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-Che cosa hai fatto?- dissi con gli occhi sgranati, stringendo a me forte Ben che piangeva per lo spavento che aveva avuto dovuto ai colpi di pistola.

I corpi senza vita stavano ancora lì, di fronte a noi, immobili e in un mare di sangue.

-Natalie...so che sei sconvolta ma ascoltami...- provó a dire, iniziando ad avvicinarsi a me.

-Non osare avvicinarti!- urlai ormai spaventata dall'uomo di cui mi ero innamorata e che adesso stava a soli pochi passi da me.

-Natalie, ti prego- mi supplicò avanzando di un altro passo.

-Stai lontano da noi!- gridai nuovamente, con le mani che tremavano senza alcuna sosta.

-Ti prego. Non allontanarti da me. Ho bisogno di te. Io..io posso cambiare!- mi pregó, inginocchiandosi.

-Non lasciarmi Natalie. Io ho bisogno di te- mi disse in un mormorio poco chiaro.

-Tu non sei l'uomo che ho conosciuto. Non sei l'uomo che pensavo fossi. Mi dispiace...addio Dylan- affermai con il fiato corto e il cuore spezzato.

Presi Ben in braccio e lasciando Dylan ancora in ginocchio e disperato, andai via, dirigendomi con fatica in una delle vie principali, sebbene fossero distanti da quel luogo orribile, per poter così prendere un taxi.

Decisi di passare la notte insieme a Ben in un motel economico. Era squallido e abbastanza sporco, ma come al solito era l'unico posto che potevo permettermi ed inoltre non potevo nemmeno tornare a casa perché lì lo avrei di certo incontrato.

Non potevo ancora crederci. Sembrava quasi surreale.
Mi ero innamorata di un mafioso e per di più assassino a sangue freddo. Come avevo potuto essere così dannatamente cieca?
Ero stata una stupida!
Eppure sembrava così premuroso e attento nei miei confronti e sopratutto con Ben; ma evidentemente era una squallida farsa.
E se non avessi mai saputo nulla di tutto questo e un giorno si fosse svegliato male o fosse arrivato a casa ubriaco decidendo di ucciderci proprio come aveva fatto poche ore fa con quegli uomini?
Certo, non erano di certo dei santi, ma erano pur sempre persone ed inoltre avevano rispettato i patti.

Sdraiata sul lurido letto del motel, avvinghiata stretta a Ben, pensai a lungo, riflettendo su molte cose. Avevo paura e non potevo più fidarmi di Dylan. Era diventato un pericolo.
Cazzo, ho lasciato a casa sua tutte le nostre cose. Come avrei fatto? Non potevo nemmeno ricomprare tutto quanto.
C'era solo una cosa a questo punto da fare.
Mi avrebbe odiata, ma io probabilmente mi sarei odiata molto di più.

E con le lacrime agli occhi mi addormentai.
Sapevo che non mi avrebbe mai più perdonata.

La mattina seguente decisi di far dormire Ben a lungo, concedendomi a mia volta una lunga doccia rilassante. Dopo tutto quello che aveva passato aveva di sicuro bisogno di un lungo riposo.
Al suo risveglio, gli feci il bagno, per poi rivestirlo e andare a comprare ad un piccolo bar vicino due brioche ai frutti di bosco.

Prendendo un taxi decisi di tornare nella mia vecchia abitazione, per poter parlare con il proprietario chiedendogli di potermi nuovamente affittare la casa.

Dopo aver pagato il tassista mi accorsi di essere rimasta con solo dieci dollari in tasca. Cazzo.

Appena arrivai di fronte il portone notai che vi era della posta che si era accumulata nella mia ormai vecchia cassetta delle lettere.
La tirai, quindi, fuori, trovandone avvisi e pubblicità varie.

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