Kristal ed il generale Burd corsero immediatamente in città, verso la casa di Jearl. Appena attraversarono il portone nord, però, furono colti alla sprovvista da tre assassini. Subito sollevarono le spade ed iniziarono a lottare, schiena contro schiena. Kristal ne ferì uno ad un braccio, mentre Burd ne aveva già ucciso un altro ed ora era alle prese col terzo. L'elfa stava per decapitare il suo nemico, ma non ne ebbe l'occasione. Una guardia era spuntata dietro di lei e aveva già completato il suo compito. Ma pensano che non sappia lottare? Potevo finirlo benissimo da sola.
La guardia non le rivolse nemmeno la parola; si fiondò invece dal suo generale, per chiedergli come stava.
"Sto bene Tom, tranquillo."
Tom continuava a farfugliare parole agitato, allora Kristal gli appoggiò una mano sulla spalla. Questo saltò sul posto e l'elfa ci mise tutta la sua buona volontà per non scoppiare a ridere.
"Il generale Burd sta bene. Grazie per il tuo intervento, ora puoi tornare alle tue faccende. Noi abbiamo da fare." Lo guardò con uno sguardo di intesa, costringendo Tom ad ubbidirle ritornando al suo posto, non prima di aver avuto conferma anche dal generale.
"Quella setta ci sta fuggendo di mano."
Il volto del generale era visibilmente preoccupato, così come la sua voce.
"È per questo che dobbiamo raggiungere quella casa al più presto."L'abitazione di Jearl si trovava nella parte bassa di Bruma, così come la maggior parte delle case. Era di legno, ad un piano unico. Kristal vide Burd aprire la porta con una chiave che aveva tirato fuori da una tasca interna della corazza e si chiese se ne possedeva una copia di tutte le case dei cittadini.
L'interno, composto da una sola stanza, era tutto ordinato. I due iniziarono a guardarsi attorno, cercando qualche indizio. Sembrava tuttavia non esserci nulla di sospetto. Soltanto quando Kristal stava per gettare la spugna, il suo occhio si soffermò sul tappeto leggermente smosso. Così provò ad alzarlo, trovandoci sotto una botola.
"Qui c'è qualcosa!" Disse richiamando il generale. Questo si avvicinò e appena vide ciò che aveva trovato, cercò di aprire il coperchio.
"È chiuso a chiave." Burd si girò impotente, lasciando che Kristal prendesse l'iniziativa. L'elfa estrasse un grimaldello dalla tasca, ringraziando ancora una volta Jauffre per averla rifornita così bene, ed iniziò ad armeggiare sulla serratura della botola. Quando sentì un click, sorrise soddisfatta.
"Ecco fatto." Il generale la guardò male, era parecchio abile a scassinare. Tuttavia fece finta di nulla e non disse niente a riguardo. Alla fine questa sua abilità si era rivelata utile.Raggiunsero il sotterraneo della casa in pochissimo tempo, al suo interno c'erano molti barili e casse accatastate fra di loro. Iniziarono quindi a cercare qualcosa in essi, ma ancora una volta non trovarono nulla. Così, quando Kristal notò una lettera su una scrivania, iniziò a ridere.
"Ce l'abbiamo avuto sotto il naso tutto il tempo e non ce ne siamo nemmeno resi conto."
L'elfa afferrò la carta ed iniziò a leggere. Nel documento c'erano scritti i piani intestati a due agenti della Mitica Alba: una era proprio Jearl mentre l'altra era un certa Saveri Faram.
"Conosci questo nome?" Chiese Kristal a Burd, mostrandogli il foglio. Il generale scosse la testa mentre leggeva pensieroso.
"Dobbiamo trovarla ed ucciderla, Martin non è al sicuro finché lei è in giro." Fece per risalire dalla botola, ma fu bloccata da un rumore proveniente dalle sue spalle. Si girò e vide una porta che prima non aveva notato, essendo nascosta da delle travi di legno.
"E questa che cos'è?" Chiese. Burd la guardò confuso, non era mai stato lì dentro d'altronde, quindi non poteva sapere dove portava. Kristal provò ad abbassare la maniglia, inutilmente.
Fece per estrarre il grimaldello, quando sentì la serratura scattare.
Qualcuno sta per entrare.
Prese la spada e si preparò ad affrontare chiunque si trovasse al di là dell'uscio.Quando la porta si aprì, Kristal si trovò di fronte una dunmer, con i capelli rossicci come i suoi.
L'elfa ringhiò.
