Hermione

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"quindi che si fa?" chiese Ron, che se ne stava seduto su piccolo tavolino del pullman a guardare fuori dal finestrino.

I capelli rossi erano sistemati in un ciuffo disordinato e le guance erano caratterizzate da un colore più roseo, rispetto alla sua carnagione, a causa del freddo: la sciarpa dei grifondoro gli incorniciava il collo e, ogni volta che parlava, delle nuvolette di vapore gli si formavano davanti alla bocca.

"fortunatamente" intervenne Leo che teneva lo sguardo fisso sulla strada con uno sguardo divertito "a 20 minuti dall'università c'è un aeroporto e..."

"noi ci stiamo andando" continuò Harry che se ne stava sul sedie di fianco al guidatore, co i piedi sul parapetto ed un braccio appoggiato alla sporgenza della portiera di fianco a lui.

Avrebbe dovuto mettersi la cintura, pensò Hermione.

"okay...E arrivati lì cosa pensate di fare, andare verso il primo aereo e requisirlo come se nulla fosse?" commentò a quel punto la ragazza, incrociando le braccia, e facendo trapelare tutta la sua disapprovazione nel tono di voce.

Leo lanciò un'occhiata a Ron, che abbassò lo sguardo come se fosse colpevole di qualcosa, forse di aver pensato un'idea così malsana "beh..."

"ma dai, siamo seri?"

"hai un'idea migliore?" chiese Harry, che ora si era spostato sul divano, guardando la maga con fare speranzoso, come se sperasse che da un momento all'altro la ragazza avrebbe potuto tirare fuori un piano perfetto, senza intoppi.

Nel pullman calò il silenzio, nessuno aveva idee su come trovare un mezzo di trasposto e la cosa scocciava parecchio Hermione.

Fu Grover che interruppe la gelida situazione di quiete che si era formata: il satiro aveva assunto un'espressione spaventata sul volto e, sgranando gli occhi, disse "in questo momento abbiamo un problema più importante"

Draco si alzò di scatto e sfoderò la sua spada: era impressionante con quanta velocità il ragazzo avesse imparato a maneggiare l'arma e ad abituarsi a non usare la magia cosa che, invece, per la maga era ancora un grosso tabù "che sarebbe...?"

"guarda tu stesso" disse lui nuovamente.

Hermione non fece in tempo a girarsi che il pullman venne colpito da qualcosa, che la fece cadere a terra: la botta fu così potente da far sbandare il mezzo e farlo andare fuori strada.

Il pullman si capovolse ed iniziò a roteare su se stesso: Hermione andò a sbattere di lato, poi sul tavolo e poi sul balcone della cucina, sentì un dolore alla schiena che le tolse il respiro e subito dopo alla testa, la vista le si fece appannata fino a quando non vide tutto nero.

Svenne.

Quando si risvegliò, la vettura era capovolta, c'era puzza di bruciato e i vetri dei finestrini rotti si stavano liquefacendo sull'asfalto a causa di un principio di incendio proveniente dal retro.

Un costante fischio alle orecchie impediva alla ragazza di sentire i suoni in modo distinto, era come se fosse avvolta da una nebbia fitta che le impediva di vedere e sentire le cose in modo lucido e reattivo, come se il suo corpo non fosse veramente lì.

La maga provò ad alzarsi, ma qualcosa la trattenne: la sua gamba era bloccata sotto il mobile che una volta era la loro piccola dispensa, così si guardò intorno e vide gli altri ragazzi.

Leo era ancora sul sedile del guidatore privo di sensi, con la testa piegata in avanti sul parabrezza, ricoperto di vetri che gli avevano provocato un grosso taglio sulla fronte; Harry era sdraiato nel piccolo corridoio di fianco a Draco che aveva il braccio girato, letteralmente; Grover era stato sbandato in fondo al pullman, e stava iniziando a riprendere i sensi; Ron si trovava sotto le macerie che una volta erano il loro tavolino dove mangiavano.

magic of demigodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora