Kristal scoprì, con inaspettata sorpresa, che c'erano delle terme nell'ala orientale del tempio. Così si immerse nell'acqua calda per una buona mezz'ora, senza pensare a nulla, solo un corpo inerme galleggiante. Mi chiedo come facciano a scaldare l'acqua in mezzo alla neve.
Si alzò molto controvoglia, avrebbe voluto rimandare il ritorno alla realtà il più possibile. Si vestì quindi lentamente e si diresse poi in cucina per cercare qualcosa da mangiare. Lungo il tragitto incontrò Lamyan, che ne approfittò per avvicinarsi e parlare.
"Hai trovato le terme! Sai, siamo stati fortunati, la montagna alle spalle del tempio è un vulcano spento. La lava però continua a passare qui sotto e perciò riscalda le acque." Kristal inizialmente ascoltò interessata, poi però rimase a fissarlo con stanchezza mentre continuava a parlare ininterrottamente.Lo spadaccino era un ragazzo timido, almeno l'aveva sempre identificato così l'elfa. A quanto pare però quando prendeva un po' di confidenza non lo fermava più nessuno. Kristal d'altra parte parlava solo se necessario e principalmente di cose importanti. Restò quindi lì imbambolata, cercando di capire come uscire da quella situazione senza risultare sgarbata. Fu salvata da Martin, che notò la situazione in cui si trovava e apparve quindi alle spalle di Lamyan.
"Scusate se vi interrompo, avrei bisogno di parlare con Kristal." Lo spadaccino si girò stupito. "Oh certo sire, è tutta sua." E detto questo sparì correndo. L'elfa non riuscì a trattenersi e scoppiò a ridere. "Sire? Davvero?" Si piegò in due tenendosi la pancia, era la prima volta che rideva così forte. O almeno era la prima volta che lui la sentiva ridere in quel modo. Martin all'inizio rimase offeso, ma poi la sua risata era talmente contagiosa che non poté fare altro che sorridere a sua volta.
"Che c'è di strano? In fine sono io l'erede, no?" Gonfiò il petto in segno di orgoglio, provocando un altro scatto di ilarità a Kristal.
"Dai basta, ti prego. Grazie per avermi salvata comunque, non ci stavo dietro." Martin sorrise.
"È fatto così, che ci vuoi fare."Mentre parlavano arrivò anche Jauffre, che si intromise nella loro conversazione.
"Allora, avete parlato?" L'elfa arrossì, cercando le parole giuste per rispondere al frate. Tutto quello che ritornò a galla era la seconda parte della conversazione, non di certo quella legata alla missione. Per sua sorpresa, però, fu Martin a prendere la parola.
"Abbiamo deciso che domani parleremo di un piano per recuperare l'amuleto all'interno del santuario, mentre il giorno seguente Kristal partirà alla volta del covo." Guardò l'elfa con uno sguardo di intesa a cui lei non rispose, Jauffre invece sembrava soddisfatto.
"Perfetto, tenetemi aggiornato." E detto questo andò via, così com'era arrivato. Perché si comportano tutti in modo così strano?Kristal tornò a guardare il sacerdote. "Non mi sembrava di aver parlato di questo piano poco fa." Martin iniziò ad allontanarsi.
"Vorrei una risposta..." Lui si girò a guardarla.
"Prima devo mangiare." Kristal rimase di stucco, Martin stava facendo lo stesso che aveva fatto lei appena ritornata al tempio: cercava di ritardare la conversazione. L'elfa così gli si pose di fronte, bloccandogli la via.
"Guarda che non funziona così, non dovresti avere così tanta paura di parlare con una donna." Martin sorrise.
"Infatti non sei una donna, sei un'elfa." Kristal lo guardò scocciata. "Ti diverti?" Il sorriso si ampliò. "Non sai quanto." L'elfa allora lo lasciò passare e si diresse invece alla sua stanza. "Come vuoi." Non ci posso credere che sia così permalosa. Il sacerdote la guardò allontanarsi, indeciso se seguirla o no. Poi decise che sarebbe stato meglio lasciarla un po' sbollire da sola e andò a prendersi qualcosa da mangiare.Kristal si buttò a letto e si prese la testa fra le mani. Era ovvio che stesse scherzando. Eppure è così fastidioso quando fa così. Continuò a darsi della stupida per qualche minuto.
Quando sentì dei passi avvicinarsi, si girò in modo da dare le spalle alla porta e finse di essere addormentata. "So che sei sveglia, ti volevo soltanto portare la cena. Tranquilla ti lascio sola." Kristal si girò e vide Martin in piedi sulla soglia, con un piatto in mano. "Devo mangiare tutta quella roba?" Lui appoggiò il cibo sul tavolo di fianco al letto, poi fece per uscire senza darle risposta. L'elfa si alzò e lo prese per un braccio. "Aspetta, tu hai già mangiato?" Martin dissentì senza girarsi. "Allora mangia con me, è troppo per una persona sola."Solo allora lui si girò, guardandola dubbioso.
