Capitolo 39 - Ricomincia la Ricerca

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Erano passati sette giorni dalla chiusura del cancello di Bruma, Kristal era stata costretta a restare a riposo per tutto questo tempo e, nonostante fosse stata contraria, ora si rendeva conto che ne aveva davvero bisogno. Aveva lavorato per giorni incessantemente, senza mai fermarsi e soltanto in quel momento aveva capito che il suo corpo era arrivato allo stremo. Dopo il riposo forzato si sentiva nuovamente in forma e pronta a fare tutto ciò che le veniva richiesto. L'elfa camminava a testa alta lungo i corridoi del tempio. Grazie a tutto quello che aveva portato a termine in quelle settimane di permanenza a Bruma, gli spadaccini la guardavano con rispetto e questo la riempiva di gioia. Non si sentiva più un'estranea tra di loro. Per Dosiov e Barus, invece, era tutta un'altra storia. Kristal non aveva ancora parlato con suo marito e il fratello non faceva altro che cercare di tenerlo lontano da lei. Non che all'elfa dispiacesse, non aveva per niente voglia di confrontarsi con lui. Era come se si fosse dimenticata della sua decisione, o come se non l'avesse per nulla scordata ma avesse deciso che non fosse poi così importante al momento. Anche perché ci pensava qualcun altro a tenerle la mente occupata e questa persona non era di certo suo marito. 

All'improvviso, mentre si recava al salone principale, sentì qualcuno afferrarla per un braccio e chiuderla dentro una stanza. Kristal capì immediatamente che si trattava di lui.
"Pensavi di spaventarmi?" Sorrise giocosamente mentre pronunciava quelle parole con tono canzonatorio e Martin ricambiò.
"A dire il vero sì, ma sapevo che non avrebbe funzionato." Quando si era risvegliata, la prima persona che si era trovata di fronte era stato proprio lui. Kristal aveva paura di doversi sorbire l'ennesima predica riguardo il fatto che fosse troppo impulsiva, invece l'erede le aveva raccontato di quanto Burd fosse contento di lei e di come avesse salvato la vita a tutti. Martin era visibilmente orgoglioso di lei. Da quel giorno tra loro andava tutto a meraviglia, sembravano una normale coppia di ragazzi perdutamente innamorati e senza pensieri. Si vedevano ogni volta che potevano, stavano sempre insieme, parlavano per ore, facevano l'amore in continuazione.

Kristal ritornò alla realtà quando si sentì afferrare i fianchi, Martin la guardava intensamente e non smetteva di sorridere. Le baciò dolcemente entrambe le guance prima di arrivare alle sue labbra, dove iniziò a metterci più passione. Kristal giovò di ogni piccolo istante che condivideva con lui, cercando di incidersi ogni sensazione a mente. Sentì Martin che si staccava lentamente, restando però a qualche centimetro dal suo viso.
"Devo dirti una cosa, ma penso che possa aspettare." Fece per riprendere dal punto in cui si erano fermati, ma Kristal lo bloccò subito.
"Non penso proprio, adesso voglio sapere." L'elfa era troppo curiosa e Martin lo sapeva, per questo si divertì ad indugiare e prese a baciarle il collo.
"Martin..." Kristal lo prese per il mento, inchiodando il suo sguardo sui suoi occhi. Lui come risposta sorrise e le spostò la mano ponendola sulla sua spalla. A quel punto l'elfa si arrese, capendo che non avrebbe parlato finché non lo voleva lui e si lasciò semplicemente andare.

Poco dopo si trovarono entrambi nello studio, il Mysterium Xarxes aperto sul tavolo più grande e decine di fogli appuntati di fianco. Martin ne prese due in mano ed iniziò ad indicare una pagina del grosso libro.
"Trovare il secondo oggetto necessario per aprire il portale non è stato così complicato: essendo stato il primo un manufatto daedrico, ora serve l'equivalente del suo opposto, vale a dire il sangue di un divino." Kristal lo guardò sconvolta, non sapeva nemmeno che gli dei possedessero del sangue. Martin sorrise notando la sua espressione e perciò riprese a spiegare.
"Anch'io dopo averlo scoperto sono stato preso dal panico, non avevo idea di come trovare una cosa del genere. Così sono andato a chiedere consiglio a Jauffre." Il frate era andato a parlare con l'elfa il giorno prima, scusandosi per il suo comportamento inappropriato e ringraziandola per ciò che aveva fatto per la popolazione di Bruma. Per questo ora Kristal era tornata in buoni rapporti con lui. Almeno formalmente. L'elfa sapeva che l'aveva fatto per mera apparenza e che in realtà la strada era ancora lunga prima che potesse fidarsi nuovamente di lei. Però era comunque un primo passo verso una riconciliazione e Kristal era fiduciosa a riguardo, credeva non ci sarebbe voluto molto.
"Dopo aver riflettuto parecchio." Continuò Martin, riportando l'attenzione dell'elfa sulla missione. "Si è ricordato dell'armatura di Tiber Septim, l'unico uomo ad essere riuscito a guadagnarsi un posto tra i divini. È imbrattata dal suo sangue, per questo dovrebbe funzionare. Tuttavia il luogo dove si trova sembra essere cosparso da un maleficio." Sospirò prima di pronunciare la frase seguente. "Per questo, Barus e Dosiov verranno con te."

Kristal in qualche modo se lo aspettava, era normale che non sarebbe potuta partire da sola. Ma l'idea di trovarsi nuovamente con loro due non la allettava per nulla.
"Non c'è qualcun altro che può accompagnarmi?" Chiese sperando di poter scampare quella situazione.
"Certo, ma non sarebbero alla loro altezza." Kristal inarcò le sopracciglia.
"E tu come fai a saperlo?" Martin piegò la testa di lato e sospirò nuovamente.
"Ho parlato con tuo fratello e mi ha raccontato parecchie cose." Ecco che tornava l'argomento tabù, quello che cancellava tutti i sogni e riportava alla realtà. Kristal sapeva che intendeva che avevano parlato del passato, quello che lei non ricordava ma che comprendeva Barus e Dosiov.
"E cosa ti ha detto per convincerti? Che erano le guardie personali del re?" Martin distolse lo sguardo.
"Non mi ha mentito, di questo ne sono certo. A quanto pare voi tre eravate sul serio delle guardie al servizio del palazzo reale, utilizzate anche come spie per conto della più grande casa di protezione di Morrowind. Avete avuto un addestramento completo e importante, potete fare di tutto." Concluse, marcando sull'ultima parola e guardandola con occhio critico. Vide Kristal sorridere amaramente, ma prima di lasciarla parlare le afferrò una mano intervenendo per primo.
"Inoltre, credo che sia l'ideale passare un po' di tempo con loro. Potrebbe aiutarti a recuperare la memoria." Kristal strinse la sua mano involontariamente. Vuole che ricordi il mio passato? 

Come se le avesse letto nella mente, Martin iniziò a spiegare.
"So che ti sembrerà strano, però ci ho pensato a lungo e credo che sia necessario per te. Altrimenti non ti daresti pace." Le sorrise forzatamente e Kristal avrebbe preferito che non lo avesse fatto, quell'espressione trapelava tutto lo sforzo che aveva posto per convincersi ad accettare la cosa. Decise quindi di non indugiare oltre e accettò la proposta, tornando invece a concentrarsi sull'armatura che dovevano trovare.
"Dove dovremmo andare per recuperare la corazza?" Martin sembrò apprezzare il cambio di discorso e prese quindi una mappa di Cyrodiil, con un punto in rosso che attirava immediatamente l'attenzione. Infatti, fu proprio lì che appoggiò il dito, indicando quelle che venivano raffigurate come delle catacombe. Indicate col nome di Sancre Tor, erano poste a nord della città di Chorrol e a ovest di quella di Bruma. Kristal calcolò che sarebbe stata una giornata di viaggio a cavallo e in quel momento avrebbe preferito trascorrerla sola piuttosto di condividere un silenzio imbarazzante con i suoi compagni.

"Tra quanto dovremmo partire?" Chiese sperando di avere un po' di tempo per prepararsi all'idea. Vide gli occhi di Martin incupirsi all'istante.
"Io e Jauffre pensiamo che dovreste partire il prima possibile, la situazione peggiora e il tempo passa veloce." Kristal annuì lentamente, era proprio la risposta che si aspettava.
"Allora mi vado a preparare. Tu hai già parlato con Dosiov e Barus?" Martin scosse la testa e indicò un punto alle sue spalle. L'elfa si girò, trovandosi di fronte proprio i due dunmer. Stranamente non si sentì a disagio come aveva pensato e, quando Martin le chiese di aiutarlo ad illustrare il piano, iniziò a parlare con disinvoltura ad entrambi. Forse non sarebbe stato un viaggio così lungo e noioso.

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