Io e Dylan stavamo ancora sdraiati nel letto; stretti l'uno all'altra come se avessimo entrambi paura che qualcosa o qualcuno potesse in qualche modo allontanarci di nuovo.
-Pronta a ripercorrere gli ultimi sette mesi?- mi domandò Dylan prendendomi totalmente alla sprovvista.
"Oh no. Mi avrebbe raccontato del carcere e di tutto il resto"
Volevo davvero sapere ciò che per colpa mia aveva dovuto passare? Ero davvero pronta ad affrontare tutto questo? Ad ascoltarlo senza dovermi sentire un verme ogni istante?
Esitante annuí, incapace di tirar fuori una sola parola. Era come se il mio corpo di fosse bloccato spinto dal senso di colpa ed anche dalla vergogna.
Ciò che avevo fatto non poteva essere cambiato. Era inutile rimuginarci ancora. Avevo preso una scelta, che pensavo fosse la più giusta e corretta per tutti e due, ed ora dovevo semplicemente conviverci.Era ridicolo: sembravo più io infuriata con me stessa che Dylan nei miei confronti.
-Dopo che la polizia mi ha portato in centrale per sottopormi ad un loro interrogatorio in merito ai traffici di droga e ad alcuni omicidi sospetti avvenuti nel corso degli anni, ho chiamato il mio avvocato, il migliore in circolazione. Grazie a lui sono stato accusato solamente di contrabbando, alcuni traffici illeciti e per l'uccisione di quel bastardo di Anatoliy. Se mi avessero accusato di tutte le cattive azioni che ho commesso nella mia vita probabilmente adesso sarei ancora in carcere, a scontare il mio ergastolo a vita-
"Per fortuna non è stato così" pensai con un nodo alla gola. Avrei potuto perderlo per sempre. C'era mancato davvero poco.
Cosa mi sarei dovuta aspettare? Era ovvio che a un capo mafia avrebbero dato l'ergastolo a vita, e per fortuna che ci trovavamo a Detroit e non altrove, come per esempio in Alabama o in California, perché in quel caso nessuno sarebbe riuscito in alcun modo a salvarlo dalla condanna a morte tramite l'utilizzo dell'iniezione letale, la quale negli ultimi anni sapevo fosse molto usata in questo tipo di processi.
Mi venne immediatamente la pelle d'oca, oltre che una fitta profonda e deturpante al cuore.-Il mio avvocato, inoltre, è riuscito a far passare l'uccisione di Anatoliy come un atto di difesa. Ma non è stato facile. Nulla in realtà è stato semplice. Alla fine, tra patteggiamenti vari e persone che sono riuscito a corrompere, mi hanno dato solamente sei mesi e undici giorni di carcere- concluse.
Il suo sguardo era ritornato ad essere indecifrabile. Non riuscivo a comprendere quali emozioni stava provando in quel momento nel ripercorrere mesi che di certo non saranno stati facili per lui.-Eri arrabbiato con me, vero? Furioso a dir poco. E beh, hai pienamente ragione ad esserlo. Ti ho tradito. Tu ti fidavi di me ed io ti ho pugnalato alle spalle. Non dimenticherò mai il tuo sguardo, il tuo viso, l'amarezza nei tuoi occhi quando è arrivata la polizia, circondandoti senza alcuna via di scampo e sopratutto prendendoti totalmente di sorpresa, solo perché ti sei semplicemente fidato-
Una lacrima rigò il mio viso.
Eccolo lì, il senso di colpa.Dopo quello che avevo fatto era difficile riuscire anche solo guardarlo in faccia.
La sua espressione mutò dopo aver udito le mie parole, lasciandomi alquanto perplessa. Sembrava sconvolto, stupito. Il suo sguardo era come se volesse dirmi "ma di cosa stai parlando?!"
-Perché pensi che sia venuto fino a qui, allora? Perché credi che ti abbia cercata immediatamente una volta essere ritornato libero? Sei stata nei miei pensieri ogni giorno, Natalie. Ogni singolo istante. Eri la mia luce in quel luogo di tormento. Eri la mia unica speranza. Non ti incolpo di nulla, credimi. Te l'ho già detto: hai fatto una scelta e io l'ho accettata e l'ho pure capita. Questi mesi senza di te mi hanno aiutato a cambiare, a migliorarmi. Solo per te. Solo per Ben-
Wow, le sue parole. Ciò che aveva appena detto era stato a dir poco meraviglioso. Non si poteva neppure tradurre in un semplice ed unico aggettivo. Si era appena esposto come non aveva mai fatto prima. Era stato sincero dall'inizio alla fine, e si vedeva lontano un miglio che l'uomo al mio fianco era totalmente diverso da quello che avevo conosciuto mesi fa.
