Percy.

1.2K 74 41
                                    

"non puoi più scappare" diceva una voce profonda e roca.

Percy non riusciva a capire dove fosse, sembrava avvolto nel buio più totale "chi sei?"

"Questo non importa"

Quelle parole risuonarono nella testa di Percy, le aveva già sentite, gli erano molto famigliari.

Dentro di sé provava una strana sensazione, come se fosse vuoto e allo stesso tempo pieno, come se non riuscisse a gestire le sue emozioni tanto da fargli prendere il sopravvento su di lui, tanto da fargli venire mal di stomaco.

"E allora che cosa vuoi da me?" chiese nuovamente il figlio di Poseidone, la sua voce non era più neanche la sua voce, era tremante e piena di terrore.

"da te in particolare?" chiese la voce "niente...Io voglio la vittoria, il caos, la distruzione"

Un vento gelido avvolse Percy, una risata rimbombò così forte da farlo tremare, un dolore lancinante gli dilaniò il cranio quasi che per un momento pensò che si potesse staccare dal resto del corpo.

Una luce abbagliante lo travolse, facendogli chiudere gli occhi; Percy si sentì cadere nel vuoto, tutto attorno a lui sembrava così vicino e allo stesso tempo così lontano.

Poi non cadde più, un fischio gli perforò le orecchie e la testa iniziò a pulsargli per il dolore; il figlio del mare era atterrato su una superficie dura e fredda, non si sentiva più le gambe e le palpebre gli facevano male.

"merda"

Percy si svegliò.

Si trovava in una stanza buia, senza finestre ne apparenti vie d'uscita, tranne che per una porta chiusa con dei possenti lucchetti; c'era puzza di chiuso e di umido, molto probabilmente si trovava sotto terra.

Il pavimento era ghiaioso e questo non fece che confermare il fatto che non si trovava al pianterreno; i muri erano costituiti da mattoni messi l'uno sull'altro in malo modo, non c'erano segni che potessero dire che qualcuno ci fosse stato prima di loro.

Percy si tirò a sedere, la testa ancora gli doleva e il fianco, su cui si trovava ancora la ferita, gli faceva male, limitandone i movimenti.

Percy si accorse solo dopo un po' che Nico e Jason si trovavano sdraiati, privi di senso in un angolo della stanza: Jason aveva un bernoccolo sulla fronte che non prometteva niente di buono, ma perché cavolo quel ragazzo si faceva sempre male alla testa?

Il semidio si avvicinò ed iniziò a scrollare i due per svegliarli "Ragazzi, non è il momento di fare il riposino"

I due dopo qualche attimo aprirono gli occhi e si tirarono su, facendo emettere un sospiro di sollievo a Percy, il quale non si era reso conto fino a quel momento di trattenere il respiro; Nico si stropicciò gli occhi cerchiati e solcati da profonde occhiaie scure "Dove siamo?"

I due osservavano la stanza "non lo so, ma l'ultima cosa che ricordo è che eravamo sulla nave con quei strani esseri" rispose il figlio di Poseidone.

"credo si chiamassero dissennatori" disse Jason mentre osservava le pareti della stanza, molto probabilmente alla ricerca di una finestra o una porta.

"sì giusto" disse Percy prima di continuare "avevano accennato a qualcosa sul fatto che i maghi non avevano accettato l'offerta di Luke e poi..."

Nico finì la frase al posto suo "e ora siamo qui"

"scommetto che tutto questo è opera di Luke" disse Jason guardando gli altri due ragazzi.

"e di chi se no?" ribattè Nico scompigliandosi i capelli sporchi di terriccio "ma perché proprio noi tre?"

"forse perché siamo quelli che gli sono capitati a tiro" azzardò Percy.

"no..." rispose Nico pensieroso "non avete notato che quando ci hanno attaccati, gli unici che hanno tentato di prendere sono stati noi tre?"

