Nico

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"amico" disse Nico alzando le mani in gesto di resa "non siamo qui per farti male"

Il biondo inarcò un sopracciglio e con un tono distaccato e acido li squadrò "ah sì, e quella spada serve solo per completare la poca virilità del tuo amico?"

E pensare che all'inizio sembrava che stesse andando bene.

Appena Nico aveva varcato le porte dell'università era rimasto senza parole e di solito lui non si impressionava per pezzi di pietra modellati, quella era Annabeth, eppure quell'edificio lo intrigava.

Si poteva benissimo notare dall'arredamento e dalla struttura che era molto antico: lo stile e le tecniche di costruzione però creavano un'atmosfera quasi fiabesca.

In giro, come già aveva potuto constatare, c'erano pochi ragazzi: qualcuno se ne stava seduto nell'atrio leggendo un libro, altri giravano per i giardini chiacchierando con gli amici e giocando con la neve candida e gelata, altri ancora se ne stavano seduti sui tavolini del bar ridendo e scherzando allegramente.

"direi che è il caso di dividerci" constatò Jason fermandosi in mezzo all'atrio e guardandosi intorno con fare curioso.

"va bene" lo assecondò Percy "magari io, Frank, Hazel ed Annabeth cerchiamo in quest'ala mentre tu, Piper e Nico cercate da questa parte, se non troviamo niente ci rincontriamo qui"

"e se dovessimo trovare il ragazzo del sogno?" chiese Hazel con fare pensieroso.

"beh..." intervenne Annabeth, aveva il naso rosso per il freddo e i suoi occhi sembravano luccicare al contrasto con le luci e la neve di sfondo "se lo troviamo ci parliamo e vediamo di scoprire se ha qualche collegamento con tutta questa storia"

"va bene" disse Jason "tra una mezz'oretta ci ritroviamo tutti qui"

I ragazzi si allontanarono, Jason lanciò a Percy uno sguardo complice, come se lo volesse ringraziare: forse per il fatto che aveva preso in mano la situazione o molto più probabilmente per il fatto che aveva lasciato che lui e Piper potessero stare insieme...Dopo i giorni passati senza sapere bene dove fossero e se stessero bene era il minimo, avevano bisogno di aversi accanto.

Quell'immagine fece pensar Will a Nico, il ragazzo in quel momento si trovava al campo e non era certo se stesse dormendo o meno, se era un no, il ragazzo era sicuro che si trovasse in infermeria a girare con fare frenetico tra le brandine e a dare ordine a tutti, lo faceva quando era nervoso.

Nico, l'ultima volta che lo aveva sentito, era stato a Pisa, dopo che lui, Jason e Percy erano riusciti a scappare, ma era stata solo un'eccezione: i semidei dovevano evitare qualsiasi tipo di dispositivo tecnologico, attiravano i mostri ed in quel momento non avevano bisogno di altri problema.

Il ragazzo aveva capito dal tono di voce di Will che il ragazzo era nervoso e preoccupato per lui, e quel pensiero lo uccideva, lo uccideva la distanza tra di loro e il fatto che lui stesse rischiando la vita: aveva paura di lasciarlo da solo, aveva paura che potesse soffrire per causa sua, perché Will non se lo meritava.

Iniziarono ad incamminarsi verso il primo corridoio, anche se l'unica cosa che trovarono furono tante porte chiuse di stanze non occupate in quel momento.

Alla fine del corridoio si trovava una sala con dei divanetti appoggiati alle pareti e delle porte ai lati: provarono ad entrare nella prima, anche se dentro c'era solo una grande aula vuota utilizzata per fare lezione molto probabilmente; nella seconda invece trovarono un'aula piena di attrezzi e strumenti, molto probabilmente un laboratorio di chimica o fisica.

Cercarono per altri venti minuti, oltrepassarono il giardino, controllarono le aule della palazzina adiacente a quella da cui erano entrati, ma niente.

Ormai l'unica cosa che gli mancava da controllare, secondo la mappa rovinata che avevano trovato appesa ad una bacheca di un'aula, era la biblioteca.

