CAPITOLO 27

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Aiden è ancora in silenzio e sono certa che sta cercando di assorbire, come una spugna, tutte le informazione che gli ho dato. Io lo guardo di sottecchi, mentre lui guarda ancora il mare. Il suo viso è illuminato dai raggi del sole.
<<Ti prego, dimmi qualcosa.>>
Aiden sospira e si volta a guardarmi.
<<Adesso ho capito tutto.>>
Lo guardo stupita.
<<Tutto cosa?>>
Alza le spalle.
<<Tutto. Il motivo per cui ieri sera mi hai detto che non puoi uscire con me. È per lui. È perché sei ancora innamorata di lui.>>
Colpo al cuore. Sentire quelle parole da una persona quasi estranea mi ha fatto un certo effetto: se Aiden, che ha appena ascoltato la nostra storia, si è accorto che io sono innamorata ancora di Gabriel, deve essere vero. Ma non può essere vero. "E allora perché hai pianto come una fontana stanotte?" Oh cervello, sei insopportabile. Però ha ragione.

<<Ma no ... >>
Aiden alza gli occhi al cielo e sbuffa, così io decido di stare zitta e ricacciare nella gola le parole che stavo per sussurrare.
<<Adesso non dirmi che tu non sei innamorata di lui perché giuro che mi metto a urlare! È evidente che tu non l'hai dimenticato, Astrid. Ti brillavano gli occhi quando stavi raccontando di come eravate uniti tre anni fa, figurati se non sei innamorata di lui.>>
Sembra arrabbiato, ma con che diritto? Decido di rispondergli.

<<Ascolta, non so per quale oscuro e misterioso motivo tu sia così arrabbiato con me, visto che è stata tua l'idea di farti raccontare tutta la mia storia, quindi vedi di darti una calmata. Se vuoi prendertela con qualcuno, non prendertela con me ma prenditela con te stesso perché tu hai voluto immischiarti in questa storia, non ti ho supplicato io di farlo!>>
Detto questo mi alzo dalla sdraio sulla quale eravamo accoccolati e mi dirigo verso la porta.

<<Dove hai intenzione di andare adesso?>>
Sbuffo e mi voltò, lanciandogli la coperta che avevo ancora sulle spalle.
<<A dormire!>>
Urlò. Inizio a camminare verso la porta ma sento una mano che mi ferma.

<<Aspetta.>>
Il suo tono è più pacato. La sua mano è stretta attorno al mio polso e stringe con forza, per impedirmi di andare via. Mi guarda e noto nel suo sguardo un velo di dolore. O forse è solo la mia immaginazione. O magari ho le allucinazioni perché stanotte non ho praticamente dormito. Comunque mi fermo e non oppongo resistenza perché voglio sentire cos'ha da dirmi.
<<Scusami. Hai ragione, mi sono comportato male.>>
Mi calmo e mi siedo nuovamente sulla sdraio, accanto a lui. Aiden mi copre con la coperta perché ho la pelle d'oca, non so se è causata dal freddo, dal mio racconto o dalla vicinanza con quel ragazzo.
<<Mi devi capire. Mi ha fatto sentire strano sentirti raccontare cosa avete passato tu e lui. Mi ha fatto star male percepire la tua emozione e il tuo amore nel raccontare la vostra storia, quando fino a dieci minuti prima eri disperata perché ti aveva mandato quel messaggio. Devo capire come tu faccia ad amarlo dopo tutto quello che ti ha fatto.>>

Sono senza parole. In una notte lui è riuscito ad arrivare al punto: come faccio ad amarlo ancora dopo tutto il male che mi ha fatto? Cerco di spiegare gli strani sentimenti che combattono dentro di me e spero che lui capisca, anche se so che non sarà facile.
<<Perché io ho conosciuto il vero Gabriel. Quello che è adesso è solo una maschera. Lui non è così, io lo so. Io ho visto la sua parte peggiore e la sua parte migliore ed ho imparato ad amare entrambe, ma quello che è diventato, quello che finge di essere ultimamente, non lo posso amare, perché io so che non è così.>>

