Frank

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"perché devo sempre fare da esca?" avrebbe voluto urlare Frank, mentre si trovava in mezzo alla strada come se fosse normale, come se stesse facendo un'azione comune: se qualcuno lo avesse investito adesso, gli sarebbe stato grato.

I passanti lo guardavano male, il ragazzo avrebbe voluto sotterrarsi, ma doveva portare a termine il piano...Anche se avevano poche probabilità di avere la meglio sui mostri ma ehi! Avevano sconfitto Gea, ce la potevano fare...Forse.

Frank si accorse forse un po' troppo tardi, che i mostri, guidati dai due semidei, si erano incamminati verso la sua direzione urlando alla sua vista di seguirlo.

"oh Giove" esclamò il figlio di Marte iniziando a correre verso lo stretto vicolo in cui, precedentemente avevano organizzato il loro piano i ragazzi.

Quando arrivò, si girò per vedere se lo avessero seguito e, fortunatamente, più o meno, fu così: i due ragazzi a capo lo guardavano come se fosse già spacciato, come se avessero già decretato la sua morte, con un sorrisetto compiaciuto sul volto.

A quel punto Frank si girò e si concentrò con tutto se stesso, iniziò a correre verso i tre vicoli più avanti: andava a zig zag, prima entrava in uno, poi usciva ed entrava in un altro, poi nell'altro ancora.

Inizialmente nessuno lo inseguì, forse perché erano troppo impegnati a guardarlo pensando a quanto potesse essere malato; poi i due semidei gridarono qualcosa, che decretò l'inizio dell'inseguimento.

Il figlio di Marte continuò a correre da un vicolo all'altro: schivano artigli, code e spade, che tentavano continuamente di colpirlo, nel tentativo di fermarlo.

Frank osservò il gruppo di mostri, ormai si erano divisi nei tre vicoli, tentando di fare un "agguato" al ragazzo: era il momento di agire.

Approfittò di uno dei telchini che gli sbarrava la strada per attuare il suo piano: gli saltò addosso, calpestandolo e finendogli sulla schiena.

Il mostro, preso alla sprovvista, tentò di togliersi di dosso il ragazzo, ma ormai era troppo tardi: Frank si spinse con le gambe e saltò nel vuoto, si sforzò con tutto il suo potere, la testa gli stava per scoppiare quando si sentì librare in aria.

Ce l'aveva fatta, Frank si era trasformato in un grifone dal manto dorato, la sensazione del vento che attraversa ogni singola piuma, gli provocava una sensazione di freschezza e di libertà.

Avrebbe voluto stare così per sempre, ma il suo compito non era ancora finito: il ragazzo si affrettò a volare sul tetto del palazzo che delimitava il vicolo più a destra, lì, Annabeth stava aspettando sul bordo, con fare sicuro e determinato.

Quando il figlio di Marte fu abbastanza vicino, la ragazza prese la rincorsa e si lanciò in avanti, atterrando sulla schiena morbida del ragazzo con un tonfo che, per un momento, gli fece perdere quota.

Era il momento: Frank iniziò a volare nei vicoli, ogni volta che passava, Annabeth tirata una delle boccette di fuoco greco verso la massa di mostri, purtroppo ne avevano poche a disposizione, quindi doveva fare lanci molto precisi.

Ben presto il fuoco finì e fu il momento degli altri: Jason, Percy, Piper, Nico e Hazel sbucarono nei vicoli e iniziarono a combattere contro i pochi mostri rimasti che tentavano di difendersi il più possibile.

Percy e Nico, che si trovavano nel primo vicolo, stavano combattendo schiena contro schiena, menando fendenti a chiunque si avvicinava; Jason e Piper, che si trovavano nella via in mezzo, stavano respingendo un'armata di arpie che si avvicinavano minacciose; mentre Hazel stava combattendo contro un lestrigone, anche se non sembrava aver tanti problemi a farlo.

Frank si diresse vero il vicolo della ragazza e, dopo aver fatto scendere Annabeth, che iniziò subito a colpire mostri su mostri con una facilità disarmante, si ritrasformò.

magic of demigodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora