Capitolo 15 - Incomprensioni

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Il pezzato era ben riposato grazie alla sosta di due giorni nelle stalle, Kristal riuscì così a farlo galoppare a lungo. Arrivò in prossimità del tempio in poco più di tre ore. Salì la lunga scalinata e prese a guardarsi attorno. Alla sua destra due spadaccini stavano lottando, mentre alla sua sinistra c'era Jauffre che l'aveva subito notata e si stava avvicinando.
"Kristal! Non mi aspettavo di vederti tornare così presto. L'hai trovato?" Kristal scosse la testa in dissenso, ma prese i quattro volumi e poi la mappa con segnata l'ubicazione del santuario. Jauffre si prese qualche secondo per valutarli, mentre l'elfa si guardava attorno. Non aveva ancora visto Martin. Non posso interrompere Jauffre adesso, lo andrò a cercare dopo.

Il frate d'un tratto alzò la testa dai libri e tornò a guardarla.
"Hai fatto bene ad aggiornarmi. Non vedo Baurus però, è andato lui al santuario?" Kristal lo guardò stupita e le si strinse il cuore, l'euforia per aver trovato il santuario le aveva quasi fatto dimenticare cos'era successo alla guardia. Non voleva però dire a Jauffre che era morto. Ricordava ancora come aveva reagito alla morte di Uriel e fratello Gusim e aveva paura che si chiudesse su se stesso di nuovo. Decise quindi ingenuamente di prendere tempo prima di rivelare la notizia. 

"No, andrò io. Baurus resterà in città a controllare che non ci siano altri agenti." Era una menzogna enorme, ma avrebbe avuto tempo di dirgli come stavano realmente le cose più avanti. Il frate annuì.
"Sei sicura?" Kristal annuì a sua volta. "Sono l'unica che lo può fare." Mentre parlavano qualcuno arrivò alle sue spalle. L'elfa si girò di scatto, trovandosi Martin di fronte. Indossava un'uniforme di maglia ed era affiancato da Lamyan, anche lui in divisa da battaglia.

"Sei l'unica che può fare che cosa?" Chiese con sguardo severo. Kristal non voleva affrontarlo in quel momento. Sapeva che per qualche motivo avrebbe fatto resistenza alla cosa e adesso non aveva le forze necessarie. Jauffre le riconsegnò i libri e si avviò all'ala occidentale del tempio.
"Vi lascio parlare. Più tardi fammi sapere quando hai intenzione di partire e se hai bisogno di qualcosa per il viaggio." E detto questo sparì, lasciando l'elfa da sola con Martin. Lamyan infatti si era ritirato subito dopo il frate con un inchino scoordinato. Grazie mille Jauffre, molto d'aiuto.

Kristal tornò a guardare il sacerdote, doveva trovare un modo per convincerlo.
"Hai visto che sono tornata presto?" Chiese con un sorriso sforzato, a cui Martin non rispose.
"Non hai risposto alla mia domanda, che viaggio dovresti fare?" L'elfa sospirò, a quanto pare non aveva modo di scampare al suo interrogatorio.
"Andiamo dentro a parlarne, prima voglio cambiarmi." Si avviò al portone, cercando di prendere tempo. Entrò nella camera e quando vide che Martin stava per seguirla, lo bloccò. "Mi devo cambiare." Martin la scostò, facendosi strada per la stanza.
"Basta temporeggiare, spiegami tutto subito." Si sedette sul letto, poi si rese conto che forse era stato un po' troppo duro. "Per favore." Aspettò poi che lei iniziasse a parlare.

Sconfitta, l'elfa si sedette a sua volta di fronte a lui e gli raccontò tutto, o quasi. Evitò la morte di Baurus e soprattutto il fatto che sarebbe andata lei al santuario, anche se tenergli nascosta la verità fu totalmente inutile. Era particolarmente evidente dai commenti di Jauffre. 
"Ho capito. Quindi prima ti riferivi al fatto che sei l'unica che può andare dritta nel covo dei nemici a farsi uccidere?" Il suo tono era incredibilmente freddo, i suoi occhi di ghiaccio. Kristal ne ebbe quasi paura.
"Non ho detto questo." Martin alzò gli occhi al cielo.
"Certo, ma era sottinteso.  Sai che non mi puoi nascondere nulla." Non capiva se fosse una domanda o un'affermazione, in ogni caso le provocò un intenso brivido. Detto in quel modo sembrava una cosa orribile.
"Sei inquietante." Martin si alzò e si sedette di fianco a lei, guardandola con aria di sfida.
"Perché? Stai provando a dire che ho torto?" Kristal distolse lo sguardo.
"Sì, andrò nel santuario. Ma non a suicidarmi." Il sacerdote sbuffò.
"Ok, allora dimmi quale sarebbe il tuo piano appena arrivata." Mi sta mettendo alla prova. Vuoi giocare? E allora giochiamo.