Aiden si gratta il mento, pensieroso.
<<Quindi mi stai dicendo che tu ... sei solamente innamorata del suo ricordo?>>
Centro. Goal. Canestro.
<<Esatto. Io lo amo, ma non mi piace più.>>
Mi guarda e io continuo il mio discorso.
<<E' per questo che lo devo assolutamente dimenticare e ti giuro che ci sto provando, ma diventa difficile quando lui mi manda dei messaggi perché significa che, in qualche parte dell'universo, lui esiste ancora, mentre io devo far finta che si sia eclissato. Capisci?>>
<<Capisco.>>

<<E' per questo che non posso uscire con te, non finché Gabriel resterà nel mio universo.>>
Mi mordo il labbro aspettando una sua risposta. Mi piange il cuore dovergli dire tutte queste cose, ma non lo voglio illudere, perché so cosa significa essere illusi. Ho pianto fin troppe notti per questa causa.

<<Ma se tu non puoi uscire con me perché pensi ancora a quel Gabriel che hai conosciuto tre anni fa, noi non potremmo mai uscire insieme?>>
Scuoto la testa.
<<No, non potremmo uscire fino a quando Gabriel sarà sparito veramente.>>
Lui fa un sorriso triste.
<<Sì, ma Astrid, tu starai qui ancora per meno di due settimane. Io non posso sperare che tu dimentichi quel ragazzo in così poco tempo. È impossibile.>>
Non ci avevo pensato. Ha ragione.
<<Quindi?>>
Lui si sdraia e mi guarda dal basso, mentre io sono seduta sulla sponda e cerco di farmi piccola, piccola per non disturbarlo.

<<Quindi io non posso vederti per giorni e non far nulla. Non hai capito che mi piaci?>>
Mi si ferma il cuore. Spalanco gli occhi e lo guardo sorpresa. Lui si mette a ridere.
<<Io non voglio starti lontano perché un cretino patentato che vive a un milione di chilometri da qui, ti fa soffrire.>>
<<Ma ... >>
<<Ma cosa, Astrid? Proviamoci.>>
Io mi mordo il labbro e lo guardo indecisa.
<<Ti prego.>>
Ha lo sguardo da cucciolo indifeso. E non so se è il freddo che mi ha congelato la ragione, se è l'alcol che circola ancora nel mio corpo da ieri sera, se è il racconto che ho appena rivissuto, se è il dispiacere che mi nasce dentro quando vedo Aiden con uno sguardo così tenero ma ... Cosa potrei dirgli se non ...
<<Okay.>>

Lui sorride facendo invidia al sole e mi attira verso di sé. Siamo sdraiati insieme. Aiden mi abbraccia forte e stiamo molto vicini perché dobbiamo dividerci una sola sdraio, ma non mi dispiace. Mi bacia i capelli e mi stringe a sé, come se non volesse più farmi andare via. Mi sento felice e il masso che mi pesava sul cuore, si sta sciogliendo piano, piano, lentamente, grazie al fuoco che brucia dentro Aiden. Il ghiaccio dentro di me viene sciolto e riesco a sorridere sinceramente. Sento il suo calore. Sento il suo corpo contro il mio. Sento il mio corpo contro il suo. È tutto perfetto. Sento che sono dove dovrei essere. Non ho rimorsi. Non ho sensi di colpa. Ci siamo solo io e lui, lui ed io e il resto non conta. Il resto non esiste.

<<Dormi ora.>>
Mi sussurra piano, baciandomi nuovamente i capelli. E, sorridendo, sentendo la sua presenza e cullata dalle sue dolci parole, sprofondo in un sonno profondo.

"Io sono più incasinato di come vedi, meno tranquillo di ciò che credi."

Mecna – Dove sei tu

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