Capitolo 43 - Sancre Tor

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Barus era rimasto bloccato dalla domanda di Kristal, iniziò a balbettare parole senza senso mentre nella sua mente cercava una scusa che potesse risultare plausibile. Lei parve visibilmente scocciata, tanto che alla fine lo afferrò per le spalle e gli puntò la spada al collo.    "Hai intenzione di parlare in fretta?" Il fratello inghiottì numerosa saliva.                                         
"Non... non è il momento adatto." Kristal digrignò i denti.
"Non sta a te deciderlo!" La sua voce era aumentata notevolmente di volume e la lama si era avvicinata pericolosamente alla pelle.
"Va bene, va bene. Ho capito." L'elfa allontanò la spada dal collo del fratello. Si mise a braccia incrociate e attese.                                                                                                                                                 "Kristal, fai qualche respiro profondo per favore." Era stato Dosiov a parlare, si era avvicinato a lei e la guardava con grande preoccupazione. "Tu non hai diritto di dirle questo. Stai da parte." Barus aveva afferrato il cognato per il braccio e la voce si era colmata nuovamente di odio. Kristal li osservava con un grande dolore. Perché si odiano così tanto? Una fitta di dolore le prese la testa, la stessa che aveva sentito anche quando si era svegliata all'interno della cella. Soltanto che questa era molto più forte. Strinse gli occhi dal dolore e, al posto del buio provocato dalle palpebre serrate, apparì un uomo che non conosceva che le disse che qualcosa le avrebbe fatto parecchio male. 

L'elfa si inginocchiò a terra stringendosi la testa e iniziò a piangere trattenendo i singhiozzi.        "Cosa mi succede? Ditemi cosa succede!" Stava impazzendo, non sapeva nemmeno lei cosa le fosse preso e soprattutto non sapeva come comportarsi. Entrambi le si erano inginocchiati di fianco e le tenevano le spalle. Dosiov si rivolse a Barus mentre le accarezzava la testa lentamente.
"Devi avere fiducia, solo per adesso. Lo sai che posso tranquillizzarla, dannazione lo sai." Barus strinse i pugni ma non rispose, sapeva che l'elfo aveva ragione.
"Qualsiasi cosa tu faccia non baciarla o farai peggio." Detto questo si alzò e si allontanò parecchio dai due.

Rimasti soli Dosiov le alzò delicatamente il mento e le asciugò il viso con della stoffa. La strinse poi tra le sue braccia e dopo qualche secondi la sentì ricambiare.                                                           "So che non vuoi sentirti dire né che andrà tutto bene né che sei forte e che quindi ce la puoi fare. Per questo non te lo dirò, anche se lo farei volentieri perché anch'io vorrei crederci fermamente." Kristal si staccò dal suo abbraccio per guardarlo in viso, si sedette poi a gambe incrociate in ascolto.
"Ti conosco da una vita, davvero. Sei l'unica che abbia mai amato, eppure sei anche l'unica che abbia ferito in ogni modo possibile." Si prese una pausa e sospirò. "Mi dispiace tu stia vivendo questo, mi dispiace perché so che è colpa mia e soprattutto che non posso fare nulla per rimediare. Però lo vorrei davvero tanto, darei la mia vita per vederti felice e per rimediare ai miei errori." Le accarezzò i capelli con delicatezza per poi passare al suo viso.                                                  "Voglio solo che tu mi creda se ti dico che ci sono, adesso ci sono per te. Per qualsiasi cosa tu abbia bisogno sono qui, voglio soltanto rimediare. Perciò non lo so se andrà tutto bene, so soltanto che farò ogni cosa in mio potere perché ciò avvenga, te lo prometto." 
Kristal ritornò ad abbracciarlo e a singhiozzare sulla sua spalla, tentando di svuotarsi da tutto lo sconforto e il dolore che sentiva addosso.                                                                                                                 

"È stato Barus a farmi perdere la memoria, è stato lui e sa come farmela ritornare." Singhiozzò sulla sua spalla. Questa volta fu Dosiov a staccarsi e a guardarla con stupore.
"Cosa stai dicendo?" Kristal annuì. "Ne sono sicura, ne sono sicura. Per cosa pensi abbia reagito in quel modo quando gli hai detto che mi hai baciata?" L'elfo era ancora più sconvolto. "Ci hai sentiti?" L'elfa annuì debolmente. "Sì, ho anche sentito che ti ha detto di non baciarmi altrimenti avresti fatto peggio." Dosiov era visibilmente scosso.                                                                                  "Non lo puoi sapere, sono solo delle supposizioni." Kristal lo guardò con ovvietà. "Dosiov, è così. Adesso voglio soltanto delle spiegazioni." L'elfa si alzò alla ricerca del fratello, guardò intorno alla zona ma non riusciva a vederlo. Lo chiamò a gran voce ma nessuno rispose.
"Dove è andato?" Dosiov indicò le rovine di Sancre Tor. "Oh no. Sicuramente è andato dentro, probabilmente vuole prendere l'armatura da solo." Kristal guardò l'entrata qualche istante, poi si avviò verso di essa.  "Si può essere più coglioni?"

I due elfi si ritrovarono all'interno delle rovine, le pietre che componevano la pavimentazione erano in parecchi punti spostate o rotte, i corridoi erano stretti e illuminati debolmente da delle torce appese alla parete. L'odore di muffa presente all'interno della struttura era nauseante, perciò i due percorsero i primi passi tappandosi il naso con entrambe le mani. Kristal, ad un certo punto, calpestò qualcosa di viscido con cui rischiò di cadere. Dopo essersi salvata appendendosi alla parete guardò a terra per capire di che cosa si trattasse. Ne prese un po' tra le dita e lo annusò. Si rivolse poi a Dosiov.
"Ectoplasma?" L'elfo annuì. "Deve essere stato Barus ad uccidere questo fantasma. Proseguiamo." I due continuarono quindi a camminare lungo quei corridoi di roccia, non c'era anima viva, soltanto grosse chiazze di ectoplasma nei luoghi in cui Barus era passato. Ad un certo punto la galleria si aprì in un enorme stanza circolare. C'erano delle vie che portavano a delle porte a destra e sinistra, nella parte sottostante a dove si trovavano loro c'era invece un'altra via.                                                                                            

"Adesso dove andiamo?" Nemmeno Dosiov lo sapeva. Stava per rispondere che non ne aveva idea quando una figura fece il suo ingresso attraverso il muro. Kristal sfoderò repentinamente la spada mentre Dosiov la fermò immediatamente. Si avvicinò a quello che aveva le sembianze di un fantasma e si accorse che da più vicino si potevano riconoscere delle fattezze umane.         "Chi sei?" Chiese quasi tremando. Questo fermò la sua marcia e lo guardò con occhi mortalmente affaticati. Si portò una mano al cuore e poi indicò un punto alle sue spalle.            "Mi ha liberato, dopo tutto questo tempo. Lui mi ha liberato. Ora posso completare l'ultima richiesta del mio signore." Parve poi ricordarsi della domanda che gli era stata appena posta. "Mi chiamo Rielus, sono una guardia del corpo dell'imperatore. Non so da quanto tempo sono morto, sembra quasi un'eternità..."

I due elfi provarono una pena immensa per la figura sofferente, deve essere stata veramente dura la sua permanenza in quel posto. "Ma come mai sei qui, che ti è successo?" Probabilmente gli aveva posto troppe domande però Kristal voleva sapere cosa fosse successo e soprattutto voleva capire se il fantasma stesse parlando di suo fratello.    
"Sono stato mandato qui insieme ai miei tre compagni dall'imperatore Tiber Septim. Egli voleva capire che maleficio avesse intaccato le sacre catacombe di Sancre Tor." Sospirò prima di riprendere. "Non sapevamo che il sovrano Zurin Arctus era risorto per vendicarsi contro il suo signore. Così egli ci ha sconfitti e poi ci ha imprigionati nel suo maleficio, costringendoci a sorvegliare le catacombe per il resto della nostra vita." I due elfi si guardarono spaventati: se il re si trovava ancora lì erano in pericolo, così come Barus. Fu per questo che esposero i loro dubbi a Rielus.          
                                           
"Il re partì molto tempo fa, tuttavia il suo maleficio resta e impedisce a chiunque di rendere omaggio a Tiber Septim. Durante tutti questi anni, però, abbiamo riflettuto sulla nostra sconfitta e pensiamo di essere in grado di sciogliere la magia adesso. Ora devo andare a concludere il mio dovere. Se voi, insieme al vostro amico, libererete i miei fratelli, forse riusciremo a spezzare l'incantesimo." Detto questo si dileguò velocemente, passando attraverso un altro muro della stanza.
"Dobbiamo muoverci a trovare Barus e anche le altre tre guardie, non può aiutarle da solo."                    

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