capitolo sei

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"Quindi stai dicendo che l'indizio riguarda la tua vecchia scuola?" Harry mi fissò, aggrottando pensieroso le sopracciglia.

Avevamo lasciato l'isola e ora stavamo guidando in qualche area residenziale dall'altro lato della città. Beh, forse guidando non era il termine giusto dato che Harry correva a una tale velocità che superava tutti i limiti.

"Sì," risposi ad Harry.

"Come lo sai?" continuò a chiedermi.

Lo guardai in cerca di segni se la domanda fosse uno scherzo riguardo al fatto che ero troppo sicura di aver ragione. Ma, dal viso di Harry, potevo dire che era semplicemente curioso di come avessi indovinato l'indizio così velocemente.

"La mia scuola è fatta di mattoni rossi ed è probabilmente l'unica che aveva un orologio verde in mensa," spiegai, provando a nascondere il sorriso. Seriamente, quale persona avrebbe voluto mettere un orologio verde al muro di scuola. Probabilmente aveva pensato che il colore fosse piacevole, ma l'effetto era il completo opposto. L'orologio mi ricordava maggiormente il vomito piuttosto che foglie verdi.

Guidammo in silenzio per un momento, prima di decidere di chiedere ad Harry una domanda che mi infastidiva da un po'.

"Li hai uccisi quei due ragazzi che ci stavano seguendo?"

Volevo saperlo perchè il pensiero che Harry avesse ucciso qualcuno, senza che io avessi potuto fare nulla, mi faceva impazzire. Ovvio, Daniel e Jonah ci avevano sparati per primi, ma dubitavo che le loro intenzioni fossero di ucciderci. Probabilmente volevano solo stuzzicarci.

Un'altra cosa che mi infastidiva era il fatto che io ed Harry saremmo stati in grandi problemi se ci avessero presi. Sebbene non avessi neanche toccato l'arma, sarei stata considerata come complice di Harry, perchè ero nella stessa macchina con lui. A Stonebridge si era molto rigorosi quando si arrivava alla legge e, per ogni crimine, c'era una punizione, a volte anche una condanna a morte. Sarei stata molto più che fortunata se fossi sopravvissuta a tutto questo viva.

Mi girai per guardare Harry e notai che la sua espressione era cambiata completamente. Mi mossi a disagio sul sedile, aspettando una sua reazione.

"E se li avessi uccisi?" alla fine parlò, il tono freddo come il ghiaccio. "Non è comunque affar tuo."

"Quindi li hai uccisi davvero," quasi sussurrai.

"Non ho mai detto che li ho uccisi. Perchè ti importa così tanto? Loro ci hanno sparato per primi," Harry scattò.

"Okay, okay. Ho capito," roteai gli occhi e mi mossi sul sedile per allontanarmi da Harry il più possibile.

Mi sentivo come se non importasse cosa facessi o dicessi, ciò faceva incazzare Harry. Solo sull'isola eravamo stati in qualche modo d'accordo, ma ora mi scattava contro di nuovo. Non avevo idea di come avrei dovuto comportarmi intorno a lui. Si aspettava che sedessi semplicemente calma e parlassi solo quando mi avrebbe dato il permesso di farlo?! Era assolutamente assurdo.

"È quella?" sentii Harry chiedere. Rallentò un po' mentre guidava davanti la scuola, così che avessi il tempo di guardarla.

"Sì," risposi brevemente perchè ero ancora infastidita.

"Che ore sono?" Harry chiese mentre fermava la macchina accanto al marciapiede e spegneva il motore.

Fissai il mio orologio da polso.

"Le tre e dieci."

"Puoi fottutamente smetterla?" Harry si girò a guardarmi, la sua espressione divenne lentamente arrabbiata.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora