Capitolo 9 - Il Tempio del Signore delle Nubi

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L'indomani Kristal fu svegliata da un rumore improvviso. Balzò dal letto e afferrò la spada, mettendosi in guardia. Di fronte a lei però c'era soltanto Martin, chinato a raccogliere un libro. Questo si girò spaventato al rumore della lama e quando vide che era Kristal si rasserenò. L'elfa invece era ancora presa dal panico.
"Che è successo?" Martin le mostrò il libro che aveva appena raccolto. "Nulla, mi era solo caduto questo." Finalmente si calmò anche lei e abbassò l'arma. Si passò una mano tra i capelli, mettendoci qualche istante prima di accorgersi di essere ancora in intimo. Arrossì fino alla punta delle orecchie e iniziò a vestirsi in tutta fretta. Martin sorrise e finse di non essersi accorto di nulla. Quando vide che si era allacciata le ultime fibbie dell'armatura le porse un pezzo di pane dal fagotto della sera prima. Pagarono la locandiera e ripresero la strada per il priorato. Erano molto meno loquaci rispetto la sera prima, durante il tragitto infatti non parlarono molto, entrambi avvolti dai loro pensieri. Alla fine avevano vissuto entrambi degli eventi particolarmente spossanti in pochissimo tempo e avevano di certo bisogno di un po' di tempo per elaborare il tutto. 

Arrivati in prossimità del priorato, però, Kristal sentì una brutta sensazione in corpo. Quando si trovarono di fronte all'edificio capì: un assassino stava correndo verso di loro. L'elfa balzò dal cavallo e si mise di fronte a Martin per proteggerlo. Iniziò a lottare contro l'uomo e mentre lo faceva teneva d'occhio il sacerdote. Non avrebbe commesso lo stesso errore una seconda volta. E infatti, quando vide spuntare un altro assassino alle sue spalle, gli urlò di stare attento. Tuttavia lui la stupì lanciando un incantesimo paralizzante al suo nemico, per poi colpirlo con un minuto coltello.

Quando tutti e due gli assassini furono sistemati, andarono in cerca di Jauffre. Di fronte all'edificio principale trovarono il corpo senza vita di un frate, era fratello Gusim. Kristal fu presa dalla paura, ma si precipitò all'interno ugualmente. Cercò in tutte le stanze, ma di Jauffre nessuna traccia. Prese una sedia e la frantumò in due gridando. Poi fu catturata da qualcuno alle spalle che le tappò la bocca. Iniziò a scalciare come una pazza.
"Ma che fai? Sono io. Per favore Kristal, calmati." Martin la mollò e lei prese un respiro profondo. Sembrò essersi calmata per un istante ma, dopo qualche secondo, si precipitò nuovamente fuori dall'edificio. "Aspetta! Dove vai?" L'elfa corse in direzione della cappella e ci piombò dentro, subito seguita da Martin.

Si trovarono di fronte Jauffre alle prese con uno degli assassini. Kristal non aspettò un istante e attaccò subito l'uomo, ferendolo ad un braccio. Questo mollò l'arma e gridò dal dolore. La ragazza si preparò per caricare nuovamente, ma il frate la fermò.
"Non puoi placare la tua sete di morte per un momento, dunmer? Lascialo in vita, devo fargli delle domande." Kristal abbassò la spada afflitta, non le piaceva uccidere ovviamente, non era un mostro. Eppure quando vedeva qualcuno in difficoltà, era l'istinto ad avere la meglio, insieme a dei meccanismi di attacco-difesa che avvolgevano la sua mente. Chissà da dove venivano. Ripose la lama nel fodero e si mise in disparte, di fianco a Martin. Jauffre invece tornò a concentrarsi sull'assassino.