Ed era una signora biblioteca: la stanza era immensa, anche se sembrava molto più piccola a causa dei molteplici scaffali in legno scuro, colmi di libri di tutte le dimensioni e colori.

Il soffitto era a forma di cupola ed in cima era fatta in vetro, in modo da poter ammirare il cielo, in quel momento velato da nuvole grigie e appannato dalla neve che vi si era accumulata ai lati.

Al lato della stanza vi erano posizionati dei tavoli abbastanza lunghi e delle poltrone, molto probabilmente per permettere ai ragazzi di studiare e leggere lì.

I ragazzi si lanciarono un'occhiata d'intesa prima di infilarsi ognuno in uno dei tanti settori, circondati da libri: Nico ispezionò il primo senza trovare niente, e così il secondo e poi il terzo.

Nella biblioteca permeava un odore di disinfettante misto a quello della carta vecchia, il silenzio regnava nella stanza, tranne per alcuni rumori qua e là provocati, molto probabilmente, dalla caduta di cumuli di neve dal tetto al suolo.

Il semidio finì per leggere titolo dopo titolo dei libri che si trovavano sulla mensola alla sua altezza, era il settore dei classici: le scritte iniziarono a roteare fuori dalle copertine, al posto di piccole donne leggeva donnole pie, e pensate per chi non sapeva l'italiano come doveva essere.

Una risata soffocata riportò Nico ala realtà: la voce proveniva da un grosso libro celeste, di cui il ragazzo non si sforzò neanche di leggere il titolo.

"un libro che parla, questa mi è nuova" pensò osservandolo attentamente.

Silenzio.

Poi un'altra risata, questa volta il ragazzo si rese conto che la voce non proveniva dal libro, ma da dietro il libro: Nico lo afferrò, permettendogli di vedere dall'altra parte, nel corridoio successivo al suo.

Una ragazza dai capelli biondi e il fisico slanciato era appoggiata ad uno scaffale e baciava con foga un ragazzo alto, con gli stessi capelli biondi color grano e le spalle larghe, sovrastava lei in altezza.

"ragazzi" disse il figlio di Ade sotto voce "venite a vedere"

Dopo qualche secondo Piper e Jason gli si affiancarono, come avevano fatto a sentirlo Nico non lo sapeva "è questo il ragazzo del tuo sogno?" chiese guardando Jason.

Il figlio di Giove osservava la scena con uno strano luccichio negli occhi, quasi disgusto, anche se la sua espressione diceva più o meno "prendetevi una camera".

"sì è lui" disse dopo un po' il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli biondi.

"bene" intervenne Piper, ancora leggermente sbalordita dalla scena "che cosa facciamo?"

Jason tirò fuori la sua moneta dalla tasca, che si tramutò subito in una spada e si incamminò verso i due ragazzi "ci parliamo"

I due semidei rimasero basiti alla reazione del biondo "stai scherzando?" commentò sotto voce Piper mentre lo seguiva "per te questo è parlare?"

Nico fece un sorrisetto nervoso, nonostante non gli riuscì molto bene "credimi, il mio amico è innocuo" guardò Jason che ritrasse subito la spada.

"dobbiamo parlare con te" tentò di spiegare Piper con uno sguardo serio, Nico sentiva che aveva effuso un po' della lingua ammagliatrice nella sua voce, ma il ragazzo davanti a loro sembrava irremovibile.

"è importante" ribadì Jason con il suo solito sguardo serio, che non tranquillizzò per niente il ragazzo che divenne tutto rosso per la rabbia "ma si può sapere chi cavolo siete voi?"

"scusa" disse il figlio di Giove a quel punto, avanzando con passo sicuro "io sono Jason Grace"

"Jason Grace?" chiese il ragazzo indietreggiando e facendosi piccolo improvvisamente.

"sì perché?"

Il ragazzo divenne verde in viso, come se stesse per vomitare davanti a loro, poi però disse "perché credo tu sia mio zio"

magic of demigodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora