Martin si pentì immediatamente delle sue parole e guardò Kristal con forte rammarico.
"Scusami, non intendevo urlarti contro in quel modo." L'elfa non rispose e continuò semplicemente a camminare a testa bassa, invasa da pensieri bui. Martin la seguì qualche istante in silenzio poi ricominciò a parlare.
"Kristal ti prego, guardami." La ragazza restava muta, avvolta dal dolore e l'impotenza. Il sacerdote allora la afferrò per una spalla, costringendola a fermarsi. Piantò i suoi occhi azzurri in quelli rossi dell'elfa e continuò a tenerla immobile. Lei mantenne il suo sguardo ma non così a lungo, abbassò gli occhi qualche secondo dopo. Martin le alzò il mento con l'altra mano, costringendola a guardarlo nuovamente.
"Non avevo intenzione di ferirti e mi dispiace, mi sono lasciato travolgere dalle emozioni." Sospirò. "Sai, sono sempre stato conosciuto come una persona solare, che aveva una buona parola per tutti. Se qualcuno aveva bisogno di un consiglio, o semplicemente di essere ascoltato, io c'ero." Un sorriso amaro gli solcò il volto mentre gli occhi vagavano in cerca di un ricordo. "Eppure avevo anch'io i miei demoni, i miei problemi, e nessuno a cui confidarli. Nessuno sapeva cosa portavo dentro in realtà, nessuno si accorgeva di un mio stato d'animo alterato e con il tempo sono arrivato a convincermi che fosse meglio così." Tornò a guardarla intensamente. "Tu invece sei diversa, hai percepito subito la mia rabbia e hai tentato di placarla. E forse è stato questo a farmi reagire, a farmi alzare la guardia, anche se in realtà tu volevi soltanto essere d'aiuto."Prese una pausa e le lasciò il mento. "Pensi davvero che mio padre si fosse pentito in punto di morte?" Kristal ci mise uno sforzo immane a tenere gli occhi inchiodati ai suoi, il sacerdote le aveva appena confidato qualcosa che molto probabilmente non aveva mai detto a nessuno e l'elfa non sapeva come comportarsi a riguardo.
"Così mi ha detto." Rispose alla fine, cercando di terminare quella conversazione il prima possibile. Martin le mollò anche la spalla e ripresero a camminare.
"Io voglio sapere quello che pensi tu." L'elfa rimase in silenzio per qualche istante, poi si decise a parlare, sapendo che lui avrebbe insistito finché non gli avesse dato una risposta.
"Quello che penso io è che tuo padre sia stato uno degli uomini migliori che ha vissuto in questo mondo. Quando sei nato tu ha dovuto fare una scelta, doveva decidere se prenderti con sé e fare felice se stesso, in cambio del dolore dei suoi figli e di sua moglie, oppure non farti sapere nulla di tutto ciò e non ferire nessuno, a scapito della sua di sofferenza." Fece una pausa, rivivendo ancora una volta gli ultimi istanti di vita dell'imperatore. Era davvero possibile essere toccati così tanto dalla morte di una persona appena conosciuta? "Lui ha sofferto così tanto in questi anni, lo si leggeva chiaramente nei suoi occhi. Ed è anche per questo che ti sono saltata addosso poco fa: quando ho visto i tuoi occhi ho riconosciuto Uriel in essi e in quel momento mi sembrava davvero di averlo di fronte a me, vivo e sorridente." Sorrise con dolcezza. "Per me non dovresti odiare tuo padre, almeno non prima di aver cercato di capire il suo punto di vista. Ha fatto un errore e per rimediare ha voluto soltanto mettere il bene degli altri prima del suo."Questa volta fu Martin a restare in silenzio, le parole di Kristal erano come piccoli aghi che gli avevano trafitto il cuore.
"Grazie per aver condiviso il tuo punto di vista, lo apprezzo molto." Le sorrise, cercando di mostrarsi tranquillo. "Cosa vuoi che faccia ora?" Si era completamente affidato nelle sue mani.
"Ora devi soltanto venire al priorato di Weynon con me, per conoscere Jauffre."
Un minuto dopo arrivarono all'accampamento e, mentre Martin se la vedeva con tutti i suoi concittadini, Kristal raggiunse il cavallo. Avvicinandosi, però, notò qualcuno che armeggiava sulle briglie.
"Hey tu!" Urlò l'elfa. Questo si girò spaventato e quando riconobbe la ragazza restò a bocca aperta.
