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NATALIE'S POV

Mi svegliai al suono della sveglia.

Ero convinta che si fosse rotta visto che ieri stranamente non era suonata.

Ben ancora dormiva profondamente.
Solo adesso potevo notare il pigiamino che indossava.
Glielo aveva comprato mia mamma alcuni mesi fa.
Era tenero e morbido, di un colore simile al blu notte e con raffigurati alcuni elicotteri bianchi con alcune stelline dello stesso colore sparse qua e là.

Sorrisi teneramente alla vista del mio pulcino, ricordandomi solo poco dopo del mio inevitabile licenziamento.

Quell'uomo.
Invadeva la mia mente ed i miei pensieri.

Era stato un vero stronzo.
Chi diavolo si credeva di essere?

"Stronzo arrogante!" pensai furiosa mentalmente.
Avrei tanto voluto strapparmi i capelli dalla frustrazione.

-Amore...svegliati- sussurrai a Ben, cercando di svegliarlo inutilmente.

-Coraggio dormiglione- dissi accarezzandogli delicatamente i bruni capelli.

Mi ci vollero dieci minuti abbondanti per riuscire a farlo alzare dal letto.

Dopodiché andai a preparargli la colazione, per poi correre a scegliere i vestiti da mettergli.

Mezz'ora dopo eravamo pronti.

Uscimmo di casa, dopo aver salutato di madre, diretti all'asilo e dopo essere arrivati ed aver salutato Ben con un grande bacio, mi incamminai verso il supermercato.

Stranamente la giornata trascorse tranquilla senza alcuni intoppi.

Il pensiero di dover tornare al club per prendere le mie cose, ma soprattutto per dire addio alle mie amiche, mi spezzava il cuore.
Mi ero ormai abituata a loro e non avendo amiche erano le uniche persone cui si avvicinassero a quella figura che normalmente tutte avevano nella loro vita.

-Siamo a casa- urlai buttando le chiavi sopra al tavolo.

-Ciao tesoro- mi salutò piano mia mamma nel mentre era intenta a preparare qualche brodaglia per la cena. Aiuto.

-Tutto bene mamma?- le domandai aprendo il frigo per poi vedere al suo interno solo un pezzo di formaggio, alcuni salumi e due uova.
Cazzo.

-Si, tutto bene tesoro- rispose tranquilla, mentre mescolava con attenzione la brodaglia verdognola.

Circa alle otto di sera ci sedemmo a tavola, mangiando in silenzio quel piatto fumante.
Neanche Ben si lamentó, rimanendo zitto zitto.
Stava proprio diventando un ometto.
Quanto avrei voluto invece dargli il mondo intero.

Una lacrima mi rigó la guancia, ma subito la asciugai con la manica della maglia.

-Devo andare- dissi alzandomi da tavola.
Sia Ben che mia madre mi guardarono piuttosto straniti.

-Sicura che va tutto bene tesoro?- mi domandò mia madre guardandomi con alcune rughe di preoccupazione sul viso.

-Si, tranquilla mamma. Io...ho solo bisogno di fare una passeggiata. Devo schiarirmi le idee- dissi senza riuscire a guardarla negli occhi.

-Non aspettatemi svegli. Dopo la passeggiata mi recheró a lavoro-

E detto questo afferrai il cappotto e la sciarpa dall'appendiabiti per poi indossarli. Così non avrei avuto di certo freddo.

-Un'ultima cosa: mi raccomando, metti Ben a letto- dissi prima di stampare un bacio sulla fronte del mio bambino, per poi uscire di casa.

L'aria era fredda proprio come ieri.
Sembrava non fosse cambiato niente.
Sembrava un giorno come tanti altri.
Eppure la mia mente era invasa dalle preoccupazioni.
Le grandi responsabilità che una madre ha nei confronti di suo figlio e della propria madre malata.

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