La torre era avvolta da un calore particolarmente fastidioso e l'odore di sangue e putrefazione era intenso e penetrante. Burd e Kristal dovettero proseguire con le dita premute sulle narici, in modo da evitare il tanfo.
"Quanto manca?" Le parole del generale arrivarono soffocate alle orecchie dell'elfa.
"Dovrebbe esserci una porta poco più avanti, grazie a quella potremo raggiungere il tetto." In realtà la salita sembrava non finire più e presto l'elfa fu avvolta dal dubbio che non si trovassero nella torre giusta, che magari si fosse sbagliata in qualcosa.
"Non ti pare strano che non ci sia nemmeno un mostro nei dintorni?" Il generale, che in quel momento si trovava di fronte a lei, si bloccò e si girò per guardarla.
"Ci stanno aspettando tutti più avanti, vogliono tenderci un'imboscata." Kristal non ci aveva nemmeno pensato, non riteneva i daedra così intelligenti.
"Credi davvero che siano in grado di fare una cosa simile?" Burd scosse la testa, indeciso.
"Non lo so, ma presto lo scopriremo."Ripresero ad avanzare, questa volta più cauti e particolarmente attenti ai rumori e i dettagli. Kristal ancora cercava la porta che portava al tetto, mentre Burd sembrava temere di trovarsi di fronte ad un nemico da un momento all'altro. Fortunatamente, l'entrata a cui faceva riferimento l'elfa, si presentò insperata.
"Penso che sia quella la porta." Il generale la studiò per qualche istante prima di avvicinarsi ad essa.
"Allora, io aprirò la porta e tu sarai pronta dietro di me. In questo modo, se ci sono dei demoni appostati dietro, li potrai colpire immediatamente." Kristal annuì, d'altronde non avrebbero potuto fare nulla di differente. Così evocò nuovamente uno scheletro ed insieme ad esso un atronach del fuoco. Burd sorrise quando la vide alle sue spalle con le mani infuocate, pronte a scagliare delle fiammate. Il generale voltò nuovamente il capo, fissò intensamente la porta e la calciò con violenza. Nulla accadde. Almeno non in un primo istante.Kristal si aspettava che non appena la porta fosse stata aperta, un'ondata di demoni li avrebbe attaccati. Ma si sbagliava, non c'era nessuno e l'elfa fu costretta a guardare attraverso l'uscio più volte prima di rendersi conto che erano ancora soli.
"Non c'è nessuno, possiamo proseguire." Burd annuì, non sembrava poi così stupito. Aveva invece iniziato a respirare pesantemente, Kristal pensò fosse a causa dell'afa opprimente che c'era lì dentro, così decise di non chiedergli nulla e andare avanti. L'elfa fu la prima a varcare l'uscio interamente, subito seguita dal generale. Una rampa circolare si presentò di fronte a loro, identica a quella che Kristal aveva già salito a Kvatch. Sembra davvero che tutto stia andando nel migliore dei modi. La ragazza proseguì con passo più spedito e con più speranza nel cuore.Ancora strada libera di fronte a loro, sembrava davvero diventata una torre fantasma. Tuttavia questo, invece di calmare Kristal, le mise ancora più ansia.
"Non ti sembra strano tutto questo silenzio?" Sentì uno strano annaspare come risposta. Si voltò per ritrovarsi il capitano tra le braccia, respirava a fatica e si teneva la gola premuta.
"Qualcosa..." Iniziò a dire prima di iniziare a tossire febbrilmente. Kristal lo fece sedere tenendogli la testa. Quando Burd si fu ripreso almeno in parte, tornò a guardarla.
"Veleno." Disse soltanto e l'elfa si spaventò parecchio. Erano ad un passo dalla fine e qualcuno aveva avvelenato il suo compagno. Quante volte le era successa una cosa simile in passato? Lo guardò con un misto di pietà e dolore, poi si risvegliò e si rese conto che stava perdendo tempo. Lo fece appoggiare ad una parete e dopo avergli gettato un ultimo sguardo iniziò a correre verso la Pietra del Sigillo.Non gli aveva detto ciò che aveva intenzione di fare perché era sicura che il capitano ricordava ciò che gli era stato detto riguardo agli altri soldati: sarebbero usciti tutti da lì non appena la pietra fosse stata rimossa. Finalmente ecco le scale formate da giganti canini, pronte a portarla di fronte all'unico oggetto che manteneva in vita il portale. Gli stivali di Kristal calpestarono gli scalini con rapidità, fino a che i suoi piedi non la portarono nuovamente al cospetto della pietra. Ci siamo, forza. L'elfa si ritrovò nuovamente a pochi centimetri dalla sfera, le sue dita la sfiorarono prima di afferrarla saldamente. Iniziò a tirare, ma fu bloccata da un improvviso dolore alla spalla: qualcosa di appuntito l'aveva colpita. Cercò di non farci caso e continuò a tirare, sentiva del sangue uscirle dalla ferita ma strinse i denti e non si arrese. Sentì un altro colpo al polpaccio prima di ritrovarsi la sfera tra le braccia ed essere avvolta dalle fiamme. Sorrise rendendosi conto di avercela fatta, di nuovo. Chiuse gli occhi e attese di ritornare a Bruma.
