capitolo quarantanove

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Era come se il tempo si fosse congelato. Il silenzio circondava tutto il luogo e per un momento fu facile dimenticare che in realtà l'edificio era pieno di persone. Fissai Harry, poi il mio sguardo lentamente ritornò su Zayn.

E fu allora che cominciò il caos.

Urla, spari e rumorosi tonfi di passi raggiunsero le mie orecchie mentre persone prese dal panico iniziavano a correre verso le uscite. In cima ad esse c'era un annuncio che echeggiava nel centro commerciale, alcuni uomini avvisarono chiunque di muoversi con calma verso l'uscita più vicina, ma appena camminai verso la ringhiera e guardai giù, vidi la gente correre e spingersi l'una contro l'altra rudemente. Nessuno ascoltava l'annuncio, tutti volevano semplicemente uscire dall'edificio, non importava che fosse per salvare la propria pelle.

Quando notai una giovane ragazza inciampare in qualcosa, poi qualcuno camminarle addosso facendola gridare dal dolore, sentii un'intensa stretta di dolore al petto e si diffusero migliaia di emozioni facendomi sentire sul punto di rottura per tutte le crepe che avevo ricevuto durante le ultime ore. Non mi ero mai sentita così fragile come in quel momento mentre guardavo quella ragazza stesa sul pavimento e le persone che camminavano su di lei come se fosse invisibile.

"Carissa, dobbiamo uscire da qui," sentii Harry dire. Mi obbligai a spostare lo sguardo dalla ragazza e mi voltai per guardarlo. Lo vidi posare la pistola nella cintura dei suoi jeans, poi mi si avvicinò, ma, quando notò come mi irrigidii, si fermò. Confusione balenò nei suoi occhi verdi e provò ad avvicinarmisi di nuovo, ma io velocemente indietreggiai.

"Carissa, dobbiamo andare," Harry ripetè e allungò la mano verso di me in modo che la prendessi. Quel piccolo gesto mi fece sentire come se fossi spezzata in due direzioni diverse e mai in vita in mia mi ero sentita così ignara di cosa avrei dovuto fare. Mi addolorava vedere le ferite e i tagli di Harry, era costantemente ferito fisicamente ed emotivamente, e ciò aggiungeva soltanto altre cicatrici. Volevo essere lì per lui. Volevo prendermi cura delle sue ferite, volevo confortarlo, ma, allo stesso tempo, riuscivo a vedere nella mia mente l'immagine di quella ragazza stesa a terra e riuscivo a sentire le persone urlare, ricordandomi come fosse incominciato tutto il caos.

"T-tu non avresti dovuto ucciderlo," la mia voce era a malapena un sussurro e riuscii a sentire tutto il mio corpo iniziare a tremare. Per un secondo notai l'irritazione balenare negli occhi verdi di Harry mentre mi fissava, ma fu rimpiazzata da uno sguardo che non mostrava nessuna emozione.

"Possiamo discuterne dopo. Ora dobbiamo uscire di qui e velocemente.Saranno qui in qualsiasi momento." disse Harry guardandosi intorno freneticamente.

"Ma ci sono persone che stanno morendo lì giù! Non posso semplicemente andarmene e..." urlai istericamente e iniziai a fare avanti e indietro dalla ringhiera al muro, ma Harry mi fermò velocemente afferrandomi la mano. La sua espressione era risoluta e c'era qualcosa di freddo nei suoi occhi verdi che non mi piaceva.

"Alcune persone riescono a vivere e altre persone muoiono. È semplice. Non puoi cambiare il modo in cui le cose funzionano in questo mondo crudele, non importa quanto duramente tu ci provi."

Quando le parole di Harry rimbombarono nella mia mente, sentii una strana rabbia scivolare su di me nonostante lui avesse in parte ragione. Sfilai la mano dalla sua presa e indietreggiai sentendo le guance arrossire.

"Ma potevi comunque prevenire che tutto questo accadesse se tu non avessi sparato a Zayn! Ora molte persone innocenti devono soffrire a causa di ciò!" gridai senza neanche pensarci. Non sapevo quanto sarei stata in grado di sopportare il fatto che fossi testimone della morte delle persone davanti a me. Era come se stessi tenendo un grande masso sulla testa e aspettassi semplicemente che alla fine mi schiacciasse.

24 Hours [h.s. - italian translation]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora