CAPITOLO 44

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Questa mattina mi sono svegliata con un senso di angoscia che mi ha tormentata tutto il giorno. Non sono riuscita a fare colazione. Non sono riuscita a fare l'intervallo. Non mangio da ieri sera a cena. Non sono nemmeno riuscita a stare attenta in classe e, alla domanda di Gabriel "Ci vediamo oggi, allora?" Le parole si sono ghiacciate nella mia gola e sono solamente riuscita ad annuire. Sì, sono agitata perché oggi pomeriggio lo devo incontrare in biblioteca. È solo un incontro di studi, solo i nostri due cervelli dovrebbero incontrarsi, non i nostri cuori ... eppure ogni volta che penso che "usciremo insieme", potrei morire. 

A pranzo ho mangiato solo una forchettata di pasta e un bicchiere d'acqua. Mia mamma mi guarda preoccupata e io la rincuoro, assicurandole che sto bene, ma non mangio perché il mio stomaco se n'è andato in vacanza ad Honolulu. Quanto vorrei che il cuore l'avesse accompagnato.

Sono le 15.30 ed è ora di partire. In macchina non spiccico una parola e continuo a muovermi come un'impossessata perché non riesco a stare ferma. L'ansia mi fa muovere. È più forte di me.
<<Chiamami quando avete finito, okay?>>
Chiede mia mamma abbassando il finestrino.
Io annuisco. Sono davanti all'ingresso della biblioteca e sto tremando come una foglia.
<<In bocca al lupo, amore.>>
Dice mia mamma prima di sgommare via. 

Sono in anticipo di un quarto d'ora e Gabriel non è ancora arrivato. Spero non sia in ritardo. Spero non si sia dimenticato di venire. Ma no, ma no. Astrid, vedrai che se l'è ricordato. Mi faccio forza fino a quando vedo un ragazzo che somiglia moltissimo a Gabriel, svoltare l'angolo e venirmi incontro. Oddio. Eccolo. 

Abbasso lo sguardo e, improvvisamente, i san pietrini che costituiscono il pavimento, mi sembrano molto interessanti. Guardo altrove perché non vorrei che lui pensasse che lo sto aspettando angosciosamente. No. Devo stare tranquilla. Devo avere un'aria serena. I passi si avvicinano e, in men che non si dica, lui è vicino a me.

<<Scusami, hai una sigaretta?>>
Alzo lo sguardo sorpresa. E mi trovo davanti a uno sconosciuto. Non è Gabriel!
<<Ah ehm no, mi dispiace, non fumo.>>
Il ragazzo annuisce.
<<Okay, grazie mille.>>
Risponde e poi se ne va.
Mi batto il palmo della mano contro la fronte e inizio a scuotere la testa, arrossendo. Che figura! 

<<Chi era quel ragazzo?>>
La sua voce è talmente vicino che faccio un salto dallo spavento.
Gabriel ride e si scusa.
<<Scusami, non volevo spaventarti. Tutto bene?>>
Inizio ad ansimare e il cuore inizia a galoppare.
<<No, niente. Non mi aspettavo di vederti.>>
Lui è un attimo confuso.
<<Ma scusami, avevi un appuntamento con me, no?>>
Chiede sorridendo.

<<Ah sì, certo. Non mi sono spiegata bene ... non credevo di vederti così ... cioè, hai capito?>>
Che imbranata che sono! Sto facendo la figura dell'idiota davanti a Gabriel. Oh Astrid, riprenditi!
<<Sì, ho capito. Sei pronta?>>
Annuisco e varchiamo insieme la soglia della biblioteca.

Stiamo lavorando da circa mezzora e non ci siamo quasi rivolti la parola. Io continuo a tremare e fatico a capire cosa sto leggendo. Ma cosa sto leggendo?! A volte io lancio un'occhiata verso Gabriel. A volte Gabriel lancia un'occhiata verso di me. E quando lo facciamo entrambi nello stesso momento, distogliamo lo sguardo, sorridendo. 

Ad un tratto Gabriel si schiarisce la voce e io alzo la testa dal libro che sto leggendo.

<<Senti Astrid, ti voglio chiedere una cosa.>>
Oddio.
<<Dimmi.>>
Rispondo.
<<Perché siamo così distanti?>>
Ecco. La domanda cruciale.
Io lo guardo confusa perché non capisco come faccia a non capire la risposta alla domanda.
<<Cioè, mi spiego ... io sto con Angelica, tu sei innamorata del tuo ragazzo ... e allora? Perché non siamo tornati come prima?>>
La domanda diretta mi lascia senza fiato.
<<Se tu non provi più niente per me, allora, dovresti comportarti con me come l'anno scorso, come due anni fa ... perché non lo fai?>>
Cosa devo rispondere? Che sono confusa? Che non so più cosa provo per chi?
No. Mentirò. 

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