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NATALIE'S POV

Dopo essere riuscita a fare il bagnetto a Ben ed averlo asciugato tutto per bene, lo vestii con un tenero ed elegante completo blu.
Sembrava essere proprio un principe.
Io mio bellissimo principe.

Io, invece, decisi di indossare un vestito non troppo pesate ma che riuscisse comunque a tenermi al caldo, lungo appena sopra le ginocchia e di un porpora accesso.
Questo vestito l'avevo acquistato anni fa per un occasione speciale che non riuscivo proprio a ricordare.
Qualcosa di decente ce l'avevo quindi...

Dopo essermi truccata, applicando un po' di fondotinta e un po' di correttore, con una leggera pennellata di blush rosato sulle mie guancie bianche, una sottile riga sulla palpebra superiore di eyeliner nero ed un rossetto di un rosso acceso sulle labbra; passai ad occuparmi dei capelli: pettinandoli con cura e piastrandoli, in modo che potessero risultare più ordinati.

Prima di uscire indossai un paio di scarpe nere tacco 12, che avevo preso gentilmente in prestito alcune settimane fa dal guardaroba del club.

Dopo aver messo il giubbotto e le scarpe a Ben ed aver indossato il mio cappotto beige con una sciarpa in finto lino avvolta intorno al collo per proteggermi dal vento che oggi soffiava forte, sentii il campanello suonare.

"Appena in tempo" pensai con un sospiro di sollievo.

Mentre Ben andava a prendere nella sacca dei giochi la sua macchinina rossa preferita, io andai ad aprire alla porta.

"Ero pronta? Si, lo ero. Forza e coraggio, Natalie!" mi rassicurai.

Mi sentivo un po' nervosa.

-Ciao- salutai Dylan sorridente appena aprii la porta, ritrovandomelo di fronte a pochi centimetri di distanza.

Mio dio, era bello come il sole.

Indossava un talleur sui toni del blu scuro, che gli fasciava l'intero corpo alla perfezione, facendolo sembrare un'affascinante ed elegante uomo d'affari. Che in teoria era.

-Wow, sei bellissima- commentò lui, scrutandomi attentamente.

-Anche tu- mi ritrovai subito a dire accorgendomi di avere improvvisamente la gola secca.

La bellezza illegale di quell'uomo mi faceva diventare pazza.
Quanto avrei voluto sbuffare esasperata da me stessa.
Esasperata dai miei ormoni da adolescente incontrollati.

-Ben è pronto?- domandò lui, guardandomi dietro le spalle.

E proprio in quel momento arrivò di corsa il mio piccolino, attaccandosi alla stoffa del mio abito.
Sembrava essere piuttosto timido.
Strano, visto che aveva già visto Dylan una volta in precedenza.

-Hey ometto!- lo salutò Dylan abbassandosi alla sua altezza.

-Ciao- lo salutò Ben a bassa voce.

-Hai fame?- gli domandò Dylan per riuscire a conoscersi meglio e probabilmente anche per far sentire Ben più a suo agio.

-Tanta!- rispose questa volta, facendo un piccolo urletto allegro.

-E allora che cosa stiamo aspettando? Andiamo!- affermò Dylan alzandosi e dirigendosi verso l'auto.

Io e Ben lo seguimmo e dopo aver posizionato correttamente il seggiolino sul sedile posteriore dell'Audi, vi misi al suo interno Ben, allacciando le varie cinture, per poi andarmi a sedere nel sedile posteriore di fianco a Dylan, che al volante iniziò a guidare con tranquillità.

Con la coda dell'occhio sbirciai nella sua direzione. Sembrava rilassato. Sereno e felice come non l'avevo mai visto.

La radio trasmetteva My Way di Calvin Harris. Una canzone ritmata che diede un po' di brio al viaggio.

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