Barus era tentato di entrare all'interno del cancello, era ormai da ore che sua sorella si trovava all'inferno e l'idea lo terrorizzava. Aveva eliminato numerosi mostri nel frattempo insieme agli altri soldati, adesso però era da un po' di tempo che nessuno usciva più dal cancello. Continuava quindi ad osservare le onde rosse del portale muoversi lentamente e per questo, quando queste iniziarono a muoversi mano a mano più velocemente, lo notò immediatamente. Appoggiò una mano sulla spalla di Dosiov che sembrava sul punto di svenire e gli indicò ciò che aveva visto.
"Cosa pensi che stia ad indicare?" Chiese cercando di nascondere la preoccupazione. Il vampiro scosse la testa.
"Non lo so, ma spero che sia qualcosa di buono." Ora le onde avevano iniziato a svolgere dei cerchi a velocità impressionante, Barus avrebbe voluto fare qualcosa ma non riusciva a staccare gli occhi da quei guizzi. Tenne lo sguardo fisso finché tutto si fermò e il portale si frantumò in minuscoli pezzi. L'unica cosa che rimase intatta fu la roccia su cui poggiava il cancello, dove ora si trovavano cinque figure a terra.Si rese conto di chi fossero solo quando vide Dosiov correre verso il gruppetto al suolo. Subito si affrettò a seguirlo, vedendo che stava cercando di far alzare Kristal che si trovava prona con una grossa sfera stretta fra le mani. Ma non fu quello su cui Barus pose la sua concentrazione, una grossa freccia era conficcata nella spalla di sua sorella che continuava a sanguinare. Anche nel polpaccio c'era un dardo ma fortunatamente questo non provocava sanguinamento. Bloccò immediatamente Dosiov che probabilmente non si era nemmeno reso conto delle ferite. Infatti, dopo avergli mostrato i due punti, lo vide impallidire, cosa davvero rara da notare in un vampiro. Barus allora pose la mano sulla spalla di Kristal e iniziò a curarla con un incantesimo di guarigione, estraendo lentamente la freccia durante il processo.
Quando Kristal iniziò a riprendere conoscenza, sentì un'indistinta sensazione di benessere provenire all'altezza della scapola. L'ultimo ricordo che aveva era la Pietra del Sigillo e le fiamme che l'avevano circondata dopo averla rimossa. L'elfa tentò di aprire gli occhi e si rese conto di essere distesa a terra, sentiva la presenza di alcune persone attorno a lei e questo la tranquillizzò. Almeno finché non si ricordò di Burd, che necessitava di un antidoto il prima possibile. Spalancò gli occhi all'improvviso e iniziò a fare leva sulle braccia per tentare di alzarsi. Come aveva previsto, qualcuno la bloccò nuovamente a terra, impedendole di muoversi. Afferrò quindi la mano che l'aveva immobilizzata e la tirò verso di sé, con poca forza. Alzando il mento si ritrovò di fronte il volto di suo fratello, che la guardava con preoccupazione.
"Burd è stato avvelenato, così come gli altri soldati. Dovete cercare un antidoto al più presto." E detto questo appoggiò nuovamente la testa al suolo, finalmente più rilassata. Sentì che Barus si era alzato ed era andato a parlare con qualcuno. Kristal sorrise. Aveva portato a termine ciò che le era stato richiesto. Ma soprattutto era riuscita a salvare Bruma dal fato che aveva distrutto Kvatch.

STAI LEGGENDO
Oblivion - The Elder Scrolls
FanfictionKristal un giorno si risveglia in un'umida cella. Non ricorda come è finita in prigione, ma soprattutto non ha memoria della sua vita. Sarà costretta a combattere in un'epoca avvolta dall'oblio, dove i Cancelli di Oblivion terrorizzano gli abitanti...