Capitolo 48 - Tradimento

5 0 0
                                    

Con il passare dei giorni Kristal aveva recuperato quasi totalmente le forze. Ora riusciva a camminare senza il bisogno di un sostegno e anche la mente sembrava essere finalmente riposata. In queste due settimane l'elfa non aveva certamente dimenticato tutto ciò che era successo col fratello e il marito ed il fatto che essi fossero lontani la tormentava. Era stanca di tutti i segreti, di tutto quello che gli tenevano nascosto. Era arrivata alla conclusione che voleva semplicemente sapere la verità, si aggrappava a l'unico sprazzo di ricordo che aveva recuperato e più lo faceva più ne voleva ancora. Basta rimandare, basta temere il passato. Era ora di recuperare se stessa. Ancora la incuriosiva molto il fatto che attraverso un semplice bacio sulla guancia Dosiov era stato in grado di farle ricordare qualcosa. Barus sapeva sarebbe successo, per questo si era assicurato più volte che non la baciasse durante la convalescenza. Kristal l'aveva sentito e ricordava bene le sue parole. Un bacio la separava dal suo passato e non era quello dell'amore della sua vita.  

Un colpo al fianco la fece barcollare, rischiò di cadere ma alla fine riuscì a reggersi in piedi facendo affidamento alla spada che aveva piantato a terra. La spada di vetro, quella che le aveva regalato Martin. "Stai bene? Se sei troppo stanca possiamo fermarci." Era Lamyan, lo spadaccino con cui si stava allenando. Era stato molto disponibile con lei nell'ultimo periodo, si allenavano spesso insieme e le teneva sempre compagnia durante i pasti. Kristal gliene era grata, aveva assolutamente bisogno di distrarsi il più possibile in quel momento. "Non ti preoccupare, mi ero soltanto distratta. Riprendiamo." Fece un respiro profondo e i due ricominciarono a duellare. 

La sera Lamyan venne a bussare alla porta della sua camera mentre stava per coricarsi. Lo spadaccino aveva notato che aveva saltato la cena e aveva deciso di portarle una ciotola di minestra. Quel gesto fece sorridere Kristal che senza nemmeno rendersene conto si alzò e lo abbracciò. "Grazie davvero." Lamyan ricambiò l'abbraccio con forza. "Dimmi se hai bisogno di altro." I due si staccarono e lo spadaccino la lasciò nuovamente sola. Kristal bevve soltanto due cucchiaiate di minestra, poi si stese sul letto e stranamente si addormentò in pochissimo tempo. 

Quando tornò nella sua nuova stanza Martin notò subito un biglietto appoggiato sul cuscino del suo letto. Lo aprì. Conteneva solo poche parole ma riuscirono comunque ad avere un impatto fortissimo su di lui. Senza pensarci un secondo in più afferrò il pugnale che nascondeva sotto il cuscino e se lo infilò all'interno dello stivale. Poi prese la porta e si diresse verso l'uscita del tempio, assicurandosi che Jauffre non lo vedesse. All'entrata del tempio c'erano però delle guardie che riuscì a tranquillizzare dicendo che aveva soltanto bisogno di prendere una boccata d'aria. 

Appena fu all'esterno si precipitò correndo lungo la scalinata frontale al tempio e si fermò soltanto quando ebbe superato il portone principale. Iniziò a guardarsi attorno ma non c'era nessuno. Dove sei maledetto codardo? "Sire?" L'erede si voltò di scatto per ritrovarsi davanti il volto di Lamyan. "Mi hai spaventato a morte Lamyan. Che ci fai qua fuori a quest'ora?" Lo spadaccino fece spallucce. "Potrei chiederle la stessa cosa sire." Martin lo guardò dubbioso, non si aspettava una risposta del genere da lui. "Sono sceso soltanto perché mi era sembrato di vedere qualcuno." Lamyan sbarrò gli occhi. "Allora non era il sonno che mi giocava brutti scherzi! Anch'io ho visto un uomo scappare poco fa." L'imperiale si spaventò all'istante, probabilmente era la stessa persona che gli aveva lasciato il biglietto sul cuscino. "E dove è andato? Dobbiamo fermarlo." Lo spadaccino non ci pensò nemmeno un istante prima di indicare la strada alla sua sinistra, quella che porta ai monti. Così i due si avviarono correndo in cerca della figura misteriosa. 

