CAPITOLO 50

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<<Astrid, amore, svegliati.>>
Ma chi è che all'alba di domenica mattina, decide di svegliarmi?
<<Mamma, lo sai che la domenica è sacra per me, lasciami stare.>>
Mugugno con la voce impastata di sonno mentre mi giro dall'altra parte e mi addormento nuovamente.
Sento qualcuno ridere.

<<Astrid, non sono tua mamma, dai svegliati!>>
Sento due mani che mi accarezzano la testa e che mi scuotono per farmi alzare. Oh ma chi è che rompe? Voglio dormireee!
<<Dai, lasciami stare mamma!>>
Qualcuno ride ancora ... oh ma come si permette? Alzo la testa per dire a quella iena che non sta bene ridere delle persone che vorrebbero dormire e, quando apro gli occhi, vedo che, di fronte a me, non c'è mia mamma. 

C'è Aiden. 

Resto senza parole e lo guardo a bocca aperta. Non so cosa fare perché non mi aspettavo una sorpresa del genere, così esco dal bozzolo delle coperte e mi butto addosso a lui. Ha il suo solito profumo: profuma di mare. Solo adesso mi rendo conto di quanto mi sia mancato fisicamente. 

<<Astrid, calmati, calmati!>>
Ride Aiden mentre cerca di scollare le mie braccia da suo collo. Non posso lasciarlo andare, non posso. Mi è mancato così tanto.
<<Che ci fai qui? Non dovevi venire a Natale?>>
Chiedo ululando. Aiden riesce a staccarmi dal suo corpo e mi guarda teneramente negli occhi.
<<Volevo farti una sorpresa. Ci sono riuscito?>>
Annuisco energicamente e gli butto ancora le braccia al collo e lo stringo forte a me. 

Sembra che non sia cambiato nulla dalla mia vacanza nella quale ci siamo innamorati, peccato, però, che io so che è cambiato tutto. Peccato che io so che non amo più lui. Che non è lui l'uomo della mia vita. Peccato che io continui ad amare Gabriel.

<<Per quanto rimani?>>
Chiedo ancora ancorata al suo collo.
<<Poco. Solo tre giorni, poi devo tornare al lavoro.>>
Risponde lui, serio.
Mentre sono tra le sue braccia, mi accorgo di essere ancora in pigiama e tutta spettinata, così lancio via Aiden e mi nascondo sotto le coperte.
<<Ora esci perché mi devo preparare! FUORI!>>
Urlo come un'ossessa. Voglio rimanere sola. Aiden se ne va dalla stanza ridendo poi si affaccia di nuovo alla porta e:
<<E comunque sei bellissima lo stesso!>>
Io gli lancio il cuscino per farlo sparire dalla mia stanza, ma il complimento che mi ha fatto mi ha dipinto un sorriso tenero sul viso. Si possono amare due persone contemporaneamente?

Mi catapulto a chiudere la porta e prendo il telefono per chiamare Monica.
<<Pronto Astrid?>>
Mi risponde la mia migliore amica, sbadigliando.
<<Aiden è qui!>>
Sussurro urlando.
Monica resta in silenzio per qualche secondo e questa non è assolutamente la reazione che mi sarei aspettata.

<<Lo so.>>
Mi confida Monica. Come?
<<Che vuol dire che lo sai?>>
Chiedo, non capendo cosa mi voglia dire la mia amica.

<<Che gli ho chiesto io di venire qui.>>
Afferma senza pudore. COSA?
<<Cosa hai fatto?>>
Rispondo incredula.
<<Ho chiamato Aiden per farlo venire a casa tua.>>
Risponde semplicemente. Come ha osato? Perché l'ha fatto? PERCHE'?
<<Monica, ma perché?>>
Non ho più sangue in viso e anche la forza nelle mie gambe se n'è andata, perché crollo sul pavimento senza alcun ritegno.
<<Perché non voglio che tu stia con Gabriel.>>
Risponde asciutta. Come ha potuto?
<<Ma Monica ... >>
Non faccio in tempo a finire la frase che lei mi precede.
<<Ascolta Astrid, l'ho fatto per il tuo bene. Non voglio che tu scelga Gabriel, punto.>>
Questa è la mia vita, Monica!
<<Io ho già scelto Gabriel!>>
Monica rimane senza parole per alcuni secondi. Non si aspettava questa risposta. 

<<Sì, Monica, io ho già deciso di lasciare Aiden. Volevo farlo a Natale, ma tu mi hai dato l'occasione di farlo prima, così questa storia finirà presto. Grazie.>>
Detto questo, riattacco il telefono e mi metto le mani nei capelli. Non ho avuto il tempo per prepararmi. Non ho nessun discorso, nessuna frase ad effetto. Non sono preparata psicologicamente.
Oddio e oggi avrei anche dovuto incontrare Gabriel. No. No. No! Mi va tutto male! 

Riprendo in mano il telefono e compongo il numero di Gabriel.
<<Astrid, ciao.>>
Mi saluta lui calorosamente.
<<Non ho tempo di parlare, ti ho solo chiamato per dirti che oggi non possiamo vederci.>>
Dico tutto d'un fiato.
<<Perché?>>
Chiede Gabriel.
<<Ti spiegherò ... >>
In quel momento entra Aiden.
<<Amore, sei pronta?>>
Quando mi vede appoggiata all'armadio, ancora in pigiama e al telefono, si stupisce.
<<Ma con chi parli?>>
Mi chiede.
<<Monica.>>
Dico il primo nome che mi viene in mente.
Dall'altra parte della cornetta, Gabriel ha capito tutto e mi chiede, sottovoce:
<<C'è Aiden?>>
Non ho più saliva e il cuore mi batte convulsamente.
<<Sì Monica.>>
Rispondo a Gabriel. Sì, c'è Aiden. Ti prego, reggimi il gioco.
<<Moni, adesso vado, ciao!>>
Ciao Gabriel.

<<Posso parlarle?>>
Chiede Aiden avvicinandosi a me. Oh Dio e adesso? Le opzioni sono due: o fingo di svenire o mangio il telefono. Aiden mi prende il telefono dalle mani e inizia a parlare con colui che lui pensa sia Monica.
<<Ciao, Monica!>>
E io già prevedo la terza Guerra Mondiale. 

Aiden stacca il telefono dall'orecchio. Ecco. Ha sentito che quella non è la voce di Monica.

Aiden guarda il telefono, confuso. Sta facendo 2+2. 

Aiden mi guarda e mi porge il telefono. Io lo prendo aspettando la sfuriata.

<<Monica aveva già messo giù.>>
Afferma Aiden sorridendo.
Un sospiro di sollievo mi sfugge dalle labbra. Per fortuna che Gabriel è intelligente e ha lasciato le redini della situazione nelle mie mani.
<<Amore, sei pronta? Usciamo!>>
Fingo un sorriso e mi alzo in piedi.
<<Un attimo, sono ancora in pigiama, non posso uscire così!>>
Aiden mi sorride di cuore ed esce dalla stanza scuotendo la testa.
<<Fa' in fretta però!>>
Mi urla dal corridoio.
<<La bellezza richiede tempo!>>
Gli urlo a mia volta. Sento la sua risata e io ripiombo nell'angoscia. Devo dirglielo al più presto possibile.

"Sorrise come facciamo tutti quando veniamo colti di sorpresa dalla felicità."

(Stephen King)

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