I ragazzi entrarono in una piccola locanda, che si trovava ai piedi delle piste.
A differenza degli altri, Hazel, Piper, Grover e Nico avevano optato per controllare i ristoranti e le case lì vicino: la prima era una piccola baita, situata ai piedi di una larga pista.
I tavoli sparsi per la terrazza che dava su quest'ultima erano tutti occupati da famiglie, ragazzi e amici che pranzavano allegramente o prendevano il sole; sulla facciata laterale dell'edifico vi era una grande vetrata che permetteva di sbirciare all'interno, dove si trovavano altri tavoli adiacenti al muro in legno e adornati da tovaglie in pizzo e candele.
Appena entrarono, un profumo dolce di zucchero e detersivo li investì: l'interno era fatto anch'esso in legno.
Dall'ingresso, il luogo si divideva in due stanze: la prima, in cui si trovavano diversi tavoli di dimensioni e forme diverse; la seconda invece, in cui si trovava un bancone fatto interamente in legno con dietro tutti i tipi possibili di bottiglie, appese tramite una trave, in alto e su un secondo bancone, situato dietro il primo, si trovavano varie macchinette per fare il caffe o per riempire i bicchieri di birra e altri alcolici.
I ragazzi si sedettero in un tavolino a lato che confinava con la parete: Hazel si sedette in un posto vicino ad una finestra, dalla quale osservava le persone che sciavano, o i bambini che scivolavano giù con gli slittini o altri ancora che si divertivano sui giochi messi a disposizione dal ristorante.
Ad un certo punto, una donnina dai capelli corvini raccolti in una coda alta e gli occhi azzurri come il cielo, si avvicinò ai ragazzi: indossava un grembiule e in mano aveva un taccuino e una penna.
"vous volulez quelque chose?" disse la donna sorridendo e passando lo sguardo da un ragazzo all'altro.
I ragazzi iniziarono a guardarsi straniti, non avevano idea di quello che avesse detto e inoltre, Hazel aveva paura che Nico desse una delle sue fantastiche risposte da lunatico in preda agli ormoni.
Piper però salvò la situazione "je prendre un chocolat chaud, merci" rispose dolcemente spostando lo sguardo dalla donna al gruppo di amici.
Poi si rivolse a loro direttamente "ha chiesto se volevamo qualcosa, io prendo una cioccolata calda, voi?"
"lo stesso" disse Hazel alzando una mano per enfatizzare le sue parole.
Piper fece il gesto del due con le dita e la donna si segnò sul taccuino l'ordinazione e poi disse, guardando Nico "et tu?"
Il ragazzo ci pensò per qualche secondo "una lattina di coca cola, grazie"
Piper tradusse per lui.
"assez?" disse nuovamente la donna guardando Piper, ormai si era resa conto che la ragazza era l'unica a capire qualcosa di quello che stesse dicendo.
"oui, merci" rispose Piper.
La donna si allontanò, soffermandosi un paio di volte da due diversi tavoli a prelevare i bicchieri ormai vuoti e a segnarsi qualche altra ordinazione sul suo taccuino.
"poi posso mangiare la lattina?" chiese improvvisamente Grover.
Nico roteò gli occhi e poi sbuffò "e va bene..."
"ora..." continuò il figlio di Ade congiungendo le mani sul tavolo "cosa ci dovrebbe fare Luke in un posto del genere?"
Fu Piper a rispondere "nella mitologia greca, Bebricio era il nome del re di Spagna ai tempi di Eracle.
Bebrici però, indicava anche il nome di una popolazione che si trovava sui Pirenei, il cui re era appunto Bebricio.
Ercole si ritrovò nel regno del re durante una delle sue fatiche, quando da solo stava facendo transitare l'immensa mandria di Gerione dopo averlo sconfitto"
Nico fece una smorfia "bleah....Quel tizio mi da sui nervi"
Piper lo guardò per un istante prima di continuare "Comunque, Bebricio non si intromise nell'impresa dell'eroe greco, lasciandolo passare tranquillamente; durante la permanenza dal re, Ercole sedusse la figlia di Bebricio, Pirene, la quale diede alla luce un serpente mostruoso e, terrorizzata, fuggì sui monti dove morì"
"mi state dicendo che Luke è qui perché vuole il serpente?" chiese Grover che iniziò subito a tremare.
"e allora perché gli servirebbe il portatile di Annabeth?" ribattè Piper, nonostante la sua domanda fosse più per se stessa che per gli altri.
"che collegamento c'è tra i Pirenei, il portatile e Pisa?" disse a quel punto Nico, che aveva un'espressione corrugata sulla fronte che gli metteva in risalto gli occhi neri come la pece.
Hazel a quel punto ebbe un'ipotesi, un po' folle ed azzardata, ma era pur sempre qualcosa "un momento..."
I ragazzi la guardarono ansiosi di ascoltarla "a Pisa, dovrebbero trovarsi le ossa di Pelepo giusto?"
Fu Piper a risponderle, alzò un sopracciglio "in teoria"
"e vi ricordate che nel periodo della guerra contro Gea, le porte della morte erano aperte e quindi i mostri riuscivano a tornare..?"
"sì..." disse Nico "ma continuo a non trovare una logica..."
"se tu fossi una ragazza morta e poi tornata in vita dopo millenni, dove andresti?" disse la figlia di Plutone interrompendo il fratello in malo modo.
A quel punto lo sguardo di Piper si illuminò e un sorriso si fece strada sulle sue labbra "tornerei a casa"
"esatto" disse Hazel indicandola con un dito.
"un momento..." intervenne Grover "mi state dicendo che Luke vuole trovare Pirene? E a Pisa invece vuole trovare Pelepo?"
"sì" dissero le ragazze all'unisono.
"potrebbe avere senso, ma perché? a che cosa gli servono?" chiese Nico che, dal tono della sua voce, faceva trapelare tutto il suo scetticismo.
Hazel stava per ribattere ma venne interrotta dalla cameriera che arrivò con un vassoio; appoggiò le due cioccolate e la lattina sul tavolo e, portandosi il vassoio al petto, fece un sorriso ai ragazzi.
"merci" disse Piper piegando leggermente il capo verso il basso e poi verso l'alto.
La donna fece un sorriso che poi si trasformò in un ghigno "oh figlia di afrodite, il francese ti viene così naturale"
Il sorriso di Piper si spense, per lasciare il posto ad un'espressione stupita e quasi incredula, come se pensasse di essere in un sogno, forse incubo era la parola più appropriata.
"ragazzi..." disse Grover "come mai ho capito anch'io quello che ha detto?"
La donna lo guardò dritto negli occhi, il calore che aveva era sparito completamente, ora i suoi occhi era di un azzurro ghiaccio, algido che fece venire i brividi ad Hazel, la quale scosse leggermente il capo, nel tentativo di spazzare via quella sensazione.
"sciocco di un satiro" disse "dovresti riuscire a percepire il mio odore"
A quel punto Grover sgranò gli occhi, come se la risposta gli si fosse appena sbattuta sulla faccia, risvegliandolo "ecco perché c'è tutto questo profumo"
Poi si girò a guardare i ragazzi "empuse"
A quel punto tutte le cameriere si girarono a guardare il loro tavolo, avevano uno sguardo famelico e non sembravano più le gentili e premurose donne di poco prima, che servivano amabilmente i clienti.
"esatto, re delle selve" disse la donna senza un minimo di entusiasmo o compiacimento nella voce.
Improvvisamente l'empusa iniziò a brillare, si stava trasformando e così stavano facendo tutte le altre cameriere, che si stavano avvicinando a loro pericolosamente.
Hazel fece la prima cosa che le venne in mente: si alzò, rovesciò il tavolo addosso alla "cameriera" e urlò "via" prima di iniziare a correre verso l'uscita.
I ragazzi iniziarono a correre a loro volta, mentre combattevano contro una mandria di mostri affamati, che, guarda caso, sembravano avercela con loro.
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magic of demigods
Fanfiction"una profezia. due mondi. un nemico in comune. un mondo da salvare. ma saranno in grado di riuscirci?" Percy Jackson,fino ad un'ora prima, era "pronto" per affrontare il suo terzo esame per l'ammissione al college,e non si sarebbe mai immaginato di...