Capitolo 49 - Sempre più difficile

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Durante il tragitto di ritorno al tempio Martin fu costretto a sorreggere Kristal che era ancora spossata dal sonnifero e dallo sforzo compiuto nell'ultima ora. Anche lo stato emotivo non aiutava di certo l'elfa che continuava a rivivere il momento in cui aveva trafitto il cuore di Lamyan. "Cosa succederà ora?" Chiese con un timore che non aveva nemmeno tentato di celare. "Agiremo ancora più rapidamente, non possiamo più permetterci errori del genere." Kristal annuì ma c'era ancora qualcosa che le premeva dire. "Non avresti dovuto mettere a rischio così la tua vita per salvare la mia." Martin sospirò. "Abbiamo bisogno di te." Kristal scostò il braccio che la reggeva e gli si pose di fronte. "Abbiamo?" Martin resse a malapena il suo sguardo. "Sì, per recuperare l'Amuleto dei Re." L'elfa incrociò le braccia, sapeva che doveva stare calma, non perdere il controllo. Eppure odiava il modo in cui le stava parlando, odiava il distacco che percepiva dai suoi occhi e dalla sua voce. "Non avete bisogno di me. Avete mandato un'altra squadra a recuperare la pietra e quello che è appena successo dimostra che invece la mia presenza qui rappresenta un pericolo per la tua vita."

Martin scosse la testa, era evidente che non avesse alcuna intenzione di continuare questo discorso. "Tu mi hai appena salvato la vita." Kristal era esasperata. "Ti trovi qui fuori perché tentavi tu di salvarla a me." L'erede la guardò con convinzione. "Infatti, ci salviamo la vita a vicenda. Lo stiamo facendo da quando ci siamo incontrati e continueremo a farlo." L'elfa abbassò lo sguardo, non credeva assolutamente a quelle parole. "Almeno finché uno dei due non muore." Martin sbuffò, si avvicinò a lei e le pose le mani sulle spalle. "Sei l'unica di cui mi posso fidare ciecamente, sei la prima da cui andrei a chiedere un consiglio. Sei la persona di cui ho bisogno al momento per riuscire a portare a compimento ciò che stiamo facendo." Kristal sorrise amaramente. "E poi?" L'imperiale la guardò con sguardo interrogativo. "Poi cosa?" L'lefa roteò gli occhi. "Che persona sarò per te dopo tutto questo? Quando sarà finito?" Martin abbassò lo sguardo. "Non lo so Kristal." Una smorfia involontaria solcò il volto dell'elfa. "Non riesci nemmeno a guardarmi in faccia." L'erede tornò a guardarla negli occhi, la scrutò con particolare intensità e per un istante Kristal credette fosse sul punto di baciarla. Per questo prese si scansò dalle sue mani che ancora le tenevano le spalle. Indietreggiò di qualche centimetro e disse che sarebbe stato meglio rincasare il prima possibile.

All'interno del Tempio del Signore delle Nubi erano ancora tutti addormentati. I due tentarono anche di scuotere le guardie in entrata, ma fu inutile. Nel suo letto anche Jauffre dormiva lo stesso sonno profondo degli spadaccini e ogni tentativo di destarlo si rivelò infruttuoso, avrebbero dovuto aspettare che il sonnifero finisse il suo effetto. "Com'è che tu non sei stata addormentata?" Chiese Martin dopo aver abbandonato ogni tentativo di risvegliare il frate. "Ho bevuto soltanto due cucchiai di minestra, poi ho sentito che qualcosa non andava e per questo mi sono svegliata improvvisamente. Appena mi sono accorta di essere stata drogata sono subito venuta a cercarti." L'erede annuì ma era visibilmente preoccupato. "Perché addormentare tutti e non ucciderli direttamente? E' questo che non capisco." Kristal non sapeva che rispondere. Aveva ragione, non aveva senso. Nulla sembrava averne in quel momento. 

