NATALIE'S POV
Dopo aver chiamato la clinica a Philadelphia per informarmi su come effettivamente si trovasse e comportasse mia madre, le infermiere le passarono il telefono per poter parlare con me.
Mi sembrava tranquilla dalla voce.
Probabilmente non era per niente male quel posto.Dopodiché, digitai il numero della mia vicina di casa. Amelia.
Era una donna di quarantacinque anni, fuggita dal suo paese d'origine, il Messico ed arrivata negli Stati Uniti circa vent'anni fa. Viveva con suo marito e i suoi quattro figli. Era abituata ad essere circondata da bambini piccoli e sinceramente non capivo proprio come facesse.
Per mia fortuna faceva la casalinga, quindi ne approfittai, chiamandola e chiedendole se poteva badare a Ben la sera e parte della notte.
Finché non avrei terminato il turno al club e il tempo che ci avrai impiegato per arrivare a casa.
Qualcuno da lassù probabilmente mi amava, perché con mia grande sorpresa accettò volentieri, sebbene non avessimo stretti rapporti.Alle otto iniziai a cucinare la minestrina di verdure che Ben mangiò con malavoglia.
A quale bambino piacciono le verdure?Dopo cena, aiutai Ben a lavare per bene i denti, per poi mettergli il giubbotto.
Uscimmo di casa ed andai a suonare il campanello della famiglia Martínez.
Andò ad aprire Candida, la figlia di Amelia.-Ciao! C'è in casa la mamma?- la salutai sorridente.
Frequentava la quarta elementare ed era una bambina meravigliosa: con quelle due treccine che le cadevano sulle spalle e che la rendevano adorabile, la carnagione leggermente scura faceva risaltare i suoi occhi verdi come lo smeraldo più prezioso.
Mi sarebbe piaciuto un giorno avere anche io una bambina.
Ben ne sarebbe stato senz'altro entusiasta e così non sarebbe mai stato solo. Avrebbe avuto sempre qualcuno con cui giocare e conoscendolo, avrebbe protetto la sua sorellina da tutti i pericoli del mondo, assumendo l'autorità di un perfetto fratello maggiore.
Mi commossi immaginando quella scena così dolce.-Certo! Sta lavando i piatti- rispose lei iniziando a saltellare da un piede all'altro. Era piena di energie!
-Oh, va bene, allora non la voglio disturbare. Accompagni quindi tu Ben in casa? La tua mamma mi ha promesso che si sarebbe presa lei cura di lui-
-Sisi lo so. Vieni Ben- lo invitò ad entrare, prendendogli la manina e conducendolo oltre la porta.
-Ma tu dove vai?- mi chiese improvvisamente prima di chiudere la porta.
-Vado a lavoro- risposi abbassandomi alla sua altezza.
-A quest'ora? E che lavoro fai?- mi domandò stupita.
-Emh..io...beh ecco...lavoro come cameriera in un posto molto bello e raffinato-
"Se certo come no!" pensai con la voglia di sbuffare.
-Cosa significa "raffinato"?- mi domandò nuovamente incuriosita probabilmente dall'apprendere una nuova parola.
-Beh, raffinato significa quando una cosa è davvero molto bella ed elegante-
-Wow!! Allora da grande vorrei fare anche io il tuo lavoro!- esclamò euforica.
-Hai ancora tanta strada davanti a te per scegliere cosa fare da grande.
Adesso vado; saluta la mamma da parte mia--Va bene. Ciao!-
-Ciao mamma!!- mi salutò Ben con la manina.
-Ciao amore. A dopo- lo salutai a mia volta.
Rientrai in casa, correndo in bagno per fare un doccia veloce e per poi andarmi a vestire più decentemente di come ero conciata: decidendo di indossare un paio di jeans neri ed attillati, con una maglietta blu a mezze maniche e con sopra un comodo cardigan grigio chiaro.
Infine indossai un paio di stivaletti bassi e grigi.
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|| Only for you ||
RomanceLei, Natalie Moore, una ballerina di lap dance, mamma e giovane donna guerriera, che non permette a nessuno di metterle i piedi in testa. Lui, Dylan Carter, il nuovo proprietario del club in cui lavora la ragazza. Un uomo ricco e pieno di oscuri seg...