Kristal si svegliò nel mezzo della notte con un martellio insistente alla testa, ci mise qualche secondo a capire dove si trovasse. Si sedette a fatica e si prese il volto tra le mani, quasi come se cercasse di sorreggerlo. Cosa mi succede? Iniziò a guardarsi attorno, non doveva essere passato molto tempo da quando si era addormentata, eppure le sembrava di dormire da giorni. Il suo sguardo si posò sulla minestra appoggiata di fianco al suo letto. "No, non è possibile..." Prese in mano la ciotola e la annusò. Sonnifero. Non può essere stato Lamyan, qualcuno deve avercelo messo prima. Si alzò dal letto e si diresse verso la stanza di Martin, la testa ancora sorretta da una mano. Arrancò fino all'entrata e fu presa dallo sconforto quando vide che l'erede non si trovava lì. A terra però spiccava un foglietto bianco. Si chinò per prenderlo, lo aprì e lesse. Vieni sulla strada o la ammazzo. Lo lasciò cadere all'istante e si mise a correre lungo il tempio.

All'entrata le guardie dormivano, probabilmente erano stati tutti drogati. Cercò di non pensarci e dopo essere uscita iniziò a correre giù per le scale. Arrivò in strada e non vide nessuno. Utilizzò un incantesimo di individua vita ma le uniche presenze che si rivelarono attorno a lei furono soltanto insetti o piccoli animali. L'elfa iniziò a farsi prendere dallo sconforto. Sapeva che a destra si arrivava a Bruma, se Martin si fosse recato lì avrebbe trovato sicuramente delle guardie che avrebbero potuto aiutarlo. Per questo prese la strada a sinistra, sperando di non aver fatto troppo tardi. Iniziò a correre ma presto non riuscì più a mantenere un ritmo sostenuto, non si era ancora ripresa totalmente e il sonnifero non aiutava di certo. La troppa stanchezza ebbe la meglio e fu costretta a fermarsi. Proprio in quel momento sentì però un rumore di passi. Si nascose dietro un albero e attese di sentire ancora quel suono, in modo da capirne la provenienza. Ancora un fruscio. Qualcuno si dirigeva all'interno del bosco. 

Quando Martin vide che Lamyan si dirigeva verso la boscaglia iniziò a diventare sospettoso. "Sei sicuro sia andato lì? Non ho visto passare nessuno." Lo spadaccino sembrò molto turbato dalla domanda. "Certo che sono sicuro sire, non mi permetterei di metterla in pericolo inutilmente." L'imperiale annuì, però non poté evitare di riflettere sulle ultime parole che gli erano state dette. Se non avesse voluto mettermi in pericolo mi avrebbe costretto a tornare al tempio e avrebbe chiamato qualcun altro per aiutarlo. Qualcosa non tornava, lo sentiva. Per questo decise di tenere la guardia ben alzata. Ma non fu sufficiente. Appena ne ebbe la possibilità Lamyan riuscì a fargli lo sgambetto e Martin crollò faccia a terra. Subito dopo lo spadaccino lo fece girare puntandogli la lama alla gola, in modo che non potesse muoversi. 

"Che stai facendo?" Chiese con forte disprezzo. "Ti sto per uccidere, sire." Sottolineò l'ultima parola come per prendersi gioco di lui. Nel frattempo Martin aveva preparato un incantesimo per contrattaccare. Mosse la mano in direzione di Lamyan ma prima che potesse ultimare le sue intenzioni qualcuno emerse dai cespugli e si gettò contro lo spadaccino, facendolo crollare a terra. "Perché stai facendo tutto questo? Mi fidavo di te, mi fidavo davvero. Come hai potuto usarmi, in quel modo così meschino. Perché..." Kristal era fuori di sé, la voce lasciava trapelare una profonda tristezza che questa volta non riusciva a nascondere.  Lamyan la utilizzò nuovamente a suo vantaggio, si alzò e tentò di calare la lama direttamente al petto dell'elfa. "Avresti fatto bene a fare la brava e bere tutta la tua minestra." 

Questa volta fu Martin a salvare lei. L'erede si era rialzato e aveva immediatamente lanciato uno scudo protettivo all'elfa. L'arma rimbalzò sulla protezione e il contraccolpo fece indietreggiare Lamyan. Con una certa agilità Martin riuscì finalmente a torcergli il polso e a far crollare l'arma nemica a terra. Con un masso lo colpì poi alla testa facendogli perdere conoscenza. "Adesso te la vedrai con Jauffre, traditore." Si girò finalmente verso Kristal per vedere come stava e per sua sorpresa scoprì che non si trovava stesa al suolo. L'elfa era furiosa e sovrastava Lamyan con la sua stessa spada. Senza che Martin potesse dirle qualcosa per fermarla calò la lama improvvisamente e trapassò il cuore dello spadaccino. Subito dopo mollò la presa e iniziò ad indietreggiare lentamente. "Oh per gli dei, cosa ho fatto?" Non riusciva a staccare gli occhi dal cadavere di Lamyan. Ancora la guardava e Kristal non riusciva a realizzare il suo tradimento. Aveva preso tutti in giro per tutto quel tempo e lei si era fatta imbrogliare così facilmente. Non era possibile. Martin le si pose di fronte e senza dire niente la abbracciò.

Oblivion - The Elder ScrollsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora