CAPITOLO 56

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Chiamo Gabriel.
<<Ti devo parlare.>>
Dico con voce grave al telefono.
<<Mi devo preoccupare?>>
Chiede lui già preoccupato.
<<No. Troviamoci davanti a scuola.>>
<<Okay. A tra poco.>>
Perfetto.

Lo vedo in lontananza. Sta camminando avanti e indietro davanti al portone della scuola. Posso percepire la sua ansia fin da qui. Sicuramente non immagina quello che gli devo dire, sono stata apposta fredda al telefono. 

Siamo lontani tre metri e io tossisco per fargli capire che sono arrivata. Gabriel mi guarda e si blocca. Io scuoto la testa con sguardo sofferente. Lui mi guarda e assorbe il mio finto dolore, solo che, sul suo sguardo, è reale. 

Così io gli faccio un sorriso luminoso e gli corro incontro per poi finire tra le sue braccia. Lui copia il mio sorriso e mi accoglie prendendomi in braccio.

<<Possiamo stare insieme!>>
Gli sussurro all'orecchio e sono le parole più dolci e libere che io abbia mai pronunciato in tutta la mia vita. Sono più di due anni che aspetto di pronunciarle.
<<Amore mio.>>
Mi ringrazia lui e inizia a baciarmi su ogni parte del viso, partendo dalla tempia e arrivando al collo.
Possiamo stare insieme. Possiamo finalmente stare insieme. 

<<Sì, sì! Ce l'abbiamo fatta!>>
Ridiamo insieme e le nostre risate cristalline si espandono in tutto il mondo. Dagli Appennini alle Ande. Dal Polo Nord al Polo Sud. Fino al centro della terra. Tutti sapranno che stiamo insieme. Tutti sapranno che siamo finalmente felici. 

Siamo finalmente felici.
La mia storia inizia qui.
La nostra storia inizia qui. 

"E l'amore guardò il tempo e rise, perché sapeva di non averne bisogno. Finse di morire per un giorno, e di rifiorire alla sera, senza leggi da rispettare. Si addormentò in un angolo di cuore per un tempo che non esisteva. Fuggì senza allontanarsi, ritornò senza essere partito, il tempo moriva e lui restava"

Luigi Pirandello

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