Nico

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Percy aveva appena finito di parlare con Grover attraverso il collegamento empatico e sembrava essere sollevato, o almeno, non completamente scoraggiato.

"e ora che cosa facciamo?" chiese Jason, il quale aveva osservato con una certa impazienza Percy per tutta la durata della conversazione empatica con Grover.

"di sicuro non aiuteremo Luke, forse non potremmo impedire che lui prenda quelle armi, ma questo non vuol dire che non possiamo fare niente" constatò Percy, gesticolando con entrambe le mani, con fare frenetico.

"quindi il tuo piano è di uscire e uccidere tutti i mostri che vedi?" chiese Nico con fare scettico.

A livello piani, nessuno dei due amici era moto ferrato e Nico era l'unico che poteva tenerli con i piedi per terra, smontando ogni idea folle che passava per la mente ai due.

Il figlio del mare ci pensò per qualche secondo "non proprio" aveva un'espressione strana sul viso, come se i troppi pensieri che aveva in testa gli facessero male e dovesse selezionare quelli che potenzialmente non li avrebbero uccisi "Ho un'idea"

"per Giove" esclamò Jason "le tue idee finiscono sempre per farci quasi uccidere"

Appunto.

"quasi" rispose Percy ancora con un'espressione pensierosa sul volto "il momento migliore per scappare in un posto pieno di mostro?" chiese lui come se Jason e Nico dovessero sapere la risposta.

Non dissero nulla, si guardarono entrambi con fare sconcertato, mentre il figlio di Poseidone alzava gli occhi al cielo "se domani ruberanno le armi, vuol dire..." fece un gesto con le mani per incitare gli amici a continuare.

Nico a quel punto capì, e una sensazione strana gli attraversò il corpo: perché non ci aveva pensato lui? "vuol dire meno sorveglianza, quindi noi fuori da qui"

"esatto" disse Percy con una punta di entusiasmo nella sua voce e sfoggiando un sorriso soddisfatto "inoltre, prima quando ho preso le chiavi a quel telchino, i due stavano litigando su chi dovesse fare la guardia e hanno accennato a qualcos'altro..."

I ragazzi lo guardarono stranito: perché tutto d'un tratto era Percy quello attento e pieno di idee?

"non avete veramente sentito?" disse lui "oh cavolo, ora capisco come si sente Annabeth"

Per un momento Percy si intristì, come se il solo pronunciare il nome della ragazza gli ricordasse che erano a chissà quanti chilometri di distanza, poi però continuò "Hanno parlato di turisti, quello a destra ha detto "odio i turisti di questa città""

Fece un respiro "io credo che siamo sotto una città famosa, quindi ci basta uscire da qui e diffonderci tra la gente, Luke non rischierà di far saltare il suo piano per inseguirci, troppi mortali"

"Percy" disse improvvisamente Nico, il ragazzo molte volte non si rendeva di quanto l'amico fosse sveglio "lo sai che sei molto più intelligente di quanto tu lo dimostra?"

Il ragazzo lo guardò storto, come se non si sarebbe mai aspettato un commento di quel tipo, di certo non da Nico "si beh...Me l'hanno già detto" era arrossito leggermente ed aveva iniziato a fare strani disegni con il dito sulla ghiaia del terreno.

A quel punto Jason intervenne "e gli altri? Come faranno a trovarci?"

"Grover riuscirà a capire dove siamo, verranno a prenderci"

"Ma i mostri?" disse Jason "potrebbero distruggere la nave"

"io non credo" intervenne a quel punto Nico "se hai notato, quando tu l'hai accusato di dire cavolate, il labbro inferiore di Luke ha tremato, lo steso è successo quando ha risposto a Percy"

Il ragazzo abbassò lo sguardo: Nico aveva toccato il suo tasto dolente, ma non avrebbero potuto sviare la conversazione per sempre "io credo che non sia vero, anche perché se no, il radar di Leo gli avrebbe segnalati"

Vedendo l'espressione ancora molto incerta sul viso del semidio aggiunse, tentando di trasmettere sicurezza e tranquillità "e poi, se la sanno cavare benissimo da soli"

Da quando Nico aveva rivisto Luke, qualcosa lo aveva stranito, gli aveva fatto provare una strana sensazione: il semidio, ogni volta che venivano messi in discussione i suoi piani o uno dei suoi vecchi amici come Annabeth o Percy gli parlavano, il ragazzo sembrava quasi tentato di abbandonare tutto e di seguirli.

Eppure, ogni volta che era sul punto di mollare, cambiava idea all'ultimo momento e diventata più aggressivo, come se dovesse reprimere il desiderio di andare con loro attraverso la rabbia.

Se Will fosse stato lì, avrebbe consigliato di fargli prendere un'aspirina o un ansiolitico; quel pensiero fece ricordare al semidio quanto il ragazzo gli mancasse.

Gli mancava vederlo nell'infermeria a dare ordini a tutti, mentre medicava i ragazzi feriti dai combattimenti o con qualche virus intestinale; gli mancava vederlo rincorrere Nico intimandogli di non viaggiare nell'ombra; gli mancava il suo sorriso in grado di illuminare il cuore così buio del figlio di Ade.

I ragazzi ce la dovevano fare; Nico ce la doveva fare per se stesso, per i suoi amici, per il mondo, per Will e per Bianca: per renderla fiera di lui, per ricordarle, ovunque lei fosse, che lui non si dimenticherà mai di lei e che tutto questo ha un senso anche grazie a lei, al suo sorriso e alla sua forza.

"speriamo tu abbia ragione" disse Jason, risvegliando Nico dai suoi pensieri "e ora che facciamo? Saranno le quattro del pomeriggio"

Percy e Nico si lanciarono un'occhiata e poi dissero all'unisono "aspettiamo"

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