La Cappella di Talos si ergeva al centro della cittadina di Bruma, dividendo il quartiere residenziale da quello commerciale. All'interno l'arredamento era semplice, numerose colonne reggevano l'edificio, diviso in tre navate. Quella centrale terminava in un'altissima vetrata azzurra, con le sfumature che ricordavano l'acqua marina. Il gruppo formato da Kristal, Martin, Barus e Dosiov si riunì a quello di Jauffre, la contessa e il capitano della guardia di Bruma, Burd. Quest'ultimo salutò Kristal con forte affetto, riconoscente del fatto che fosse vivo soltanto grazie a lei. La contessa era invece visibilmente preoccupata, continuava a guardare in direzione di Martin e Jauffre, sperando cambiassero idea riguardo la missione. Alla fine sospirò. Sapeva bene non sarebbe successo, a quel punto quindi sarebbe stato più produttivo concentrarsi sul non far fallire la missione. "Sire, eroina di Kvatch. Spero sappiate quello che state facendo. Oltre alle guardie di Bruma l'unico aiuto che sono riuscita ad ottenere è stato di contadini e commercianti che di certo non sono maestri dell'arte della guerra." Kristal le sorrise, cercando di darle sicurezza. "Le truppe di Kvatch ci stanno già aspettando nel campo di battaglia e altri militari sono stati mandati in supporto di Bruma da numerose altre città. Siamo tanti, siamo preparati, andrà tutto bene." La contessa annuì. "Così sia. Ora siamo nelle mani degli dei, ma soprattutto nelle tue." E detto questo diede l'ordine a Burd di raggruppare la sua squadra e di avviarsi al campo dove la Mitica Alba avrebbe messo in atto il suo piano.
All'esterno del tempio i cittadini di Bruma si erano raggruppati attorno al gruppo, chiamando a gran voce 'Martin Septim'. Kristal era rimasta leggermente indietro, in prima fila stavano Martin, Jauffre e la contessa. Ancora una volta si sentì distante dalle figure di potere con cui aveva a che fare, sarebbe mai potuta diventare una di loro? Si sentì afferrare il braccio. Dosiov. L'elfo la guardava con fermezza. "Non abbiamo avuto occasione di parlare." Disse. "Non mi sembra il momento adatto." Dosiov roteò gli occhi. "Non sarà mai il momento adatto." L'elfa gli afferrò una mano, cercando contatto e comprensione. "E' vero, ma quando parleremo avremo bisogno di molto più tempo. I minuti precedenti ad una battaglia non sono di certo abbastanza." Il marito abbassò la testa per un istante. Era difficile. Come erano arrivati in una situazione simile, in procinto di salvare l'intera popolazione di Tamriel? D'altronde avrebbe voluto anche lui parlare a lungo, confidarsi su tutto, mettere ogni cosa in chiaro e tornare finalmente ad essere ciò che erano stati a lungo. Allo stesso tempo però sapeva in cuor suo che non sarebbe successo. A tentare di ripescare ciò che si era in passato si finisce per perdere ciò che si è diventati nel presente. Non aveva intenzione di seguire quel fantasma, per quanto fosse confortevole e famigliare aveva bisogno di risolvere la situazione attuale. "Faticherò a combattere sapendo che mi odi." Kristal che ancora stringeva la sua mano aumentò la pressione. "Io non ti odio per niente." Dosiov inizialmente la guardò stupito, ma poi sorrise. Strinse a sua volta la sua mano e fece in quel modo forza ad entrambi per quello che sarebbe successo a breve.
Arrivati al campo di battaglia a sud di Bruma il gruppo notò con terrore che un cancello era stato già aperto dalla Mitica Alba e svettava sul paesaggio con le fiamme rosse che lo componevano. Attorno ad esso gli spadaccini e i soldati, arruolati da Jauffre da altre cittadine di Cyrodiil, proteggevano la landa con le loro armature di ferro e le armi sollevate. Martin si pose di fronte a loro, con sguardo sicuro indossò l'elmo e lanciò un ultimo sguardo d'intesa a Kristal prima di iniziare a parlare al gruppo.
"Cittadini di Cyrodiil, oggi l'impero si salverà o perirà in base alle nostre azioni. Vogliamo evitare lo stesso destino di Kvatch per Bruma. Abbiamo per caso intenzione di lasciargli bruciare la città, di uccidere le nostre famiglie?" La voce gli tremava leggermente, era particolarmente agitato. "Assolutamente no. Diamo il nostro meglio oggi, qui, per il bene di Cyrodiil. Dobbiamo resistere e combattere, finché l'eroina di Kvatch non distruggerà il Grande Cancello. Dobbiamo lottare e sconfiggere qualsiasi cosa esca dai quattro cancelli." Estrasse quindi la sua spada, seguito dal gruppo che pendeva dalle sue labbra. "Cittadini di Cyrodiil, siete con me?" Un boato si levò tra i presenti. Erano tutti con lui.Il primo daedra uscì dal cancello seguito da diversi goblin e si riversò sulla landa, correndo verso il gruppo capitanato da Martin. Kristal restò in seconda fila, a fianco dell'erede, controllando la situazione. Gli alleati erano un gruppo numeroso, tranquillamente in grado di affrontare i mostri in modo autonomo. Lei aveva bisogno di proteggere Martin, ma soprattutto di concentrarsi su quello che avrebbe dovuto fare a breve. Sarebbe dovuta entrare nel Grande Cancello di Oblivion, correre a perdifiato fino alla torre principale e recuperare la Grande Pietra del Sigillo, con cui lo avrebbe chiuso, allo stesso modo in cui aveva agito a Kvatch e a Bruma. L'idea di avere poco tempo la preoccupava parecchio. In questo cancello gigante era stata infatti installata una macchina da guerra daedrica che da sola era in grado di distruggere l'intera città. Era fondamentale chiudere il cancello prima che questa potesse uscire e mettere in moto la sua capacità distruttiva. Stava tutto nelle sue mani.
