Jason

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Le gorgone condussero i ragazzi in un'ampia stanza spoglia: le pareti erano grigie chiaro, l'unica cosa che le distingueva era che in due dei quattro muri, si trovavano delle finestrelle che permettevano di fare entrare un po' di luce.

Luke fece cenno ai mostri di fermarsi, le gorgone lasciarono i semidei ed uscirono dalla stanza.

I ragazzi si scambiarono un'occhiata prima che Luke iniziasse a parlare "tranquilli, non ho intenzione di offrirvi niente"

"come se potessimo mai accettare qualcosa da te" disse Nico che lo guardava con un puro sguardo d'odio.

Luke corrugò la fronte "non mi hai lasciato finire, io non vi offrirò niente, poichè sarete voi a pregarmi di unirvi a me"

"impossibile" disse Jason a denti stretti, odiava l'idea di essere lontano da Piper ed odiava ancora di più dover stare in quella stanza con Luke.

Il ragazzo lo guardò facendogli un sorriso "figlio di Zeus..."

"Giove" lo corresse istintivamente il ragazzo.

"Giove scusa" disse lui "se ti dicessi che i miei mostri puntano la vostra nave, dove ci sono tutti i vostri amici, e ad un solo mio ordine la attaccheranno distruggendola?"

Percy, che si trovava di fianco a Jason, strinse i pungi; Luke si accorse del gesto, ma non disse nulla, continuò a guardare Jason.

Il semidio si sentì cedere le gambe, per un momento pensò di cadere davanti a tutti e di piangere: nonostante non fosse certo delle parole del biondo, una parte di lui provava una paura assurda per i suoi amici e per la sua ragazza.

"stai bluffando"

"vuoi davvero scoprirlo, non vorrai mettere a rischio la vita di" esitò come se ci dovesse pensare prima di continuare la frase "Piper giusto? E' davvero molto carina, sarebbe un peccato se..."

Jason stava per esplodere, se solo avesse provato un'altra volta a pronunciare il suo nome il figlio di Giove non avrebbe esitato a tirargli un pugno in faccia "non ti conviene pronunciare il suo nome, altrimenti..."

Luke scoppiò a ridere "mi piaci figlio di Giove" lo disse con un modo come se volesse far pesare quelle parole, come se fosse un difetto e non un pregio, una fortuna.

Poi il biondo si girò a guardare Percy "e tu non dici niente?"

Il figlio di Poseidone aveva lo sguardo basso e, visto che si ostinava a non dire niente, Luke iniziò a stuzzicarlo "il grande Percy Jackson non ha niente da dire? Sul serio?"

Il semidio non rispose, la mente era da tutt'altra parte e un'ombra di pura tristezza e paura lo aveva avvolto, facendolo quasi scomparire.

"sulla nave c'è Annabeth, cosa le avevi promesso? Che non vi sareste più separati, eppure eccoti qua, mentre lei è là"

Percy a quel punto incrociò lo sguardo di Luke, per un momento Jason pensò di vedere delle scintille trai due, la tensione che c'era intorno ai due ragazzi era potentissima.

"non riusciresti..." disse lui senza continuare la frase, la voce spezzata per la rabbia.

Il biondo lo guardò con una strana espressione, nonostante la sicurezza che aveva dimostrato fino a quel momento, qualcosa era cambiato nei suoi occhi, sembrava più umano.

Poi però riassunse lo sguardo precedente "tu non sai di che cosa io sia capace di fare"

Percy a quella risposta rimase spiazzato, lo guardava come se l'unica certezza che gli era rimasta si fosse appena frantumata in mille pezzi, e forse era proprio così.

Poi il figlio di Poseidone continuò "se solo osi sfiorarla..." ridusse la distanza tra i due e gli puntò un dito contro.

"cosa?" disse Luke con fare scherzoso "ti materializzerai improvvisamente sulla nave? Lo sai che questa volta vincerò io"

Il ragazzo non sembrò neanche sentirlo "non mi importa di quello che succederà, se le farai del male ti ucciderò con le mie stesse mani"

Jason potè quasi dire che il biondo fosse spaventato dalla minaccia fatta da Percy.

A quel punto Nico intervenne "Luke vieni al punto, che cosa vuoi da noi?"

Il ragazzo distolse lo sguardo da Percy, ancora con un'espressione divertita sul volto "semplice" disse lui "voglio che voi mi prendiate le armi dei vostri genitori"

Jason per poco non cadde "che cosa?"

"Sarai anche forte figlio di Giove, ma sei duro d'orecchio, ti spiego meglio" disse "domani notte la mia armata varcherà le porte del monte olimpo e ruberà le armi ai tre pezzi grossi e io ho bisogno di voi per usarle"

"Perché noi?" chiese nuovamente Jason.

"perché voi siete i loro figli e gli unici che possono toccarle senza morire fulminati dal loro potere"

A quel punto Percy intervenne "non ti aiuteremo mai"

"questo lo so" disse Luke " ed ecco che si ritorna alla questione iniziale: se voi non mi aiuterete, la nave con sopra i vostri amici affonderà prima che possiate finire dire il mio nome per implorarmi"

I ragazzi si guardarono, non potevano aiutare Luke, ma non avrebbero mai permesso al ragazzo di far del male ai loro amici.

Luke a quel punto fece un cenno alle gorgone che, nel frattempo, erano rientrate nella stanza e si avvicinarono ai ragazzi.

"Avete fino a domani per pensarci, ma ho già un idea di quale sarà la vostra risposta"

Le gorgone afferrarono i semidei e li trascinarono verso la cella.

Quando arrivarono, due telchini a spettavano fuori con in mano due mazzi di chiavi, litigavano su a chi spettasse il turno di guardia, le voci stridule rimbombavano per tutto il corridoio, mischiandosi con quelle dei piedi dei ragazzi che strisciavano per terra, trascinati dalle gorgone.

I due si zittirono quando le gorgone si presentarono davanti a loro: la prima buttò Nico dentro.

Quando Jason atterò sulle ginocchia a terra, la testa iniziò a roteargli violentemente: era spaventato, spaventato per loro tre, per i suoi amici sulla nave e per Piper.

Avrebbe tanto voluto stringere la ragazza tra le sue braccia e dirle che l'amava così tanto, quanto avrebbe voluto essere uno dei tanti ragazzi che si incontrano per strada con una vita monotona, con una ragazza e dei genitori opprimenti.

Le ultime due gorgone spinsero Percy verso la cella: il ragazzo però se ne stava fermo immobile sulla soglia della stanza, lanciò uno sguardo ai due ragazzi e poi cadde come un sacco di patate su uno dei due telchini, il mostro non fece in tempo a spostarsi che cadde anche lui.

Le gorgone si affrettarono a sollevare Percy che con la faccia da ebete disse "sono scivolato, che stupido", le due si guardarono prima di buttarlo nella cella, insieme a Jason e Nico.

Il telchino travolto si rialzò e ,imprecando i greco, si allontanò dalla cella, mentre il suo compare si affrettava a chiudere a chiave.

Quando si allontanò anche quest'ultimo Jason si rivolse ai ragazzi "e ora che facciamo?"

Percy sollevò la mano, dove teneva un mazzo di chiavi "ce ne andiamo via di qui"

magic of demigodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora