CAPITOLO 19

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Ho il viso appoggiato alla porta della camera e gli occhi chiusi.
<<Sei una stupida. Una stupida. Una stupida.>>
Colpisco leggermente la porta con il pugno per sfogare le emozioni incomprensibili che ho dentro.

<<Non sei una stupida, perché dici questo?>>
Volto il viso. Aiden è appoggiato con una spalla alla porta della camera dalla quale è uscito prima.
<<Non sei stupida. Non dirlo. Non è vero.>>
Ha la faccia seria. Questa volta non sorride.
<<Non lo puoi sapere, non mi conosci.>>
Gli sorrido timidamente e stacco il viso dalla porta.
<<Ti conosco abbastanza da sapere che non sei stupida.>>
<<Come fai a dirlo?>>
Lui si stacca dalla porta e mi si avvicina.
<<Lo posso dire perché io sento le persone a pelle. E so di per certo che non sei stupida, anzi, sei molto intelligente. E poi lo posso dire perché ti ho ascoltata oggi a cena e non hai detto niente di stupido.>>

Io faccio un verso gutturale e abbasso lo sguardo.
<<Se hai ascoltato sul serio i miei discorsi di stasera non penso tu abbia una buona opinione su di me. Non ho detto niente di intelligente, anzi ... >>
Mi vergogno di me stessa e mi chiedo il motivo per il quale io abbia sparato talmente tante stupidate. Che stupida. 

<<Ascoltami, sei in vacanza, non devi mica parlare in modo filosofico, lo fai per mesi a scuola, adesso basta. Ti fidi di me?>>
<<Mh.>>
Non lo conosco eppure c'è qualcosa nei suoi occhi scuri, nella sua voce calma, nel suo sorriso gentile che mi trasmette una sorta di serenità.
<<E allora smettila di dire che sei stupida.>>
Afferma lui con tono di voce deciso.
<<Ma ... >>
<<Niente ma.>>
<<Okay.>>
Lui abbandona lo sguardo serio e severo e, finalmente, mi sorride.
<<Grazie.>>
Sussurro.
<<Di cosa?>>
<<Grazie per le tue parole. Sei molto gentile, anche se non mi conosci.>>
<<Non serve che ti conosca, basta guardarti negli occhi e capire che persona sei. I tuoi occhi parlano e io ho già capito tutto.>>
Detto questo, mi fa l'occhiolino e se ne va. 

Io entro in camera e scopro di essere sudata. Mi guardo allo specchio. Le mie guance sono così rosse che sembro Heidi delle montagne. I miei occhi sono lucidi. Sto leggermente tremando e non riesco a sentire altro che il mio cuore che batte fortissimo. 

Mi stendo sul letto.
E'stato talmente dolce. Non sono più abituata a ricevere queste attenzioni. Non le ho più ricevute, non da quando Gabriel ha deciso di rompere la nostra amicizia. Sento già di essere, in qualche modo, legata a questo ragazzo. Anche se, per ora, non so spiegarmi il motivo. 

Finisco di prepararmi e mi decido a scendere, prima che le mie amiche vengano in camera a sgridarmi perché sono sempre in ritardo.
Esco dalla camera e, mentre chiudo la porta, percepisco sempre quel profumo.
<<Mi stavo chiedendo ... >>
Mi volto di scatto. Aiden è alle mie spalle con il suo cellulare in mano.
<<Aiden!>>
<<Scusa, ti ho spaventata?>>
Si morde il labbro.
<<No, no, figurati, non mi aspettavo di trovarti qui, ti avevo visto scendere dalle scale dieci minuti fa.>>
Sorridiamo insieme.
<<Sì, hai ragione ma, mentre scendevo le scale, pensavo, mi è venuta un'idea e così sono ritornato indietro e ti ho aspettata.>>
<<Oh, hai qualcosa da chiedermi?>>
<<Sì. Più che chiederti qualcosa voglio darti qualcosa.>>
Io lo guardo sospettosa, lui se ne accorge e chiude gli occhi ridendo.
<<No, non preoccuparti.>>
Dalla tasca dei jeans tira fuori un bigliettino piegato e me lo porge. Io lo prendo e, prima di aprilo, gli sorrido.
<<Ciao Astrid, ci vediamo.>>
Alza una mano per salutarmi e poi si allontana.
<<Per davvero, questa volta.>>
<<Ciao Aiden!>>
Gli urlo di rimando e, anche se mi volta la schiena, so che ha sorriso. 

Quando non sento più i suoi passi sulle scale, mi azzardo ad aprire il foglietto con mani tremanti. Dentro c'è scritto, con una grafia ordinata e comprensibile

Questo è il mio numero: 3238082276.
Aiden (:


Nello stesso momento incui finisco di leggere il biglietto, so di per certo che quel numero verràinserito nel mio telefono.     

"Entri nel cervello e mi raggiungi il cuore, senza pudore."

Lucio Battisti - Respirando

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