{ Prologo }

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NATALIE'S POV

Sono passati ormai sei mesi.

Sei lunghi mesi che non vedo Dylan e sei lunghi mesi che cerco disperatamente di dimenticarlo.
Ben ovviamente mi ha fatto delle domande in merito a ciò che era successo con la polizia ed anche per il fatto di non stare più insieme come prima.

Purtroppo Ben, come del resto io, si era affezionato molto a lui, vedendo Dylan col passare del tempo la figura più paterna che avesse mai avuto al suo fianco.

Ricordo ancora l'ultimo sguardo che ci eravamo scambiati.
Era profondo di rammarico ma non di odio, però forse, adesso, i suoi sentimenti erano cambiati. Mi odiava? Cercava vendetta?
Non lo sapevo, ma non potevo neanche vivere nell'eterna paura. Non sapevo neppure quanti mesi o perfino anni di carcere gli avessero dato.
Mi sentivo ancora in colpa per quello che gli avevo fatto, ma sapevo anche che era la cosa giusta da fare. Per una volta avevo seguito ciò che la coscienza mi dettava e non più l'amore.
Gli sarei sempre stata grata per avermi aiutato nei momenti di difficoltà, con la morte di mia madre e tutto il resto. Aveva perfino salvato il mio bambino da quei russi malviventi, ma rimaneva il fatto che mi aveva spudoratamente mentito. Mi aveva ingannata su tutto: su chi realmente fosse, sul lavoro che svolgeva, sul fatto che fosse una brava persona...
Quell'immagine di lui che uccideva quelle persone continuavo ad averla nella mente e non sarei riuscita a toglierla tanto facilmente da lì.

In questi lunghi mesi erano cambiate tante cose.

In primo luogo, il giorno stesso dell'arresto di Dylan, io e Ben abbiamo preso un aereo diretto alla grande mela. New York. Un sogno ad occhi aperti che ero riuscita a realizzare solo grazie ai soldi ceduti da mia madre.
Ero riuscita, inoltre, a prendere in affitto un appartamento molto carino non molto distante dal centro della città.
Ovviamente il pagamento mensile era il triplo rispetto a quello che pagavo a Detroit ma di certo ne sarebbe valsa la pena.
Trovato un lavoro sarei diventata indipendente, avrei comprato una bella casa e avrei vissuto una vita meravigliosa vedendo Ben crescere e diventare un ragazzo grande e bello.
Dividevo l'appartamento con una donna più grande di me di solo un anno, la quale si chiamava Keyla.
Era una persona meravigliosa. Ormai la consideravo quasi come una sorella. Riuscimmo a legarci fin dall'inizio e con Ben era semplicemente adorabile.
Si era trasferita qui a New York da tre anni, poiché era originaria del Texas ed era anche una donna molto ambiziosa riguardo la sua carriera lavorativa.
Da quando aveva cambiato paese era stata costretta a cambiare quattro appartamenti nel giro di poco tempo.
Nella prima casa in cui era andata ad abitare aveva scoperto che vi erano dei piccoli buchi fatti dal vicino di casa, precedentemente il suo arrivo, in modo da poter spiare chiunque vi andasse a vivere. Insomma un vero e proprio maniaco e per giunta spione!
Nella casa successiva in cui si era trasferita rimase appena cinque giorni poiché vi era in corso una vera e propria infestazione di insetti che a parer suo erano assai schifosi e che inoltre il proprietario dell'appartamento aveva cercato spudoratamente di nascondere.

Come se gli insetti gli avrebbero dato ascolto!

Mentre, invece, negli altri due appartamenti si era trovata parecchio male con i coinquilini che le erano capitati: alcuni erano rumorosi ed irrispettosi, altri ancora semplicemente avevano un carattere di merda impossibile da sopportare a lungo.

A parer suo sono "la miglior coinquilina che le sia mai capitata" sebbene anche io abbia i miei difetti.

Keyla è di sicuro la donna più sveglia che mi sia mai capitato di incontrare.
È una ragazza molto attiva, sorridente e che ama il suo lavoro; infatti da poco più di due anni lavora come avvocato in uno degli studi più importanti di tutta New York ed ora con l'esperienza che guadagnava ogni giorno e la bravura di cui dispone cerca di farsi un nome all'interno di questa città così grande e popolosa.

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