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NATALIE'S POV

La mattina seguente portai come sempre Ben all'asilo e puntuale come un orologio svizzero, arrivai alla biblioteca, per iniziare il mio turno di lavoro in quel posto così meraviglioso.

Avevo sempre amato la lettura ed anche lo studio, ma dopo essere rimasta incinta di Ben avevo dovuto mollare tutto.
Forse era destino, anche perché non so quanto sarei rimasta sui banchi di scuola a causa delle tasse scolastiche troppo elevate.

Finalmente, sebbene fosse solamente temporaneo, avrei svolto un lavoro normale e soprattutto che mi piacesse veramente.

Forse gli altri penserebbero che io sia pazza a fare un lavoro così "noioso" ai loro occhi, ma è solo quando perdi una cosa che capisci quanto in realtà la adoravi.

Perciò scesi dall'auto, aprii la borsetta che stringevo fra le mani ed afferrai il mazzo di chiavi che mi aveva consegnato il giorno prima quella strana donna.
Probabilmente nella sua vita non aveva avuto molte gioie, visto il suo comportamento.

Con il cuore a mille, dovuto all'agitazione del tutto positiva che stavo provando in quel momento, inserii la chiave nella serratura e dopo avergli fatto fare tre giri, si aprii.

Spinsi il piccolo portone in legno e la biblioteca apparve in tutta la sua bellezza di fronte ai miei occhi.

Immediatamente andai ad accendere le luci, dirigendomi successivamente alla scrivania principale, dove vidi vari fogli con scritto l'intero regolamento della biblioteca.

Presi i fogli tra le mani e diedi una rapida lettura.

INDICE:

1. Biblioteche pubbliche e statali
2. Compiti
3. Tutela del patrimonio
4. Notifica delle sottrazioni
5. Registrazioni in entrata
6. Cambi e depositi
7. Servizi automatizzati
8. Interventi topografici
9. Cancellazioni e correzioni
10. Cataloghi

...

Ve ne erano tantissimi, di tutti i tipi ed argomenti: nelle pagine seguenti erano spiegati per filo e per segno ed inoltre erano più di sessanta!

Sconfitta, andai a sistemare nel luogo giusto i libri che alcuni ragazzi avevano utilizzato o preso in prestito precedentemente.

Dopo solo un'ora riuscii ad orientarmi piuttosto bene all'interno dell'edificio.

Verso le 10:30 arrivarono un gruppo di ragazzi. Appena entrarono li salutai raggiante, contenta di vedere finalmente persone quella mattina, ma forse il mio tono di voce alto e fin troppo allegro li spaventó un po'.

Come previsto feci la pausa dalle 12:30 alle 13:00, mangiando due toast ben conditi che avevo preparato la mattina stessa a casa e bevendo una bottiglietta di Coca Cola.

Successivamente alle 15:00 finii il mio turno ed infatti, puntualissima, arrivò "miss simpatia" per prendere il mio posto.

-Ciao- la salutai di ottimo umore.

-Ciao- mi salutò invece lei di mala voglia, senza neppure guardarmi in faccia, intenta a sbottonare il giubbotto.

-Non hai combinato nessun guaio?- mi domandò questa volta degnandomi di un suo sguardo.

-No, no. Certo che no- le risposi, facendole un sorriso di cortesia.

"Donna insopportabile" pensai, con la voglia di sbuffarle in faccia.

-Allora a domani- la salutai.

-Si, a domani- mi salutò a sua volta, girandomi le spalle per visionare qualche documento sconosciuto.

Uscii così dalla biblioteca, salendo in macchina ed andando a prendere Ben all'asilo.

Quel giorno avevano usato le tempere per fare dei cartelloni da appendere successivamente in classe, e ovviamente Ben si era sporcato ovunque. Era proprio buffo.

Dopo aver trascorso il pomeriggio a giocare un po' con lui e telefonando a mia mamma per più di mezz'ora, iniziai a cucinare, preparando un "Mac and Cheese" ovvero della pasta condita con vari formaggi differenti. Ben ne andava ghiotto da sempre ed anche io adoravo questo piatto semplice e gustoso.

Alle 21:30 arrivò Isabelle e dopo aver parlato un po' con lei del più e del meno, uscii di casa, non prima ovviamente aver salutato e dato un grande bacio sulle guanciotte rosee di Ben.

Dopo essere salita in auto, mi avviai al club. Dovevo parlarle con Dylan.
L'avevo trattato malissimo la scorsa sera e soprattutto non l'avevo voluto ascoltare.

Appena scesi, salutai Bill, per poi entrare nell'locale.
Andai dalle ragazze che si trovavano nei camerini per potermi preparare anche io. Natasha come immaginavo non era venuta e le altre, ovviamente, non sapevano il motivo di questa sua assenza ingiustificata.

Quando cominciò lo spettacolo, iniziai a servire ai tavoli.

A metà serata, dopo essere stata importunata come al solito da più o meno sei uomini, sentii qualcuno stringermi da dietro i fianchi.
In quel momento fui pronta a tirare uno schiaffo a chiunque mi avesse toccata in quel modo, ma appena mi girai mi ritrovai la faccia di Dylan a pochi centimetri dalla mia.

Come una vampata di aria fresca ed improvvisa, mi afferrò per i fianchi attirandomi a sé.
I nostri corpi combaciavano l'un l'altro alla perfezione, come se fossero stati creati per stare insieme.
Dimenticandomi di tutto ciò che ci circondava in quel momento, mi lasciai andare.
Dylan avvicinò il suo viso al mio, le nostre labbra si scontrarono, mangiandosi, assaporandosi.
Si trattava di un bacio aggressivo, bisognoso, ma allo stesso tempo dolce ed audace.
Un mix che creó dentro di me i fuochi d'artificio. Per la prima volta sentii le farfalle nello stomaco.
Per la prima volta capii di essermi veramente innamorata di quest'uomo.
Avevo bisogno di lui.
Il mio corpo e la mia anima lo desideravano.

Ansimanti ci staccammo da quel bacio così lungo e per nulla appagante, anzi era quasi doloroso.
Il mio animo era incendiato di desiderio, ma sapevo che quello non era né il luogo giusto e né il momento adatto. Di nuovo.

In quell'istante bastò lo scontro dei nostri sguardi e in questo modo capii di essere sua e lui capii a sua volta di essere diventato mio.

Non sapevo dove ci avrebbe portato tutto questo o cosa il futuro ci avrebbe riservato; speravo solo che dopo tante sofferenze avessi finalmente ritrovato la pace.

Ma forse mi sbagliavo più di quanto immaginassi...

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