Kristal restò a guardarlo per quelle che parvero ore, le sue parole continuavano a rimbombarle nella testa ma non riusciva a decifrarle, a comprenderne a pieno il senso.
Mio marito? La sua mente non riusciva ad accettarlo. Continuava a scrutare l'elfo di fronte a lei, cercando un qualche ricordo nei suoi occhi rosso fuoco che non le dicevano nulla. Staccò l'indice dal suo, imbarazzata, e continuò a guardarlo incredula.
"Da quanto tempo siamo sposati?" Chiese, anche se non era la cosa più importante in quel momento. L'altro dunmer si fece avanti e Kristal riuscì a scorgerlo meglio.
"Non ti ricordi proprio nulla? Non mi riconosci?" Chiese questo con un velo di speranza. L'elfa lo guardò attentamente, aveva qualche ciuffo rosso che gli spuntava dal cappuccio e gli zigomi parecchio affilati. Scosse la testa tristemente: no, non lo riconosceva. Questo abbassò gli occhi afflitto e Dosiov tornò a farsi avanti. "Non riconosci nè me nè Barus? Che ti è successo..." L'elfo si avvicinò nuovamente a lei, ma Kristal restò in allerta.
"Come si chiama lui?" Dosiov la guardò strano.
"Barus."Ecco perché quando avevo sentito chiamare Baurus mi era suonato famigliare, il nome è praticamente uguale. Eppure, anche se il nome le era conosciuto, la persona a cui apparteneva non le ricordava nulla.
"Il tuo nome mi è noto, ma non riesco a ricordare chi sei." Barus la guardò intensamente negli occhi prima di rispondere.
"Sono tuo fratello."
Kristal vacillò nuovamente al suono di quelle parole. Non ricordo nemmeno il volto di mio fratello? Cosa ho fatto di male nella per meritarmi una punizione simile?
Alcune lacrime iniziarono a spingere per uscire, ma Kristal le trattenne: non voleva mostrarsi debole di fronte ai due. Almeno finché non avesse capito bene cosa fare.
"Mi dispiace..." Disse soltanto, non sapendo nemmeno a cosa si riferisse. Dosiov la abbracciò forte, ma l'elfa non riuscì a ricambiare. Non sapeva cosa provare in quel momento e quel gesto le metteva soltanto ulteriore pressione.L'elfo si staccò soltanto quando sentì dei passi avvicinarsi. Kristal guardò nella direzione del suono e vide Steffan che si avvicinava. Improvvisamente ritornò alla realtà, doveva ancora raggiungere Jauffre per aggiornarlo sugli avvenimenti a Bruma. Lo spadaccino notando Kristal si affiancò al gruppo, ma si rivolse soltanto a lei. "Kristal! Va tutto bene? Ci stavamo preoccupando per te." L'elfa sbarrò gli occhi a quelle parole. Ricordò Martin e il modo in cui si erano avvicinati pericolosamente nell'ultimo periodo. Aveva tradito Dosiov con lui, aveva tradito suo marito prima ancora di sapere di essere sposata. Si girò verso i due dunmer e soffermò lo sguardo soprattutto sul primo, cercando di cogliere ancora una volta un sentimento, qualcosa che la legasse a lui.
"Ora devo andare." Non ricevendo ancora nulla aveva bisogno di andarsene da quella situazione, ma subito Dosiov la bloccò.
"Dove devi andare? Non torni con noi a Morrowind?" Kristal scosse la testa, Morrowind era la terra degli elfi oscuri, quindi era naturale venisse da lì. Anche se la vasta conoscenza che aveva di Cyrodiil le aveva fatto immaginare di essere cresciuta lì. Inoltre non aveva intenzione di lasciare quel luogo, almeno non finché la faccenda dei cancelli di Oblivion non si fosse conclusa."Ho un compito da portare a termine. E comunque non ho memoria, non so se posso fidarmi." Dolore velò gli occhi di entrambi.
"Se restassi con noi ricorderesti tutto. Ne sono sicuro!" Dosiov aveva iniziato ad urlare. Paura, rabbia e malcontento lo avvolgevano e Kristal ne ebbe quasi paura. Barus lo afferrò per una spalla, facendolo calmare.
"Non possiamo costringerla a venire con noi, non vedi quanto è impaurita? Dobbiamo lasciarle il suo spazio." Aveva sussurrato tutto nel suo orecchio, in modo che Kristal e Steffan non sentissero.
"Va bene." Sussurò Dosiov a sua volta e tornò a rivolgersi all'elfa.
"Possiamo almeno restare con te?" Kristal li guardò spaesata. Il problema era che non sapeva se erano veramente chi dicevano di essere. Lei non ricordava e la prima cosa che le era venuta in mente era che fossero degli agenti della Mitica Alba che volevano entrare nel tempio indisturbati per uccidere Martin. Lei naturalmente non aveva intenzione di fargli rischiare la vita così ingenuamente."Io non penso sia una buona idea..." Steffan che aveva assistito alla scena decise di prenderla da parte per chiederle spiegazioni. Lei raccontò tutto velocemente, sperando di ricevere un consiglio da parte dello spadaccino.