"Possibile che un membro della mia stessa razza, sia così idiota da entrare a far parte di una setta di malati?" Quella la guardò con odio, poi si vestì dell'armatura daedrica ed iniziò il combattimento.
Kristal tuttavia faticava a concentrarsi, la sua mente era colma di rabbia ma per qualche motivo non le permetteva di attaccare. Così parava ogni suo attacco, ma non riusciva a procurarle alcun danno. Fortunatamente intervenne Burd, che pose fine alla lotta.
"Penso sia meglio che tu vada immediatamente da Jauffre, devi mostrargli subito la lettera che hai trovato. Il documento parlava solamente di due spie qui a Bruma, perciò per ora dovremmo essere al sicuro. Io terrò comunque gli occhi aperti."
Kristal annuì e poi lo ringraziò per il suo aiuto, salì dalla botola e uscì dalla casa di Jearl, avviandosi al tempio del Signore delle Nubi.Fuori ormai era già buio, un venticello fresco soffiava fra le fronde degli alberi e Kristal rabbrividì di piacere. Già dal primo giorno che aveva messo piede a Bruma, aveva capito quanto le piacesse il freddo. Le rinfrescava la mente. Il generale Burd aveva insistito perché portasse una torcia con sé e ora l'elfa la impugnava nella sinistra, mentre avanzava lungo il sentiero pietroso.
Era convinta che a quell'ora non ci fosse nessuno per strada, per questo rimase stupita quando scorse due figure in lontananza. Tenevano un cappuccio calato in fronte e per un istante ebbe paura fossero degli assassini.Quando si avvicinò a loro, riuscì a scorgere i loro volti e vide che si trattava di due dunmer. Quello più alto la guardò di sfuggita un istante e poi tornò a studiarla da più vicino. Senza rendersene conto, l'elfo si bloccò di fronte a lei, guardandola sconvolto.
"Ehm, hai bisogno di qualcosa?" Chiese lei imbarazzata. Il tizio non sembrava volerle fare del male, piuttosto era completamente frastornato. Questo iniziò a sorridere, riaccendendo un fuoco nel cuore dell'elfa, che però si spense velocemente, così com'era arrivato.
"Io... Io non ci posso credere." Alzò una mano ed iniziò ad accarezzarle la guancia dolcemente. Kristal indietreggiò e appoggiò il palmo al pomolo della spada. Se ha intenzione di approfittarsi di me, ha a che fare con la persona sbagliata. Gli occhi dell'elfo sembrarono incredibilmente stupiti dal vederla allontanarsi. Non capiva perché si fosse comportata così.
"Perché ti allontani da me?" Kristal lo guardò confusa e non rispose. Fece invece per allontanarsi. "Aspetta Kristal, dove vai? È da giorni che ti cerchiamo. Pensavamo fossi morta."
L'elfa a quelle parole cominciò ad indietreggiare ancora più velocemente, sconvolta.Perché quello straniero conosceva il suo nome? Perché la cercavano da giorni? Perché pensavano che fosse morta? Ma soprattutto, chi era l'elfo che si ritrovava davanti?
Queste erano le domande che avrebbe voluto rivolgere, ma tutto ciò fu sostituito da una semplice frase.
"Io non so chi sono." A quelle parole l'elfo che le parlava la guardò preoccupato, l'altro aveva invece abbassato lo sguardo.
"Cosa intendi dire con questo?" Lei non rispose, non sapeva cosa rispondere.
"Kristal?" L'elfa iniziò a respirare pesantemente, era un peso troppo grande per lei, non sapeva cosa dire, cosa fare, se fidarsi. Perché non si ricordava di loro?
"Chi sei? Come fai sapere il mio nome?"
Terrore puro colmò gli occhi dell'elfo, che iniziò a riavvicinarsi a lei.
"Sono io Kristal, sono Dosiov." Alzò la mano destra e attraverso la luce fioca della torcia, l'elfa riuscì a scorgere un disegno sull'indice, uguale a quello che aveva lei.
Una scintilla apparve negli occhi della ragazza mentre avvolgeva il suo dito con quello dell'elfo di fronte a lei. I due tatuaggi uniti formarono un fiore. È la margherita di Pak. Pensò l'elfa d'un tratto e tornò a guardare Dosiov, che ora le sorrideva.
"Ricordi adesso? Sono tuo marito."
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Oblivion - The Elder Scrolls
FanfictionKristal un giorno si risveglia in un'umida cella. Non ricorda come è finita in prigione, ma soprattutto non ha memoria della sua vita. Sarà costretta a combattere in un'epoca avvolta dall'oblio, dove i Cancelli di Oblivion terrorizzano gli abitanti...