"Quindi non mi odi?" Kristal sbuffò. "No, però non farlo mai più." Martin alzò gli occhi al cielo, ma poi sorrise, si sedette e iniziò a cenare con lei. Mentre mangiavano Kristal si fece raccontare di Cyrodiil da lui, voleva confrontare ciò che conosceva e ciò che invece le era completamente sconosciuto. Non fu molto utile, sembrava conoscere bene tutte le sue città ma nonostante questo nessun ricordo tornava a galla.
"Forse sarebbe meglio andare a dormire, domani abbiamo molto da fare." Martin tagliò di netto il discorso, ma l'elfa non ribatté. Alla fine si sentiva molto stanca e avrebbe riposato volentieri. Così entrambi si coricarono, preparandosi per la giornata seguente.
Kristal chiuse gli occhi e rivide Uriel. Ne fu piacevolmente sorpresa, perché per le due sere passate nella Città Imperiale l'imperatore non si era mostrato a lei. E forse sarebbe stato meglio così. Aveva uno sguardo severo e terribilmente arrabbiato. La guardò per un istante e poi scostò lo sguardo, muovendo la testa in dissenso. Perché fai così? Cosa ho sbagliato?La mattina dopo Kristal si alzò a fatica, non era riuscita a dormire bene e aveva ancora impressi gli occhi di Uriel e il suo sguardo scocciato. Il letto di Martin era vuoto, probabilmente era già sveglio da un po'. Si vestì in fretta e uscì a prendere aria, il sole era da poco spuntato e le scaldava il viso. Il cielo inoltre era sereno, senza tracce di nuvole e non soffiava vento quella mattina. Kristal percorse una delle salite che portavano alla torre di guardia e si affacciò a guardare la città di Bruma. La cittadella era circondata da una piccola muraglia, l'interno era diviso in parte bassa, parte alta e il castello della contessa. Nella parte bassa c'erano le case degli abitanti mentre in quella alta avevano sede la maggior parte dei negozi.
"È magnifica la vista da qui, non è vero?" Kristal non ebbe neppure bisogno di girarsi, ormai riconosceva la sua voce.
"Già, è molto bella." Martin la affiancò e prese a guardare anche lui il panorama, godendosi la luce del sole al mattino.
"Quando vuoi possiamo iniziare a discutere, ti aspetto nello studio." Quale studio? Kristal stava per chiederglielo, ma si accorse che si era già avviato. Decise così di raggiungerlo, così che fosse lui a mostrarle dove si trovava.In realtà quello che lui aveva chiamato "lo studio", era una stanzetta poco illuminata. Una piccola libreria si trovava addossata alla parete di destra, mentre in quella di sinistra c'era una scrivania ricoperta di pergamene. Due sedie le stavano di fronte e fu dove presero posto i due. "Prima ho fatto qualche ricerca." Indicò un punto preciso nella mappa di Cyrodiil posta sopra il tavolo. "Il santuario si trova all'interno di una grotta chiamata caverne del lago Arrius, appunto perché si trova su questo minuto lago, a nord della città di Cheydinhal. Nella maggior parte dei casi, dovrai entrare nella grotta e percorrere un breve tratto di strada fino ad una porta, che sarà controllata da un portinaio." Kristal lo fermò subito.
"Come fai a sapere tutte queste cose?" Martin fece spallucce.
"Mi sono informato, comunque dovrai convincere il portinaio che sei un nuovo membro del culto della Mitica Alba. Gli mostrerai i libri e gli dirai che hai risolto l'enigma all'interno dei quattro volumi. Lui a quel punto dovrebbe crederti e permetterti quindi l'accesso all'interno del loro santuario come iniziato."Wow, si è davvero informato bene. "Ora sei tu che la metti facile." Martin iniziò a grattarsi la testa.
"Beh, in realtà fin qui è facile, poi arriverà la parte difficile. L'amuleto probabilmente è nelle mani di Mankar Camoran, ma non so se risiede nel santuario o altrove. Penso che dovrai farti amica di qualcuno e poi scoprire più informazioni possibili. Sarà un impresa ardua, ma penso che tu ce la possa fare." Le prese la mano e la strinse, sorridendo. Kristal ricambiò la sua stretta, ma aveva il cuore in subbuglio. Sarebbe stata una missione ardua.
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Oblivion - The Elder Scrolls
FanfictionKristal un giorno si risveglia in un'umida cella. Non ricorda come è finita in prigione, ma soprattutto non ha memoria della sua vita. Sarà costretta a combattere in un'epoca avvolta dall'oblio, dove i Cancelli di Oblivion terrorizzano gli abitanti...