Il senso di colpa che mi attanagliava era ormai stato sostituito da un altro sentimento. Un sentimento che non provavo da tanto e che era stato spezzato più volte... l'amore.Senza aspettare oltre lo baciai con passione, come non avevo mi fatto prima d'ora. Con quel bacio volevo trasmettergli tutta me stessa, tutti i sentimenti che in quei lunghi mesi mi ero dovuta tener dentro, il senso di vuoto che avevo provato ogni giorno in sua assenza.
Anche se era cambiato in un certo senso quell'uomo era rimasto uguale a come lo ricordavo. La sua bocca e la sua lingua esperta riuscirono in poco tempo a portarmi in un mondo fatto di estasi e di profondo desiderio peccatore. Lo volevo. Lo rivolevo dentro di me. Volevo sentire nuovamente quel piacere che solo lui era riuscito a regalarmi. Volevo fare l'amore con il mio uomo; perché sì, nel bene e nel male continuava ad essere la mia ancora.
Con la mente annebbiata dal desiderio che cresceva dentro di me, non mi accorsi nemmeno che Dylan mi aveva già svestita del tutto. Forse sarei dovuta essere almeno un po' imbarazzata dopo così tanto tempo e in quelle condizioni di fronte al suo sguardo bramoso, ma invece mi sentivo totalmente a mio agio, maledettamente eccitata e a dir poco famelica.
Nel giro di pochi istanti Dylan entrò dentro di me, riempiendomi e portandomi nella dimensione del piacere successiva a quella precedente. Sentivo la testa vuota, senza pensieri e senza timori. Gemetti colta dal piacere che aumentava, facendosi largo nella parte più sensibile.-Sei così bella..- mormorò Dylan, guardandomi come se mi stesse venerando, mentre le spinte diventavano sempre più veloci e intense, facendomi totalmente perdere nel piacere.
Non sapevo se rispondere. In realtà non sapevo proprio cosa dire. In quei momenti il mio cervello riusciva a perdere totalmente le sue capacità.
Avrei voluto in qualche modo trattenere l'orgasmo per non dover mai più terminare quel momento, ma riuscì comunque ed inesorabilmente a travolgermi, divampando come un incendio e consumandomi totalmente.
Ero sua. Semplicemente sua.
Dylan venne dentro di me praticamente subito dopo l'orgasmo più bello che avessi mai avuto in vita mia.
Mi sentii svuotata. Sentii come se avessi appena toccato il paradiso.
I nostri cuori battevano incontrollati, mentre i nostri corpi impregnati di sudore continuavano ad essere attaccati l'uno all'altra.-Ti amo, Natalie. E ti amerò per sempre- sussurrò, poco distante dalle mie orecchie, accarezzandomi la schiena nuda.
Lo guardai, ammirando il suo viso e perdendomi nei suoi meravigliosi occhi.
Ero pronta ad un "ti amo"? Ero pronta ad amarlo di nuovo incondizionatamente?
Beh, lo avrei saputo soltanto scoprendolo e vivendolo fino in fondo. La nostra relazione riusciva a tirar fuori il meglio di me e sì, volevo maledettamente rivivere quel paradiso che ci eravamo costruiti intorno.-Ti amo anch'io amore mio- gli sussurrai, cedendogli con quella dichiarazione d'amore il mio cuore. "Abbine cura", pensai, lasciandomi una volta per tutte il passato alle spalle e riuscendo finalmente a sognare un futuro che solo insieme saremmo riusciti a costruire.
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Ma ciao polpettine mie!
Mi scuso ancora per non essere riuscita ad aggiornare la scorsa domenica. Perdonatemiii!!
Vi confesso che sono un po' triste e non molto motivata in questo periodo perché ho notato una continua e considerevole diminuzione di visualizzazioni.
Che succede?
Non vi sta più entusiasmando come prima la storia?
Dovrei fare delle modifiche?
Cambiare qualcosa?
Migliorare in qualche modo?Commentatemi qui sotto, perché a questo punto non so davvero cosa fare.
Mi avete messo in crisi 😅Alla prossima my girls e anche se in anticipo buon 2018!!!
~Mary
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|| Only for you ||
RomanceLei, Natalie Moore, una ballerina di lap dance, mamma e giovane donna guerriera, che non permette a nessuno di metterle i piedi in testa. Lui, Dylan Carter, il nuovo proprietario del club in cui lavora la ragazza. Un uomo ricco e pieno di oscuri seg...