Il rumore del portone principale che si apriva li prese alla sprovvista. Martin si schiacciò al muro e trascinò con sé Kristal. Si mise poi in attesa. Qualcuno si accorse degli spadaccini a terra e cacciò un urlo. "Cos'è successo qui?" L'elfa riconobbe all'istante la voce del fratello. Si precipitò fuori dalla stanza e gli saltò al collo. Iniziò ad accarezzargli la testa mentre numerose lacrime le scendevano dagli occhi. "Stai bene, grazie a Talos stai bene." Barus era visibilmente stupito dalla sua reazione. Quando anche Dosiov si avvicinò, l'elfa strinse anche lui tra le sue braccia visibilmente sollevata. "Cos'è successo?" Kristal si asciugò la faccia, insieme agli elfi c'era soltanto uno spadaccino molto malmesso. Martin la affiancò e spiegò tutto, tralasciando però il vero motivo per cui era uscito. Disse poi che Kristal aveva dovuto uccidere Lamyan per salvargli la vita. L'elfa non disse nulla a riguardo ma non capì davvero il motivo per cui aveva mentito per lei. "Avete preso la pietra?" Barus gli porse una grossa pietra blu che Martin prese ad analizzare all'istante. "Dove sono gli altri spadaccini?" Nessuna risposta. "Allora?" Fu sempre Barus a farsi avanti. "Il re di Miscandar era particolarmente potente, più di quanto pensassimo. Gli altri non ce l'hanno fatta." 

Le ore seguenti i due elfi le passarono a riprendersi dal viaggio, lo spadaccino che era con loro era stato subito messo a letto e ora dormiva. Kristal e Martin si erano seduti all'esterno del tempio, di fianco alle porte d'entrata, a fare la guardia. Non si erano ancora detti niente, anche perché Martin scrutava il Mysteryum Xarxes con attenzione. L'elfa aveva insistito perché riposasse anche lui invece di fare due cose contemporaneamente ma la richiesta fu ignorata immediatamente. "Credo di esserci quasi." L'erede non aveva staccato gli occhi dalle pagine, di fianco teneva i tre oggetti che erano stati recuperati con grande sforzo nelle ultime settimane: un manufatto daedrico ovvero la Stella di Azura, il sangue di un divino raccolto nella corazza di Talos e la grande pietra di Welkynd, il reperto appena recuperato dalla squadra che era stata decimata pur di portare a compimento la missione. Lo sguardo di Martin passò in continuazione dal libro agli oggetti, accarezzava delle linee rosse, poi altre nere. Infine lo chiuse di scatto, abbassò le palpebre e si prese la testa tra le mani. 

Kristal era preoccupata. "Stai bene?" L'imperiale si voltò a guardarla. "No." L'elfa non sapendo che dire aspettò che fosse lui a continuare. "L'ultimo oggetto che ci serve è il più complicato da recuperare." Iniziò poi a spiegarle come avrebbero dovuto agire, di cosa avrebbero avuto bisogno. Martin era molto teso, la voce lasciava trapelare la sua crescente preoccupazione. "Soltanto tu sei in grado di recuperarlo senza perdere la vita." Kristal percepì con forza l'importanza di ciò che avrebbe dovuto fare, tutto dipendeva da lei ora. Se avesse fallito non ci sarebbe stata un'altra possibilità e tutti sarebbero morti a causa sua. Ancora una volta, chi me lo fa fare? Martin raggiunse la sua mano e la strinse con affetto. "Te lo dico perché so che ce la farai, non ti manderei mai in una missione suicida. Non sarà facile ma ce la farai." Kristal annuì con poca convinzione. Senza rendersene conto aveva accorciato la distanza che li separava e aveva appoggiato la testa sulla sua spalla. Si accorse di ciò che aveva appena fatto soltanto quando sentì la mano di Martin accarezzarle i capelli.

Si alzò per guardarlo in viso. Tutto quello che provava per lui era ancora lì, lo sentiva pulsare nel suo petto e da come lui la guardava in quell'istante era sicura valesse lo stesso per lui. Gli accarezzò quindi la guancia pensando che era proprio lì tutto ciò che desiderava, che non avrebbe permesso a nessuno di allontanarla da Martin, in particolare non l'avrebbe permesso a lui stesso. "C'è una cosa che devo assolutamente fare prima però." Al suono della voce dell'elfa fu l'erede a rendersi conto della vicinanza. Recuperò quindi le distanze prima di rispondere. "Cosa devi fare?" Kristal guardò a terra mentre si accarezzava distrattamente la guancia. "Devo recuperare la mia memoria." L'elfa si aspettava che Martin cercasse in tutti i modi di fermarla. Invece non lo fece. Semplicemente sospirò e poi le chiese se sapeva come fare. Lei annuì e l'erede sospirò nuovamente. "Quando lo farai dovrò esserci anch'io. Visto come è andata l'ultima volta." Kristal assentì ancora una volta. Se non l'avesse proposto lui gli avrebbe chiesto lei di stare al suo fianco in un momento simile. Soltanto la sua presenza avrebbe potuto renderla più tranquilla durante il processo. 

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