"Il tipo con i capelli rossi ti assomiglia molto. D'altronde ce ne sono tantissimi di dunmer con la chioma di quel colore. Secondo me digli di venire con noi, li richiuderemo in cella finché non avremo la situazione più chiara."
Kristal si girò nuovamente a guardare i due elfi. Il problema è che se riesco a ricordare il mio passato, tutto cambierà. E non so se voglio che le cose cambino.
"Va bene, venite con noi." Disse finalmente, poi si avviò senza aspettare una risposta.Nei pressi del tempio, Kristal fermò Steffan e gli chiese di vedersela con Jauffre. Lei aveva bisogno di parlare con Martin al più presto. Lo spadaccino accettò, sapeva come trattare con il frate. L'elfa si precipitò quindi nella sua stanza, sperando che Martin si trovasse lì. Non si sbagliò. Se ne stava seduto nel letto, con le mani fra i capelli e, quando sentì la porta aprirsi, alzò la testa di scatto.
"Kristal! Mi stavo preoccupando." Disse mentre le si avvicinava. L'elfa sprofondò fra le sue braccia e per qualche secondo tutto ciò che era appena accaduto non esisteva più.Soltanto quando vide che Martin avvicinava le labbra alle sue, tutto tornò con prepotenza. Si allontanò velocemente, lasciandolo senza parole.
"Scusami, non posso." Martin la guardò con tristezza e prese ad accarezzarle una guancia, proprio come aveva fatto Dosiov poco fa. Kristal indietreggiò a quel pensiero. "Non capisco che sta succedendo." L'elfa incontrò i suoi occhi, vedeva chiaramente la confusione che li avvolgeva.
"Devo dirti una cosa." Una? Magari fosse soltanto una.
Martin le prese le mani, tranquillizzandola un po'.
"Ho incontrato delle persone che mi conoscono." Lui restò in silenzio per un istante, poi però le sorrise.
"E non è positivo? Magari inizierai a ricordare qualcosa." Kristal scosse la testa, no che non ne era felice. Come faceva a dirgli che era sposata? Con un elfo di cui non aveva alcun ricordo, ma che probabilmente in passato era stato importante per lei.Però non smetteva di pensare che non provava nulla per Dosiov, non aveva sentito nessun brivido quando la sua pelle era entrata in contatto con la sua. Con Martin invece succedeva sempre, e Kristal credeva fosse una differenza enorme. Cercò una forza che non possedeva prima di dirgli tutto. Temporeggiò il più possibile, cercando le parole giuste perché appena lui fosse venuto a conoscenza di tutto, qualsiasi cosa stesse nascendo tra di loro non avrebbe avuto ancora vita lungo.
Prese un grosso respiro e finalmente parlò. "Uno dei due elfi che ho incontrato." Si bloccò di nuovo, come se avesse perso la facoltà di parlare. Sospirò ancora, poi concluse la frase.
"Dice di essere mio marito." Martin sussultò involontariamente a quelle parole, il suo sguardo passò da incredulo a triste in qualche secondo. Kristal non si trattenne più, iniziò a piangere silenziosamente e non cercò nemmeno di nasconderlo. Era bombardata da giorni emotivamente tra una cosa e l'altra e questo non faceva altro che appesantire ancora di più il carico che si stava ritrovando ad affrontare.Restarono in silenzio per minuti interi, a riflettere, finché non fu Martin a rompere il silenzio.
"Sei sicura che dica la verità?" Già, bella domanda.
"Non lo so. È che i nostri tatuaggi insieme formano un fiore e i matrimoni tra i dunmer in alcuni casi si celebrano in questo modo."
Durante la cerimonia infatti, gli sposi sceglievano un particolare fiore, solitamente quello di una delle due famiglie e se lo facevano tatuare come segno di unione. Per questo Kristal non era riuscita a negare, in qualche modo era certa della loro unione. Anche se in realtà non aveva memoria del giorno del suo matrimonio.Martin stava annuendo, particolarmente confuso e provato dalla notizia dell'elfa. "Capisco. Quindi noi, noi non possiamo."
Kristal gli prese il volto fra le mani, come faceva spesso lui con lei.
"Non ti voglio perdere. Non voglio stare con lui, voglio stare con te." Una lacrima scese lenta lungo la guancia di Martin e Kristal ne rimase stupita, era la prima volta che lo vedeva piangere.
"Non puoi spezzare il tuo giuramento, non è giusto."
L'elfa lo guardò severamente.
"Ho detto che non voglio stare con uno sconosciuto e non mi farai cambiare idea."
Si avvicinò pericolosamente a lui e lo baciò con trasporto. Ormai aveva preso una decisione e non si sarebbe tirata indietro. Ad un modo per uscire da quella situazione, ci avrebbe pensato più tardi. Anche se ovviamente non aveva considerato quanto difficile sarebbe stato.
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Oblivion - The Elder Scrolls
FanficKristal un giorno si risveglia in un'umida cella. Non ricorda come è finita in prigione, ma soprattutto non ha memoria della sua vita. Sarà costretta a combattere in un'epoca avvolta dall'oblio, dove i Cancelli di Oblivion terrorizzano gli abitanti...