Percy ci pensò per qualche secondo: Nico aveva ragione, i dissennatori avevano afferrato lui, Nico e Jason e ,quando i ragazzi si erano liberati, non avevano tentato di prendere nessun altro.

"il tuo discorso non fa una piega, ma perché noi?" disse Jason "in fondo sono stati i maghi a non accettare l'offerta, mica noi"

"beh...Io direi che la nostra priorità maggiore adesso sia di uscire da qui" disse Nico, per sviare la conversazione.

Il ragazzo si alzò, fece per prendere la spada che teneva sempre dietro la schiena mediante una cinghia, ma afferrò il vuoto.

La lama di Nico era scomparsa, il ragazzo si girò con fare stupito "prima la missione, poi arrivano quei cosi, e adesso la mia spada" fece un respiro e strinse la mano a pungo "giuro che quando esco di qui"

Jason si alzò "fa provare a me Nico" poi si infilò la mano nella tasca e tirò fuori il...Beh il niente.

"la mia spada" disse Jason con la mano spalancata davanti a lui.

Percy a quel punto infilò la mano nella tasca, vortice era ancora lì, come sempre; la tirò fuori per mostrarla agli altri.

Ma come mai la spada di Jason non era rimasta nella tasca di quest'ultimo? In fondo funzionava allo stesso modo di vortice, eppure non c'era.

"uno su tre" disse Nico con tono ironico "fantastico"

"le spade saranno rimaste sulla nave" osservò Jason.

Percy a quel punto si ricordò di Annabeth, quando non avrà più visto il suo ragazzo, si sarà disperata; un dolore gli trafisse lo stomaco.

"O miei dei" disse Percy "la nave, come facciamo adesso? Devono continuare la missione e nel mar mediterraneo e..."

Il figlio del mare aveva troppe cose per la testa per formulare una frase di senso compiuto, ma la cosa che lo faceva stare più male era il pensiero della sua ragazza che era preoccupata per lui.

Percy avrebbe voluto mandarle un segno, qualcosa che le facesse sapere che lui stava bene e che sarebbe tornato da lei appena fosse riuscito ad uscire da quel posto.

"Dobbiamo tornare indietro" disse Jason "gli altri hanno bisogno di noi"

"grazie per l'informazione illuminante Jason" disse Nico "ma come facciamo ad uscire senza armi e senza sapere dove siamo?"

Il biondo stava per ribattere quando delle voci lo interruppero, stavano venendo verso la direzione dei ragazzi.

Percy rimise subito vortice in tasca e si allontanò dalla porta, un telchino aprì la porta e si spostò indietro per far entrare qualcuno: Luke.

Il ragazzo aveva uno sguardo divertito, le labbra erano leggermente incurvate in un ghigno; i capelli erano spettinati, ma avevano perso il loro solito colore biondo che ricordava a Percy un campo di spine di grano, ora erano spenti e rovinati; gli occhi erano come azzurro ghiaccio, senza espressività, sembravano dello stesso colore degli sfondi del desktop.

"era ora che vi svegliaste" disse il ragazzo che ancora sorrideva, inquietando non poco Percy.

"bene" disse Nico a denti stretti "ora possiamo andarcene"

"non così in fretta figlio di Ade" disse lui con un filo di disgusto nella sua voce "prima voglio fare una chiacchierata con voi"

Fece un cenno a qualcuno dietro la porta, sei gorgone entrarono e a due a due presero i ragazzi per le braccia.

Luke uscì dalla stanza seguito dalle gorgone, che trascinavano i tre semidei contro la loro volontà, verso un'altra stanza.

SPAZIO SCRITTRICI

Hey gente, è da tantissimo che non scriviamo niente, wow.

Volevamo ringraziarvi per le 2000 visualizzazioni, cioè WOW!

Per "l'occasione" posteremo due capitoli al posto di uno.

Hope you enjoy the story and goodbye

SERENA&SOFIA

magic of demigodsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora