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-Oggi stai pure a casa da lavoro- si rivolse Dylan a me, aprendomi la portiera dell'auto per aiutarmi a scendere.

-Mi stai forse licenziando?- mi ritrovai a chiedere senza neanche soffermarmi sulle parole che avevo appena pronunciato.
Ero sempre stata fin troppo ansiosa su questo argomento.

-Ma no!- affermò con una grossa risata.

-Stai tranquilla. Ti sto solo dando la serata libera. Mi sembra giusto che tu debba recuperare il tempo perduto con tuo figlio Ben, visto che la colpa è unicamente mia-

-Figurati, davvero non ce ne bisogno...-

-Insisto- disse sicuro, con un piccolo sorriso che compariva tra le sue splendide labbra.

-Va bene, grazie- sorrisi a mia volta.

-È molto gentile da parte tua- continuai.

-Eh lo so, sono unico- disse, fingendo di pavoneggiarsi di fronte a me.

-Non esagerare!!- risi incrociando le braccia al petto.

Poco dopo ci fu un breve ma eterno istante di silenzio, dove l'unica cosa che parlavano erano i nostri occhi, che si cercavano, si guardavano e scrutavano in quel modo che sapevo bene come sarebbe finito...

...in un bacio. Un magnifico bacio probabilmente.

-A domani allora- mi ritrovai subito a dire, presa dal panico della situazione ed incominciando ad indietreggiare.

Improvvisamente sentii caldo.
Molto caldo.

Stavo davvero sudando senza aver fatto nessuno sforzo?

-Emh, si, a domani- rispose lui evidentemente sorpreso e un po' scombussolato.

Presi le chiavi dalla borsa ed entrai in casa, trovando mia madre intenta a cucinare qualche pietanza italiana per il pranzo e Ben intento a guardare un cartone animato alla tv.

-Ciao- li salutai, togliendomi il giubbotto, per poi andarlo ad appendere sull'appendiabiti.

-Mamma! Mamma!- urlò Ben, venendomi incontro e provando ad abbracciarmi, circondandomi con le piccole braccia la gamba destra.

Il mio amore.

-Ciao tesoro. Tutto bene? Hai fatto il bravo mentre ero via, vero?- gli chiesi sorridendogli.

Lui subito annuì, regalandomi a sua volta uno di quei grandi sorrisi che ti scaldano ogni volta il cuore.

Mi avvicinai a mia madre per ammirare il piatto che stava cucinando con molta attenzione.

Solo quando fui di fianco a lei vidi una benda che le fasciava il polso sinistro.

-Tutto bene, mamma?- le chiesi con un nodo in gola.

-Si, perché?- mi domandò, rivolgendomi lo sguardo e sorridendomi, ancora intenta a mescolare la pasta.

-Perché hai quella benda, mamma?- le domandai quasi con le lacrime agli occhi. Sentivo che la gola mi si era improvvisamente asciugata del tutto.

-Nulla tesoro, non ti preoccupare. Mi sono tagliata per sbaglio prima- cercò di rassicurarmi.

Era evidente che stava mentendo.

"No. Non di nuovo, ti prego" pregai mentalmente, sperando con tutto il cuore che non fosse una delle sue solite bugie per mascherare la depressione che stava peggiorando dentro lei.

-Dimmi la verità mamma. Non avrai nuovamente iniziato a tagliarti, vero?- le chiesi a bassa voce per non farmi sentire da Ben, quasi timorosa di sapere la risposta che mi avrebbe dato.

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