivere una relazione a distanza è dura. È dura davvero. Più di quanto io avrei mai immaginato. Devi amare davvero una persona per sopportare i chilometri che vi separano. E questo non è da tutti. 

Sono ormai tre settimane che Aiden ed io non ci vediamo. E' da 23 giorni, 11 ore, 36 minuti e 42 secondi che non lo abbraccio. Che non lo bacio. Che non sento le sue mani forti su di me. E la sua assenza mi sta uccidendo. 

Ci sentiamo ogni giorno, quasi ogni minuto di ogni ora. Spiritualmente stiamo sempre insieme, ma fisicamente non so quando sarà la prossima volta che potrò stargli accanto. Siamo sempre al telefono: o lui chiama me, o io chiamo lui. Ci vediamo tramite Skype e spesso stiamo i minuti in silenzio semplicemente guardandoci negli occhi e appoggiando la mano sullo schermo, quasi a voler distruggere quella barriera e prenderci realmente per mano. 

Ho parlato con i miei genitori chiedendo loro come io possa fare a vederlo e loro si sono scusati con me per non potermi pagare un altro viaggio per andare a trovarlo. Sono davvero dispiaciuti e credono che io sia infelice a causa loro. Io ho spiegato a mia madre e a mio padre che la mia parziale infelicità non è causata da loro, ma è causata dalla mia lontananza da Aiden e loro mi hanno risposto che è colpa loro se noi non possiamo stare vicini. Questo non è vero, ma non lo capiscono. Mi hanno promesso che, a Natale, inviteranno a casa nostra il mio ragazzo e, se riuscirà a lasciare l'albergo per qualche settimana, anche Gemma. 

Aiden ha parlato con sua zia ed è riuscito ad ottenere due settimane di permesso proprio nelle due settimane di Natale, così potremmo vederci nuovamente. Io non sarò con lui, però, il giorno del suo compleanno. Quest'anno, il 5 Dicembre, compie vent'anni ed io non ci sarò. Mi ha detto che non gli importa. Mi ha detto che, quest'anno, il suo compleanno non cadrà il 5 Dicembre, ma il 23, ossia il giorno in cui potremo riabbracciarci. E allora avrà un vero motivo per festeggiare.

Gemma sta facendo il possibile per farci incontrare e per accompagnare il suo figlioccio e spero tanto che riuscirà a liberarsi dall'impegno dell'albergo, in questo modo i nostri genitori potranno conoscersi e i miei, forse, si fideranno di più di quel ragazzo misterioso che sta con la loro bambina. Spesso ho il presentimento che loro non credano davvero che io sia riuscita a trovare un fidanzato, ma io so che è reale. A volte, quando mi manca così tanto da sentire un enorme voragine dentro al petto, riesco a percepire il suo calore sul mio corpo ed è come se lui fosse con me e mi stesse abbracciando. Solo così, in quei momenti bui, riesco ad addormentarmi e la mattina mi risveglio abbracciata al cuscino.

Questaè una di quelle sere in cui la sua assenza è talmente presente che mi toglie ilrespiro. Ma, oggi, il cuscino non mi basta più. Ho bisogno di lui. Prendo iltelefono e lo so che è tardi e che probabilmente lui non leggerà il miomessaggio fino a domani mattina, ma ho bisogno di dirglielo.

"Mi manchi."

Premo invio e appoggio il telefono sul comodino, certa che Aiden, dopo una lunga giornata di lavoro, sia a letto. Poi chiudo gli occhi e cerco di dormire. Ma il sonno non arriva. Mi rigiro e mi rigiro, fino a strappare le coperte fuori dal letto. Mi metto seduta e fisso il muro con uno sguardo triste. Sono sola.

Poi, invece, il mio telefono vibra.
Mi catapulto sul comodino, lo prendo e leggo il messaggio. È Aiden.

"Mi manchi anche tu. Perché non dormi?"

Si preoccupa sempre per me. 

"Nonriesco a dormire perché ho bisogno di te. 
E tu perché non dormi?"

Premo invio e ancora non riesco a credere che quel cameriere che ho trovato in camera mia mentre mi ascoltava cantare, ora sia diventato così importante e fondamentale nella mia vita.

"Idem."

Leggo il nuovo messaggio che mi ha inviato. Ci manchiamo a vicenda e non trovo giusto che due persone debbano soffrire e debbano stare lontane se si amano. Ma la vita non è giusta e io lo so. E anche Aiden lo sa, lui più di tutti lo sa. E noi abbiamo imparato ad accettarla. 

Mi arriva un altro messaggio.

"A cosa pensi?"

Penso a te. Penso a come tu faccia a sapere, anche a millanta chilometri di distanza, che io sto pensando.

"Penso al nostro primo incontro."

"Ah sì? Io mi ricordo di quando sei uscita
dal bagno avvolta in una salvietta tutta
striminzita e mi hai guardato come se
avessi visto un fantasma."

Ridopiano, cercando di non svegliare i miei genitori. Quanto è scemo. 

"Ahahah pensando al nostro incontro ti
ricordi solo di come ero svestita?
Vergognati!"

Passano due minuti durante i quali non mi arriva nessun messaggio. Forse si è addormentato. Il sorriso che mi si era formato sul viso sparisce un po'.

"No. Penso anche a quello che ho pensato
la prima volta che ti ho vista."

Eccolo.Non si è addormentato senza dirmi nulla. 

"Cioè?"

Questa volta non passano neanche due secondi.

"Chesei la ragazza più bella che io abbia
mai visto."

Stringoforte il telefono al petto e mi mordo le labbra chiudendo gli occhi. 

"Ti amo."

"Tiamo anche io. Ora sei più tranquilla?"

"Sì. Grazie a te. Buonanotte."

"Buonanotte amore."


"Il fatto è che in certi momenti mi manchi così tanto che ho paura di non farcela."

I segreti di Brokeback Mountain

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