Quando il primo gruppo di mostri fu eliminato dai guerrieri di Cyrodiil un altro cancello venne aperto dalla Mitica Alba. Ora i mostri uscivano da due cancelli contemporaneamente, la battaglia iniziava ad entrare nel vivo. "Sei pronta?" Kristal annuì semplicemente. Era concentrata, analizzava la situazione con occhio critico e sapeva che avrebbe potuto farcela tranquillamente. Martin a quel punto fece posizionare il gruppo in modo che potesse coprire l'uscita dei mostri da tutti i cancelli, evitando delle brutte sorprese alle spalle. Kristal evocò uno scheletro con la magia, che potesse aiutare i soldati a combattere. Alla fine anche il terzo cancello minore fu aperto e l'elfa sapeva che ormai era questione di pochi istanti prima che venisse aperto il Grande Cancello. A quel punto vide anche Martin gettarsi nel pieno della battaglia. Lo osservò per numerosi istanti con il cuore in gola, una preoccupazione viscerale la spingeva a restare fuori, al suo fianco, per accertarsi che non gli sarebbe successo nulla. Ma non avrebbe potuto farlo. Doveva seguire la missione. D'altronde l'erede era un ottimo spadaccino e aveva notevoli doti magiche. Sarebbe sopravvissuto. Deve sopravvivere.
Un forte rumore scosse tutti i presenti, seguito da un tremore che invase la terra. Molti rischiarono di cadere, alcuni si ritrovarono al suolo. Il Grande Cancello si stava aprendo. Kristal assistette alla scena con terrore. Vide le rocce risalire dal terreno ad una velocità incredibile, per poi cospargersi di quella sostanza rossiccia che ricordava fiamme e lava. Non poté evitare di aprire la bocca e tenerla in quello stato per differenti secondi. Era davvero enorme, almeno cinque volte più grande dei cancelli minori. Iniziò ad avvicinarsi con titubanza a quel portale di morte e nel mentre si ritrovò un daedra di fronte. Con la spada di vetro già in mano iniziò ad attaccarlo, ferendolo facilmente ad una gamba. Il ginocchio del nemico cedette e si ritrovò a terra. L'elfa era sul punto di tagliargli la gola ma qualcuno la precedette. "Kristal, entra immediatamente nel cancello!" Martin. Lui e gli altri le avrebbero coperto le spalle, ora era necessario che entrasse subito e corresse a recuperare la Grande Pietra del Sigillo.
Senza esitare un istante in più iniziò quindi a correre. Si fiondò a perdifiato tra le fiamme del cancello con le palpebre serrate e in poco tempo sentì il clima cambiare e farsi pesante. Aprì gli occhi. Ecco l'inferno attorno a lei. Rosso, era tutto così terribilmente rosso e caldo. Di fronte a lei un cancello gigantesco stava terminando di aprirsi, mostrando dietro di sé un marchingegno infernale. Kristal non riuscì ad evitare di fermarsi qualche secondo ad osservarlo. Era mastodontico, formato da degli artigli neri e lunghi che avvolgevano al centro una sfera di fuoco. Si muoveva verso di lei, verso l'uscita del cancello, con lentezza ma non troppo. D'altronde era sicuramente pesantissimo, non avrebbe mai potuto gestire una velocità sostenuta, ma se Kristal non fosse stata abbastanza veloce avrebbe oltrepassato il portale in poco tempo, per poi distruggere Bruma. L'elfa iniziò quindi a camminare verso quella macchina demoniaca, analizzando la situazione. Avrebbe dovuto evitare le fiammate che venivano scagliate dalla sfera di fuoco, ma soprattutto avrebbe dovuto attraversare e scalare diverse torri prima di raggiungere quella centrale, che certamente conteneva la Pietra del Sigillo. Era una corsa contro il tempo e la certezza che provava prima vacillò. Non sapeva se ce l'avrebbe fatta.
STAI LEGGENDO
Oblivion - The Elder Scrolls
FanficKristal un giorno si risveglia in un'umida cella. Non ricorda come è finita in prigione, ma soprattutto non ha memoria della sua vita. Sarà costretta a combattere in un'epoca avvolta dall'oblio, dove i Cancelli di Oblivion terrorizzano gli abitanti...