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NATALIE'S POV

Il giorno stesso arrivarono delle persone specializzate, assunte personalmente da Dylan, per portare mia madre con una limousine ad un centro di psicoterapia a Philadelphia.

Le avevo preparato e sistemato tutto con cura, ripiegando i suoi vestiti in una valigia color kaki, che non utilizzavamo ormai da parecchio tempo.

-Ciao mamma. Mi raccomando, sii forte- la salutai con le lacrime agli occhi ed abbracciandola forte, prima che salisse in auto.

-Mi mancherai tanto! La casa non sarà più la stessa senza di te- le dissi, asciugandomi le lacrime.

-Ciao- rispose lei semplicemente.

Mi salutò fredda, con una lacrima che le rigó il viso.

Lasciandola un istante da sola, andai da Ben che era intento a giocare con una macchinina gialla a pochi metri da noi, seduto sul marciapiede tutto concentrato su ciò che stava facendo.

-Vuoi salutare la nonna prima che parta?- gli domandai, accarezzandogli delicatamente i capelli.

-Perché devo salutarla? Dove va la nonna?- chiese con quella vocina fanciullesca che amavo tanto.

-La nonna sta andando in un posto davvero bello! Dove si prenderanno cura di lei- risposi io con calma, prendendogli la piccola manina ed accompagnandolo vicino alla limousine.

Ben restò un momento lì a fissarla.
Notai che gli sputó sulla fronte una piccola rughetta che stava a significare il fatto che si sentisse un po' confuso.

-Ciao ciao nonnina!- la salutò infine con la manina, dopo un lungo istante di silenzio.

Sorrisi teneramente.

Dopo aver salutato mia mamma ancora una volta ed aver versato altre centinaia di lacrime, la nera e scintillante limusine partì, lasciando me e Ben osservarla scomparire sempre più in lontananza.

La strada da affrontare era parecchio lunga e speravo potesse procedere tutto al meglio.

-Voglio la nonna- affermò Ben con un piccolo broncio.

-Tranquillo tesoro. Le telefoneremo ogni sera e tra qualche settimana l'andremo a trovare-

-Promesso?- mi domandò piano, prendendomi per mano.

-Promesso- lo rassicurai sorridendogli.

Quella sera, per tenere in casa alto il morale, sopratutto per Ben, accesi la radio e iniziai a cucinare le cotolette con le patatine fritte.
Era da un po' di tempo che non le preparavo e sapevo bene che a Ben piacevano tanto.
Mangiammo il tutto sul divano, avvolti da una grande coperta mentre guardavamo il cartone animato preferito del mio pulcino.

Quel giorno avevo saltato il turno al supermarket senza dare preavviso. Senza dare una giustificazione.
Cavolo.
Non sapevo come sarebbe andata.
Ma per la prima volta in tutta la mia vita non mi importava più di tanto.
La famiglia era più importante di qualsiasi altra cosa.
La famiglia era tutto. Almeno per me.

Presi il cellulare dalla tasca dei jeans e decisi di scrivere un messaggio a Sharon.

"Scusare ma oggi non vengo per questioni familiari. Avvisa per favore anche le altre e Dylan. Spero non gli dispiaccia. Un bacio"

La risposta non tardò ad arrivare.

"Tranquilla tesorino, prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno. Con Dylan ci parlo io"

"Grazie"

Circa cinque minuti dopo mi arrivò un nuovo messaggio.
Questa volta era da parte di Dylan.

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