 
"Cosa volete da me?" Questo puntava gli occhi a terra, ostinato a non aprire bocca. Kristal si innervosì, si avvicinò e gli tirò una sberla.
"Almeno abbi la decenza di guardarlo in faccia, codardo." Il frate la fulminò con lo sguardo, ma lei non se ne curò. Quel tipo meritava di essere messo in riga.
"Non osare toccarmi dunmer, le razze inferiori come la tua non meritano nulla!" Fu la goccia che fa traboccare il vaso. L'elfa fece per estrarre la spada, ma una mano le bloccò il polso. "Non ne vale la pena, vuole soltanto farti innervosire." Martin l'allontanò dall'assassino. "Fa quello che devi fare, intanto la porto fuori." Kristal lo guardò con rabbia, ma non oppose resistenza. "Volevo soltanto puntargliela alla gola, per fargli capire che a giocare col fuoco, ci si brucia." Martin la guardò con occhio severo. "Non è vero, e lo sia anche tu." Kristal le diede le spalle, aveva ragione ma non l'avrebbe mai ammesso. D'altronde la rabbia che provava nei confronti di quei traditori era così forte da farle perdere ogni tipo di razionalità. Di fronte a loro diventava davvero una macchina di morte. 

Jauffre uscì qualche minuto dopo. Non disse nulla e si diresse semplicemente all'edificio principale. Kristal si mise subito alle sue spalle. "Aspetta Jauffre, che ne hai fatto dell'assassino?" Il frate continuò a camminare, non si degnò nemmeno di risponderle.
"Allora? Ma dove stai andando?" Jauffre aprì la porta dell'edificio principale, ci entrò e poi si girò verso i due.
"Aspettate qui, torno tra un minuto." Kristal sbuffò, mentre Martin si mise in attesa a braccia incrociate. Il frate fu incredibilmente veloce; quando uscì, una scintilla di rabbia gli attraversava il volto.
"L'hanno preso Kristal, è finita." L'elfa sapeva di cosa stava parlando, l'Amuleto dei Re.

All'iniziò sentì anche lei la terra cedere sotto i suoi piedi, ma non si fece cogliere dallo sconforto come Jauffre.
"C'è ancora una possibilità, Martin è con noi e bisogna portarlo al sicuro." Il frate guardò l'erede, come se fino a quel momento non si fosse accorto della sua presenza.
"Per gli dei, basta guardare nei tuoi occhi per riuscire a rivederci tuo padre." Martin gli rispose guardando Kristal.
"Sentire queste parole mi rende particolarmente fiero." Chinò il capo in segno di rispetto. 
Fu lei a riportare i due al presente.
"È ovvio che qui non è sicuro Jauffre, dove andremo adesso?"
Il frate parve pensarci un attimo, poi si avviò alla stalla.

Kristal lo seguì insieme a Martin e solo allora Jauffre si decise a parlare. "Andremo tutti al Tempio del Signore delle Nubi." L'elfa lo conosceva, era la base segreta degli spadaccini, il gruppo che da anni si occupava della protezione dell'imperatore. Un'altra informazione a lei nota, conosceva meglio Cyrodiil di se stessa. Questo la fece riflettere particolarmente, probabilmente ricordava tutto ciò che aveva imparato grazie all'esperienza e allo studio. L'unica cosa che aveva completamente rimosso era la memoria legata agli affetti, alla sua vita. Non era un elemento molto confortante, ma almeno era un inizio per cercare di capire cosa avesse portato un'amnesia simile. 

"È quello che si trova sopra la città di Bruma?" Chiese, ritornando al presente. Jauffre annuì sorpreso.
"Inizi a ricordare qualcosa? È strano che tu sappia una cosa del genere, non sono molti quelli a conoscenza della sua esistenza." Kristal ci pensò ancora un istante.
"Ricordo solo che è dove risiedono gli spadaccini, ma non so come faccio a saperlo." Jauffre raggiunse un baio e lo sellò, poi porse le briglie di un altro cavallo bianco a Martin.
"Sei un mistero dunmer, spero che i tuoi ricordi ritornino al più presto. Non perdere la speranza." Kristal avrebbe voluto dire lo stesso, ma non sapeva se voleva realmente sapere chi era e cosa le era successo nella sua vita. A volte ciò che non si conosce fa paura. Non rispose e li guardò mentre salivano a cavallo.
"Tu puoi tenere quello di fratello Gusim, purtroppo a lui non servirà più." Così l'elfa tornò dal pezzato, gli salì in groppa e partirono tutti al galoppo, direzione Bruma.

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