"Tu? Sei ancora viva?" La rabbia di Kristal crebbe, era lo stesso demente che aveva incontrato dentro al cancello. Prima l'aveva abbandonata lì da sola e ora cercava di rubarle il cavallo? Hai scherzato con la persona sbagliata bello mio. L'elfa caricò un pugno e lo stampò dritto nell'occhio di quell'uomo, buttandolo a terra.Martin che aveva visto la scena le corse incontro preoccupato.
"Che succede? Perché l'hai picchiato?" La ragazza slegò il cavallo e salì in groppa.
"Ha tentato di rubare il mio pezzato, quindi gli ho dato una bella lezione." Il sacerdote inizialmente la scrutò con rimprovero, poi però non riuscì a trattenersi e automaticamente sorrise.
"Beh che aspetti? Sali anche tu o no?" Martin salì dietro a Kristal e cercò un appoggio dove tenersi, senza successo. "Puoi tenerti ai miei fianchi se vuoi, non andrò tanto veloce." Disse lei notando che si trovava in difficoltà e lui fece come le era stato detto.
"Di solito non è l'uomo che sale davanti e la donna si tiene a lui?" Lei sorrise.
"Infatti io non sono una donna, sono un'elfa."
Poi batté le staffe sui fianchi del cavallo, per farlo partire. All'inizio andò piano, ma presto lo spronò al galoppo.
"Per fortuna che avevi detto che andavi piano." Kristal rise.
"Ma così, che divertimento c'è?"In un'ora arrivarono nei pressi di una locanda, il cavallo si era stancato facilmente dopo la corsa e nemmeno i due passeggeri nella sua groppa sembravano essere in gran forma.
"Sono stanchissima, ho bisogno di recuperare le forze dopo tutto quello che è successo." Martin annuì.
"Sono d'accordo."
All'interno il salone era piccolo ma accogliente. Kristal si rivolse alla donna che stava dietro al bancone. Era una Khajiit, razza particolarmente riconoscibile grazie agli aspetti felini che caratterizzavano quelli della sua specie e alla lunga coda che scendeva dalla loro schiena. "Ciao, avete una stanza per due?" La locandiera sospirò.
"Mi dispiace ma abbiamo soltanto due stanze, entrambe singole ed una è occupata." Kristal guardò Martin un momento poi ritornò a parlare con la Khajiit.
"Fa lo stesso prendiamo quella libera." L'elfa si avviò al primo piano ma, quando vide che Martin non la seguiva, si fermò.
"Che fai non vieni?" Lui le fece cenno di proseguire.
"Vai pure, arrivo subito."Così Kristal entrò nella stanza e si tolse l'armatura.
Finalmente, non ne potevo più. L'appoggiò a terra, avendo già deciso che avrebbe dormito lei sul tappeto. Non aveva intenzione di soccombere ai soliti gesti di galanteria che facevano gli uomini per compiacere le donne, cedere il letto per poi essere costretti a dormire per terra era uno di essi.Martin entrò poco dopo con un fagotto in mano.
"Ho preso un po' di cibo, pensavo avessi fame." Kristal afferrò la prima cosa che le capitava.
"Oh grazie mille, mi serviva proprio." Dopo aver finito di mangiare si misero a discutere ugualmente per chi avrebbe dormito sul letto. A quanto pare il piano dell'elfa non aveva funzionato.
"Kristal ti prego, fammi fare l'uomo almeno una volta." La ragazza sbuffò. "Va bene, ma solo perché sono stanca. Così almeno stai zitto e mi lasci riposare." E detto questo si buttò sotto le coperte e si tolse sia il corpetto che le braghe, posandole di fianco al letto. Martin la guardò stupito.
"Ma che fai?" Lei iniziò a ridere.
"Non riesco a dormire con quella roba addosso." Poi fece un sorriso malizioso. Il caro sacerdote si vergogna per caso?
"Perché, c'è qualche problema per te?" Martin si coricò nel suo giaciglio di fortuna, dandole le spalle.
"No, nessuno. Buonanotte." Kristal sorrideva ancora.
"Sì, sogni d'oro." Tesorino.Chiuse gli occhi, ma prima di prendere sonno vide ancora il volto di Uriel che le sorrideva. L'imperatore mosse la bocca per parlare ma non ne uscì alcun suono. D'altronde Kristal sapeva cosa le stava dicendo. Grazie a te, per aver creduto in me fin dall'inizio. Si addormentò con l'immagine dei suoi occhi azzurri. Suoi e di Martin.
STAI LEGGENDO
Oblivion - The Elder Scrolls
FanficKristal un giorno si risveglia in un'umida cella. Non ricorda come è finita in prigione, ma soprattutto non ha memoria della sua vita. Sarà costretta a combattere in un'epoca avvolta dall'oblio, dove i Cancelli di Oblivion terrorizzano gli abitanti...