"va bene" disse Jason dirigendosi verso il ragazzo: aveva un graffio che gli attraversava tutta la guancia ed i vestiti, ancora una volta, erano sporchi di terra e di polvere scura dei mostri.
Il figlio di Giove prese la sua spada e gliela puntò alla gola, la presa era salda sull'elsa, una sicurezza pericolosa "chi sei? e perché Luke ti teneva prigioniero?"
A quel gesto, dopo un sussulto generale per il gesto avventato di Jason, Piper posò una mano sulla lama del ragazzo, e lo costrinse ad abbassare l'arma "Jason, noi non faremo così" poi si girò verso il ragazzo sconosciuto e lo fece alzare, facendogli da appoggio, e si diresse verso l'interno della braca "noi non siamo come Luke"
I ragazzi, dopo aver atteso che lo sconosciuto si calmasse, si riunirono in una stanza, dove si trovavano diversi divanetti, e un piccolo tavolino al centro, color bianco, candido e pulito.
Lo sconosciuto si trovava su una delle poltrone, con addosso una coperta: aveva le labbra viola, a causa del freddo; sul viso aveva una cicatrice, anche se non sembrava esserci da molto tempo; i capelli neri e folti erano sporchi e poco curati; gli occhi erano la cosa più inquietante, erano piccoli e a mandorla, vispi e ingegnosi.
"ora..." disse Frank che si trovava in piedi, di fianco ad Hazel, che si trovava seduta su un divanetto, con le braccia incrociate e lo sguardo rivolto al ragazzo "potresti spiegarci chi sei?"
Il ragazzo inizialmente non rispose, sembrava come se non avesse nemmeno sentito la domanda a lui rivolta, poi però si girò verso Frank "io sono Milone" disse, con voce impastata, come se quella non fosse la sua lingua e si stesse sforzando di usarla.
A quelle parole nessuno fiatò, forse perché dovevano ancora assimilare la cosa, o perché si rifiutavano di crederci.
"aspetta..." intervenne Annabeth "intendi quel Milone, quello che ha vinto per ben nove volte i giochi olimpici di Crotone, colui che ha incontrato Ercole...Proprio lui?"
"Annabeth io ci andrei piano con lui" la ammonì Nico a bassa voce, in modo che non sembrasse usare un tono minaccioso davanti allo sconosciuto "non credo parli la nostra lingua, non molto bene almeno"
Successivamente però, il ragazzo annuì alla domanda fatta da Annabeth, ancora tremolante.
"si può sapere perché ormai la popolazione è costituita da più gente che dovrebbe essere morta che dagli altri?" esclamò Ron guardando i ragazzi ed alzando le braccia al cielo.
Annabeth sembrò ignorarlo e si rivolse nuovamente al loro...Ospite? Prigioniero? "perché Luke ti aveva rapito?"
Milone, al solo sentire di quelle parole, sembrò avere un infarto, si racchiuse nella sua coperta, stringendosi nelle spalle ed iniziando a tremare violentemente "lui voleva..." esitò "lui voleva la mia mente" disse indicandosi con il dito la tempia e spalancando così tanto gli occhi che per un momento sembrò che volessero uscire fuori e rotolare via.
"potresti essere un po' più preciso?" chiese nuovamente la figlia di Atena, tentando di mantenere il più possibile la calma.
Il ragazzo sgranò gli occhi ed iniziò a farfugliare parole senza senso "radice quadrata, triangolo, matematica, strategia...."
"Milone?" disse a quel punto Piper, avvicinandosi al ragazzo e appoggiandogli una mano sulla spalla "che cosa vogliono dire quelle parole?"
Lui si fermò improvvisamente di parlare e la guardò con una luce folle negli occhi, urlò e si sporse in avanti verso la ragazza, travolgendola.
Milone le strinse le mani alla gola, mentre nell'abitacolo un urlo di sorpresa da parte della figlia di Afrodite lacerava il silenzio: Piper si dimenava, ansimando, sdraiata per terra sotto il peso del ragazzo, tentando di levarselo di dosso; mentre Jason e Frank si erano già sporti in avanti e tentavano disperatamente di spostarlo.
Alla fine, dopo molti sforzi e l'aiuto anche di Percy e Leo, riuscirono a farlo alzare, e lo fecero sedere nuovamente sulla poltrona; Piper si alzò e si toccò la gola, che ora era diventata rossa e si avvicinò nuovamente al ragazzo.
"Piper...Non mi sembra il caso" le disse Jason con fare protettivo mettendosi tra lei e il ragazzo, ma la ragazza sembrava ancora più determinata di prima ad ottenere risposte "è tutto okay Jason" disse Piper accennando un sorriso e posando una mano su quella del fidanzato, che dopo un momento di indecisione si mise di fianco a lei.
