CAPITOLO 18

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Arrivate in sala da pranzo troviamo il nostro tavolo e ci sediamo tutte e quattro. Monica ed io ci sediamo vicine e di fronte a noi si siedono Lara e Ginevra.
<<Cosa dobbiamo mangiare stasera, che non mi ricord ... >>
Un profumo famigliare mi solletica il naso e subito mi volto. Aiden è appena arrivato e si sta sedendo al tavolo vicino al nostro. Mi guarda. Lo guardo. Mi sorride. Gli sorrido. Sento Monica che mi tira un calcio sotto al tavolo. Io faccio finta di non accorgermi del dolore lancinante alla caviglia e concludo la mia domanda.
<< ... non mi ricordo?>>

Lara e Ginevra prendono il menù che hanno di fronte e cercano la mia risposta. Mentre loro non guardano io mi volto verso Monica che mi guarda con un viso angelico, come se non avesse appena tentato di farmi fuori un piede. "Ti ammazzo" i miei occhi lampeggiano. Lei mi manda un bacio con la mano, come fanno i bambini. Mentre le sorrido i miei occhi, involontariamente, si spostano al tavolo di Aiden e scopro che i suoi erano già su di me. Sorrido ancora di più, mentre abbasso lo sguardo arrossendo e lui mi fa un cenno con un bicchiere "alla tua salute". Io ringrazio con un cenno del viso e torno con la mente al mio tavolo. 

Mi accorgo di una cosa mentre sorrido come un ebete: c'è troppo silenzio, nessuna delle mie amiche parla, è come se ci fossi solo io al tavolo ... ma, ad un tratto, sento un altro calcione al piede e allora scopro che Monica è ancora con me.

<<Monica!>>
Non riesco a trattenermi, questa volta.
<<Astrid!>>
Mi risponde lei accennando a Lara e Ginevra. Io le guardo e noto che loro mi scrutano in modo strano.
<<Che c'è?>>
<<Non ci stavi ascoltando?>>
<<Ehm ... no. Dicevate?>>
<<Abbiamo risposto alla tua domanda: stasera si mangia pasta con il pesce e poi insalata di mare.>>
Risponde Lara.
<<Ah ok, grazie.>>
<<Ma ci sei?>>
Mi chiede Ginevra, con lo sguardo corrucciato.
<<Sì, sì, stavo solo pensando.>>
<<A che?>>
Mi chiede Monica, pur sapendo la mia risposta.
<<Ehm ... a niente, ero persa nei meandri dei miei pensieri, non pensavo a niente in particolare.>>
Sento una risata sommessa che proviene dal tavolo vicino al nostro. Mi volto e vedo che Aiden, anche se sta facendo finta di non ascoltare, ride delle mie parole. 

Io vorrei sotterrarmi e non dover riemergere mai più. Lui sa che stavo pensando a lui! Oh adesso cosa penserà di me? Penserà che sono una sciocca. Perché io sono una sciocca.

Le altre iniziano a parlare di non so cosa, non riesco a seguire neanche un loro discorso perché sono troppo impegnata a pensare alla mia stupidità. Mi picchierei, in questo preciso momento.

Finalmente ci portano la cena e, forse per neanche un minuto, nessuna parla perché attacchiamo immediatamente la nostra pasta.

<<Oh Dio, questo è il nettare degli dei!>>
Annuncia Lara con la bocca piena di cibo. Tutte ci sforziamo di non ridere troppo per evitare di sputare ciò che stiamo masticando. Anche Aiden ride sommessamente, mentre attorciglia con la forchetta i suoi spaghetti. Io continuo, involontariamente, a buttare i miei occhi sul suo tavolo, per vedere cosa fa e per non perdermi nessun suo movimento. Spero non se ne accorga. Ho già fatto troppe brutte figure con quel ragazzo. Mi accorgo, però, che ascolta tutto ciò che diciamo e quando qualcosa è davvero ridicolo o troppo stupido, ride anche lui con noi. Come fanno le mie amiche a non accorgersene? 

Dopo la pasta con il pesce ci portano l'insalata di mare e anche su quella ci buttiamo a capofitto. <<Sembra che non mangiamo da un mese, ragazze.>>
Faccio notare. Al che tutte alzano la testa dal piatto e cercano di contenersi, ma Ginevra ha la risposta pronta.
<<Ma non abbiamo fatto merenda oggi, quindi è come se non mangiassimo veramente da un mese.>>

Stasera non siamo esattamente lucide. Forse il mare, l'aria o il sole ci hanno sbarellato e per questo continuiamo a ridere come delle stupide. Chissà che idea si sta facendo Aiden di me. Volevo dire, chissà che idea si sta facendo Aiden di noi. Volevo dire di noi. Non di me. Cosa me ne importa? Cuore maligno, ti sei insinuato nel cervello e mi fai straparlare. 

Mentre aspettiamo che Ginevra finisca di mangiare (visto che ha voluto ordinare anche il dolce), la guardiamo in silenzio, cercando di non ridere più per non farla ingozzare. A un tratto sento una tocco delicato sulla spalla e sui capelli. Inarco la schiena ancora prima di sapere chi è il colpevole. Mi giro di scatto e vedo Aiden che si allontana. Sorrido, toccandomi i capelli che mi ha sfiorato. Il ragazzo si gira e mi guarda dritto negli occhi.

<<Buona serata, ragazze.>>
Monica e Lara lo guardano incredule e Ginevra cerca di non soffocarsi inghiottendo un boccone di torta troppo grande.
<<Buona serata anche a te.>>
Rispondo timidamente. Aiden sorride e se ne va, mentre io vado letteralmente a fuoco.

<<E' stato carino il cameriere ad augurarci una buona serata. Che tenero.>>
Cinguetta Ginevra mentre ci alziamo dal tavolo circa mezzora dopo.
<<E' così figo quel cameriere! Altro che carino Gin, è proprio figo!>>
Sbava Lara mentre cammina.
Ginevra ride.
<<Cos'è Lara? Ti piace?>>
Lara ridacchia di gusto mentre finge di essere un angioletto.
"Sì, un angelo con la coda e le corna" penso io.
<<Può darsi.>>
Cacchio.

Monica mi guarda mezza impaurita e preoccupata e io le sorrido tristemente e rassegnata. Con Aiden non s'ha da fare. Né ora, né mai.
Ma di cosa mi preoccupo poi? Tanto non mi piace.
<<Com'è che si chiama? Alfredo? Amilcare?>>
Si domanda Ginevra.
<<Boh, era un nome strano, ma non mi ricordo quale ... Deodoro, forse?>>
Risponde Lara. Ginevra la guarda e si vede che non è convinta della risposta dell'amica.
<<No, no ... iniziava con la A ... Amedeo?>>
<<Achille?>>
<<Amos?>>
<<Adenositrifosfato!>>
Lara e Ginevra ridono della battuta, poi guardano me e Monica chiedendosi, probabilmente, il motivo per il quale non ridiamo. Non rido semplicemente perché non fa ridere. 

<<Aiden. Il suo nome è Aiden. Vado in camera un attimo.>>
Dico secca e poi me ne vado.
Cos'è questo fastidio? Cos'è questo brusio nello stomaco? Cos'è questo battito accelerato? E questo rossore continuo sulle guance? Cos'è questo interesse nei suoi confronti? Perché succede a me? Perché a me? Cos'ho fatto di male in questo mondo? Caro Dio, ho fatto qualcosa per dover meritare tutto questo dolore?
<<Astrid, sei una stupida. Una stupida. Sei una stupida.>>
Sussurro a me stessa mentre, a grandi falcate, percorro la hall diretta verso le scale.

"Nascondo questa stupida allegria quando mi guardi." 

Negramaro - Estate

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