Sarà stato mezzogiorno quando i ragazzi decisero che era il momento di fare una sosta: Leo aveva guidato tutta la notte, approfittandone del fatto che i mosti preferivano attaccare con la luce, e ora si trovavano in Campania.
Il gruppo di semidei aveva preferito prendere delle strade che costeggiavano il mare, anche se questo gli aveva allungato la strada di molto.
Quando i ragazzi scesero dalla vettura, un piccolo paesino, arroccato su una costiera, si presentò davanti ai loro occhi: le case, tutte a tetto piatto, erano di un colore o bianco o giallo en riflettevano la luce del sole, facendo risplendere l'intero borgo.
Percy, inizialmente, non riuscì ad aprire gli occhi: dopo aver passato tutta la notte in quel camion buio e che, a differenza di Annabeth che era crollata quasi subito tra le braccia del ragazzo, non era riuscito a dormire bene, la luce del sole lo aveva abbagliato; non riusciva a togliersi dalla testa quello che gli avevano chiesto i semidei, a Roma, prima che Leo li travolgesse con il loro nuovo mezzo di trasporto.
E se l'unico modo per salvare tutti era di scarificarsi? Insomma, la profezia era abbastanza chiara sul fatto che un eroe sarebbe morto, e se l'unico modo per impedire che qualcuno dei suoi amici morisse fosse di unirsi a Luke?
Il figlio di Poseidone si sentiva egoista per un certo verso a pensare quelle cose: aveva promesso ad Annabeth che non l'avrebbe mai lasciata e se fosse...Sì insomma, morto, lei sarebbe rimasta da sola e Percy la conosceva bene: si sarebbe incolpata per il resto della sua vita per questo.
Il ragazzo non sopportava nemmeno il pensiero delle conseguenze per un'azione folle, e disperata ma, in un piccolo angolo della sua mente, Percy continuava a chiedersi se fosse l'unico modo per mettere fine a questa guerra.
Il figlio del mare si stiracchiò, tentando di riprendere la completa sensibilità delle gambe e si portò le mani sui fianchi, guardando i suoi amici, in attesa che qualcuno parlasse.
"seriamente?" chiese Piper portandosi la mano davanti agli occhi ed osservando il paesino.
Leo si avvicinò alla ragazzo, e facendo tremolare le mani davanti al viso, esclamò "Buon natale"
La piccola locanda si trovava su una terrazza che dava sul mare: la giornata era fantastica e, a parte il vento, faceva abbastanza caldo, per essere il 25 dicembre.
Quando i piatti che i ragazzi avevano ordinato arrivarono, nessuno distolse lo sguardo dalla propria porzione di cibo fino a quando non fosse finita nel loro stomaco: molte delle provviste che avevano raccolto nel viaggio, le avevano perse nell'incidente che avevano avuto con il vecchio pullman.
"quindi..." disse Harry giocando con il resto dello sciroppo d'acero che era rimasto sul lato del suo piatto "adesso che cosa facciamo?"
Annabeth e Piper si lanciarono un'occhiata, poi la figlia di Atena disse, deglutendo l'ultimo boccone della sua colazione "beh...Il piano è quello di arrivare a Crotone ancora in 13 e di riprenderci quello che Luke ha rubato"
"in pratica, un suicidio" disse Ron riassumendo tutto ed appoggiando i gomiti sul tavolo, per poi incrociare le dita delle mani.
A quel punto fu Leo ad intervenire che, gesticolando con la forchetta in mano, la indirizzò verso il ragazzo "è proprio questo il punto: la differenza tra il suicidio e i nostri piani è che, quando noi ne abbiamo uno, sopravviviamo"
"quasi sempre" aggiunse Frank che aveva ancora la bocca piena ed aveva fatto una smorfia a quel commento, come se si fosse arreso all'idea di esser vicino alla morte ogni volta che si trovava in una di quelle situazioni.
"questo è molto rassicurante" sussultò Draco, con un tono sarcastico, mentre riportava o sguardo sul suo piatto.
"e con il gigante che si fa?" chiese Hermione, attirando l'attenzione di tutti i componenti al tavolo.
A quelle parole tutti smisero di fare quello che stavano facendo e si guardarono, ognuno dei ragazzi guardava l'altro con un'espressione interrogativa e speranzosa sul volto, speranzosa che qualcuno si facesse venire un'idea per superare quell'ostacolo, quell'ostacolo non da poco.
"magari non si trova a Crotone..." azzardò Ron stringendosi nelle spalle.
"certo..." disse Annabeth sbuffando, per poi alzare gli occhi al cielo "Luke ha un'arma che è in grado di distruggerci, ma non la userà nel luogo in cui deve attuare il suo piano..."
A quelle parole Ron fece una strana espressione: sgranò leggermente gli occhi e si morse il labbro inferiore "per tutti i bolidi, stavo scherzando..." esclamò, sulla difensiva.
"qualche idea?" chiese la ragazza guardando il resto del gruppo.
Percy a quelle parole soffocò una risata, ma Annabeth se ne accorse e, dopo avergli lanciato un'occhiataccia ed aver sbuffato, chiese "che c'è?"
Lui, ancora con un sorriso stampato sulla faccia, rispose "no è solo che di solito sono io quello che chiede e tu quella che hai le risposte"
La ragazza rimase senza parole, lo guardava dritto negli occhi, come se stesse cercando di leggere dentro di lui o almeno di capire che cosa stesse andando dicendo.
"quindi..." azzardò Frank sporgendosi sulla sua sedia verso di lui "mi stai dicendo che hai un piano?"
Percy abbassò lo sguardo, sorridendo, per poi rialzarlo "oh.." per poi guardare tutti i ragazzi, uno per uno "eccome se ce l'ho"
STAI LEGGENDO
magic of demigods
Fanfiction"una profezia. due mondi. un nemico in comune. un mondo da salvare. ma saranno in grado di riuscirci?" Percy Jackson,fino ad un'ora prima, era "pronto" per affrontare il suo terzo esame per l'ammissione al college,e non si sarebbe mai immaginato di...