Piper aveva gli occhi lucidi e leggermente timorosi, ma si girò verso Milone e gli disse dolcemente "Milone, che cosa vuole Luke da te?"
Nico ammirava la tenacia e la determinazione della ragazza, nonostante molte persone considerassero i figli di Afrodite frivoli e superficiali, lei era la prova che non era così: Piper non si curava molto del suo aspetto, anche se era davvero una bella ragazza, e preferiva fare sport o leggersi un bel libro, che fare shopping o passare il pomeriggio a truccarsi; ed era in questi momenti che il vero carattere forte e determinato della figlia di Afrodite usciva fuori.
Milone iniziò a balbettare e poi di nuovo a tremare, poi iniziò a fissare il vuoto dondolando su sé stesso.
"fantastico" disse Ron con fare rassegnato "l'unica fonte che abbiamo è pazza da legare"
Fu Nico ad intervenire, non sapeva perché lo fece, ma in quel momento sembrava la cosa più giusta da fare "non è pazzo, lo hanno fatto diventare pazzo"
"come scusa?" chiese nuovamente Ron.
Il figlio di Ade si schiarì la voce "sì insomma, Zeus solo sa cosa Luke debba aver fatto per estrapolargli le informazioni che lui voleva"
Poi il ragazzo si avvicinò a Milone, si piegò e disse a bassa voce "Milone, che cosa volevano da te?"
Il ragazzo si girò a guardarlo negli occhi "lui, lui voleva che gli dicessi ciò che so sugli studi di Pitagora"
"e perché tu dovresti c'entrare con Pitagora?" chiese nuovamente Nico.
"perché io sono stato un suo allievo" rispose Milone, che sembrava avere un attimo di lucidità "lui vuole andare in Grecia...ha parlato di porte della morte"
A quelle parole Nico rabbrividì, la testa iniziò a roteare così violentemente che si appoggiò al divanetto: aveva avuto dei sospetti su dove fosse la vera meta del ragazzo, ma non pensava potessero essere la verità, non dopo tutto quello che era successo.
"Nico" disse Percy in un sussurro, appoggiando una mano sulla spalla del ragazzo "stai bene?"
"sì scusa" disse il ragazzo scrollandosi la sensazione di gelo che l'aveva avvolto completamente "è solo che..."
Percy lo guardò dritto negli occhi e sembrò capire il motivo della sua reazione: le porte della morte, il tartaro, tutti i brutti ricordi riaffioravano nella mente di Nico come legnetti che galleggiano sull'acqua.
"va bene" disse Frank, schiarendosi la voce "direi che la nostra chiacchierata è finita qui"
Poi si rivolse a Leo con un cenno di apprensione "sai la rotta adesso"
"un momento" intervenne Annabeth con fare allarmato "volete davvero andarci?"
"abbiamo altra scelta?" rispose il figlio di Giove con uno sguardo compassionevole negli occhi, nessuno voleva andarci, ma forse era la loro unica opportunità per sconfiggere Luke una volta per tutte.
"ma non sappiamo se quello che Milone dice sia giusto" esclamò la ragazza "insomma, non ne siamo sicuri"
Hazel si alzò dal divano dov'era stata seduta fino a quel momento e si avvicinò con fare cauto all'amica "Annabeth, lo so che è difficile, ma se c'è solo una minima possibilità che Milone stia dicendo la verità, noi dobbiamo saperlo"
La figlia di Atena sembrò voler ribattere, ma alla fine l'unica osa che fece fu allontanarsi dal gruppo e dirigersi all'esterno, vero il parapetto "scusate, devo prendere una boccata d'aria"
Jason rimase senza parole e guardò nella direzione di Percy, il quale osservava la scena con una luce piena di tristezza negli occhi "scusate, io non volevo..."
"tranquillo, le passerà..." disse Percy stropicciandosi gli occhi con una mano "è solo che è dura...Ricordare"
Il figlio del mare incrociò lo sguardo di Nico, che capì al volo e intervenne, perché sapeva che altrimenti nessun altro l'avrebbe fatto.
"Leo" disse il figlio di Ade con un gusto amaro in bocca "fai rotta verso la Grecia"
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magic of demigods
Fanfiction"una profezia. due mondi. un nemico in comune. un mondo da salvare. ma saranno in grado di riuscirci?" Percy Jackson,fino ad un'ora prima, era "pronto" per affrontare il suo terzo esame per l'ammissione al college,e non si sarebbe mai immaginato di...