"Beh semplice: entrerò nel loro covo, come lo chiami tu, e poi fingerò di essere un nuovo membro." Martin sorrise amaramente.
"La metti facile, come farai a farti credere?" Già, bella domanda.
"Gli mostrerò i libri, ovvio." Lui continuava a sorridere, si divertiva a metterla alla prova e la rabbia che aveva provato nell'apprendere la notizia si stava placando. In quel momento l'evidente attrazione fisica che provavano l'uno per l'altra sembrava riempire la stanza, dando addirittura un peso all'aria. 
"A chi hai intenzione di mostrarli?" Kristal iniziò ad innervosirsi, percepiva anche lei l'atmosfera carica che li circondava, i loro corpi che inconsapevolmente si avvicinavano.
"Ma alla prima persona che trovo, non lo so." Martin in quel momento tornò serio, spezzando tutta la tensione e l'attrazione che aveva creato con il suo interrogatorio.
"Vedi, stai andando alla cieca. Per questo dico che ti farai uccidere, non sai nemmeno con chi avrai a che fare una volta dentro." L'elfa si alzò dal letto di scatto, in qualche modo quella conversazione l'aveva provata in modo maggiore rispetto agli ultimi tre giorni.
"Ma perché dovrebbe interessarti? Non sono importante. Anche se muoio, non mancherò a nessuno."

Le era uscito così, come l'acqua scorre nei fiumi, come il vento soffia tra i rami degli alberi. Era ciò che sentiva in quel momento e ne fu travolta. Appoggiò la testa contro la porta, rendendosi conto di aver parlato troppo e iniziò a sentire le lacrime che premevano per uscire. Inizialmente tentò di bloccarle e penso di riuscirci. Alla fine però cedette, si inginocchio a terra, la testa sempre appoggiata al muro e iniziò a piangere. Martin subito si avvicinò e cercò di toccarle un braccio per darle un po' di conforto, ma lei lo allontanò. Questo ovviamente non fermò il sacerdote. Ritentò, questa volta prendendola per una spalla e costringendola a girarsi lentamente. Kristal questa volta non oppose resistenza, un po' per stanchezza, ma un po' anche per bisogno di contatto, di affetto, per bisogno di sentirsi vicina a qualcuno per un momento. Lei che si era svegliata senza legami. 

Si appoggiò al suo petto e liberò tutto il dolore che portava in corpo da giorni. Perché la sua vita, in realtà, era cominciata qualche giorno fa e da quel momento si era sentita irrimediabilmente sola. Adesso, stare così a contatto con qualcuno, la aiutò a calmarsi nuovamente. La solitudine che aveva provato, in quei pochi istanti, sembrò dissolversi. Piano piano i singhiozzi sparirono e le lacrime smisero di scenderle lungo le guance, si asciugò la faccia con l'orlo della manica e tentò di staccarsi dalle braccia di Martin, che l'avevano tenuta stretta tutto quel tempo. Lui le prese il volto tra le mani, asciugandole gli occhi con i pollici. Erano di nuovo estremamente vicini e l'aria era tornata a pulsare di tensione. 

"Sappi che non ho intenzione di fermarti, se vuoi continuare la missione sei libera di farlo." Le lasciò il viso e incrociò le braccia al petto. "Quello che voglio è soltanto aiutarti e prepararti al meglio. Se muori tutto quello che hai fatto finora sarà stato inutile. E comunque, sei estremamente importante e mancheresti sicuramente a qualcuno." Martin distolse lo sguardo, consapevole di ciò che aveva appena detto.
"Come fai ad esserne così certo? Ci conosciamo soltanto da qualche giorno." Kristal voleva credergli con tutto il cuore, ma non poteva fare a meno di chiedersi se fosse stato sincero.
"Non lo so, è che c'è qualcosa in te. Non ho mai sentito una sensazione simile con qualcuno." Cosa sta cercando di dirmi? Dove vuole arrivare? Il battito dell'elfa era aumentato.
"Penso che sia normale per un sacerdote non legare molto in generale..." Martin arrossì.
"Forse, è solo che non ho mai conosciuto nessuno come te. Vedo se mi stai mentendo e lo stesso fai tu, è come se mi sapessi leggere. Questo mi attira e mi spaventa." Kristal non sapeva cosa dire, era confusa. 
"Mi viene naturale, un po' con tutti, credo." Martin era visibilmente a disagio, la conversazione stava prendendo una piega molto profonda. Probabilmente nessuno dei due avrebbe voluto aprirsi così tanto, eppure entrambi ne avevano sentito il bisogno. 
"Ora ti lascio cambiare. Ci vediamo più tardi." E detto questo uscì, scappando dal discorso e lasciando l'elfa ancora più confusa. Certo che è strano, questa volta non riesco proprio a capire cosa gli passa per la testa. Decise che avrebbe chiarito i suoi dubbi più tardi, afferrò degli indumenti e cercò un posto per lavarsi.

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